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TRA LE BRACCIA DI MARIA

Pubblicato il: sabato 3 Giugno 2023

Maggio, nel culto cattolico, è il mese Mariano consacrato in modo particolare alla Vergine Maria, madre di Gesù. A questo periodo si associano tutta una serie di pratiche devozionali e di celebrazioni che hanno lo scopo di ringraziare e lodare Dio per averci donato una così amorevole madre e chiedere inoltre l’intercessione di Maria presso Dio.

Con la recita del santo Rosario, la famiglia cristiana, sull’esempio di quella di Nazareth, diventa una dimora di santità e una scuola efficacissima di vita cristiana. La meditazione dei misteri della Redenzione, infatti, insegna a specchiarsi quotidianamente negli esempi di Gesù e Maria (misteri gaudiosi), a ricavare da Loro conforto nelle avversità (misteri dolorosi) e a tendere costantemente verso i beni celesti, cercando sempre “le cose di lassù” (misteri gloriosi).

La Pia tradizione di recitare il Rosario è sempre stata una caratteristica delle famiglie cristiane e la nostra famiglia religiosa per volontà della fondatrice, Madre Carla Borgheri ha sempre mantenuto questa buona tradizione di recarsi nelle famiglie di Vermicino per la recita del santo Rosario.

Negli ultimi anni le restrizioni della pandemia, purtroppo, hanno impedito questa buona pratica; tuttavia, quest’anno si è potuto finalmente riprendere questa antica tradizione Mariana recitando il Santo Rosario nelle famiglie del quartiere di Spinoretico.

Si è constatato che la presenza delle Suore Missionarie dell’Incarnazione nelle famiglie ha aiutato a mantenere vivo il valore davvero straordinario di questa semplice ma profonda preghiera cristiana. Stare insieme, meditare e condividere il messaggio evangelico è stato gradito alla maggior parte delle persone con cui si è entrate in contatto.  Hanno condiviso le loro difficoltà e sofferenze. L’amore per Maria, la fede in Dio e la sollecitudine della Chiesa portano conforto e infonde coraggio per affrontare con più serenità i problemi inevitabili della vita terrena.

L’ultimo giorno del mese di maggio molte famiglie del quartiere si sono radunate nella Cappella delle Suore per concludere il mese con la recita del Santo Rosario, seguito da un momento di fraternità e condivisione.

Ringraziamo per tutto ciò che questo mese di preghiera ha portato nei nostri cuori e nella nostra vita. Ringraziamo Maria per la sua bontà e protezione materna. Ringraziamo Madre Carla Borgheri per averci lasciato in eredità la sua Spiritualità e la possibilità di crescere e far parte di questa meravigliosa famiglia cristiana delle suore “Missionarie dell’Incarnazioni” che ogni giorno ci arricchisce grazie agli stimoli che da essa ne derivano.

Grazie.

Racconto di esperienze vissute

Pubblicato il: mercoledì 31 Maggio 2023

Sabato 27 Maggio 2023, vigilia di Pentecoste i ragazzi di Catechismo della parrocchia “Sacro Cuore di Gesù e Maria” di Vermicino in cammino verso il Sacramento della Confermazione e a conclusione dell’anno catechistico, hanno vissuto una giornata nella casa delle Suore Missionarie dell’incarnazione.

L’incontro è iniziato con una prima parte ludica e condivisione, per proseguire con un momento di riflessione guidato dalla catechista Suor Juliet.  Ella ha ripercorso la storia della salvezza che è stata affrontata durante quest’anno, dalla chiamata di Abramo fino alla resurrezione di Gesù. Dopo una breve verifica e il pranzo nel giardino della casa, c’è stata la visita guidata alla mostra della Serva di Dio Madre Carla Borgheri, fondatrice delle suore Missionarie dell’Incarnazione, per la quale lo scorso dicembre è stata aperta la causa di beatificazione e canonizzazione. E’ stato molto interessante per i ragazzi ripercorrere la sua vita, hanno potuto constatare che nonostante le difficoltà, gli ostacoli e le sofferenze, la sua grande Fede, l’Amore incondizionato per Dio nostro Padre, il suo totale abbandono all’azione dello Spirito Santo le hanno permesso di costruire un’opera così grande a beneficio dei tanti bisognosi. Hanno conosciuto attraverso le foto e le testimonianze tutte le Missioni da lei avviate, dove in prima persona ha operato e nelle quali le sue figlie spirituali continuano ad operare.  Di particolare bellezza in questa memoria è l’insegnamento che ne deriva per ciascuno di noi, ovvero la consapevolezza che, nonostante le difficoltà leggere o pesanti che siano, tutti siamo chiamati a fare qualcosa di grande nella vita, a partire dall’incontro con Gesù, e tutti possiamo riuscirci se animati dalla sua stessa Fede e dal suo stesso Amore per Cristo e per i fratelli.

Di questa magnifica giornata, oltre ai numerosi spunti di riflessione che i ragazzi porteranno con loro, rimarrà sicuramente anche il ricordo della grande empatia creatasi tra animatori e ragazzi che ha permesso una completa socializzazione e condivisione tra di loro. Nonostante fossero ragazzi di due gruppi diversi e non si conoscessero tra di loro hanno interagito perfettamente, creando un clima gioioso e conviviale.

Un altro momento toccante è stato l’incontro con le “nonnine” ospiti nella casa di Riposo delle suore, i sorrisi scambiati, la gioia che traspariva dai loro volti, quando gli abbiamo raccontato le esperienze vissute insieme in questa giornata e gli abbiamo fatto vedere alcuni dei nostri giochi, ci ha scaldato il cuore.

Ora con la fine della scuola per loro sarà un momento di scelte e cambiamenti importanti. Avranno l’impegno degli esami di terza media e il passaggio nella scuola superiore. Ciò sarà per loro sicuramente delicato e potrebbero sentirsi disorientati, avranno quindi bisogno di un po’ di tempo per ritrovare un nuovo equilibrio con il quale confrontarsi. La speranza è quella che in questa fase di transizione riescano a rimanere fermi negli insegnamenti ricevuti finora, così da ritrovarsi ancora tutti insieme per continuare a vivere da fratelli, com’è stato in questa giornata, il cammino verso l’Alto.

Noi pregheremo per loro affinché la Madre Celeste li protegga e lo Spirito Santo li guidi sulla retta via.

                                                                                                                                      Alessio

VIENI, SANTO SPIRITO!

Pubblicato il: giovedì 25 Maggio 2023

Sono grata alle Suore Missionarie dell’Incarnazione per avermi dato la possibilità di scrivere questa mia riflessione sulla festività della Pentecoste, che tra pochi giorni andremo a ricordare, o meglio a celebrare. Sappiamo tutti che la Pentecoste cade cinquanta giorni dopo la Pasqua e ricorda un fatto storico ben preciso, realmente accaduto, a mio avviso importantissimo: la discesa dello Spirito Santo sulla Vergine Maria e sui dodici Apostoli, ormai chiusi nel cenacolo per paura ed incredulità. Si sentono soli, si sentono abbandonati dal loro Maestro, Lui che era il figlio di Dio, lo hanno visto appeso ad una Croce e sono fuggiti, lo hanno rinnegato, lo hanno tradito.

Anche se dopo la Resurrezione il Signore, il Risorto è apparso più volte, questo non basta: la delusione è tanta, lo spavento, il disorientamento prevalgono su tutto, perché gli Apostoli erano uomini, proprio come me e come te, e di fronte alla Croce hanno paura. Quante volte anche noi di fronte a situazioni di morte, a prove difficili della vita, mettiamo tutto in discussione e scappiamo… tante, tante volte. Da qui l’importanza della Pentecoste nella vita degli Apostoli e nella nostra vita: improvvisamente il loro cuore pavido, incapace di dare testimonianza si riempie di Amore, Forza, Coraggio, Sapienza, Certezza che quell’uomo inchiodato ad una Croce è Risorto. Sono certi di questo, escono dal cenacolo e lo gridano a tutte le genti, senza impedimento alcuno; sanno che vanno incontro alla morte, che rischiano il martirio, ma ormai lo spirito del Risorto ha pervaso la loro vita, la loro anima e rispondono a quella chiamata che sentono nel profondo del cuore: portare a tutto il mondo la buona notizia del Vangelo e lo fanno fino alla morte.

D’altronde la parola Apostolo significa proprio questo. Capiamo bene come dalla Pentecoste sia nata la Chiesa, perché se non ci fosse stata la predicazione dei Dodici, il Kerigma non sarebbe arrivato fino a noi e noi non avremmo creduto. E la Pentecoste per noi oggi cosa rappresenta? Solo un fatto storico da ricordare o una missione a cui il Signore ci chiama per essere suoi Apostoli? lo parlo ovviamente per esperienza personale: se io non avessi questo Spirito del Risorto dentro di me che mi guida, che mi parla, che mi sostiene, che mi illumina, io non potrei operare nella Chiesa. Porterei solo me stessa, la mia debolezza, la mia incoerenza ed i miei dubbi. Ma sento che il Signore mi chiama a passare oltre: vivere questa Pentecoste nella mia Vita, facendo spazio al suo Spirito, lasciandolo parlare ed operare attraverso la mia persona. Lo Spirito Santo è un grande dono che ci viene dal Cielo e come tale possiamo accettarlo o rifiutarlo, il Signore ci lascia liberi: certo è che quando l’Eterno ti tocca il cuore, la Vita ti cambia e tu con la tua testimonianza puoi cambiare il Cuore di coloro che ti stanno vicino. Il giorno di Pentecoste, durante la messa, leggiamo la Sequenza, una preghiera bellissima e molto antica della Chiesa. In questa Sequenza invochiamo lo Spirito Santo come Consolatore perfetto, come Ospite dolce della nostra Anima, come Conforto, Riposo, Aiuto ai nostri bisogni. Ecco mi piace terminare questa mia breve riflessione proprio con questa Preghiera, perché ho la certezza che nello Spirito Santo noi tutti possiamo trovare ciò di cui abbiamo bisogno: il Signore non ci ha lasciato soli ed orfani, ma cammina sempre al nostro fianco e sarà con noi tutti i giorni fino alla fine dei tempi. Questa è la nostra Fede, questa è la Fede di cui dobbiamo rendere testimonianza, sempre.

                                                                                                                               Rita Razza

Passaggio di Dio nella comunità di Nurri

Pubblicato il: giovedì 25 Maggio 2023

Un evento straordinario ha caratterizzato le giornate dal 16 al 22 maggio: la visita canonica, vissuta da noi tutte con grande entusiasmo e gioia perché rappresenta: “Il passaggio di Dio dalla nostra comunità”. Come i figlioli attendono con ansia l’arrivo del proprio papà, così noi abbiamo atteso con ansia questo evento. È un’occasione privilegiata grazie alla quale la nostra fede riceve un nuovo slancio, si rinnova e si riveste di nuova energia. In quest’ottica abbiamo vissuto questo evento, al termine del quale la nostra comunità si è sentita rinnovata. Abbiamo accolto con docilità e piacere i buoni consigli ricevuti, il mettersi a confronto con la Parola è un esercizio sempre utile a comprendere la validità del nostro operato e capire in che modo possiamo migliorarlo, così da divenire vere Discepole di Cristo a servizio dei più deboli per poter edificare al meglio il Regno di Dio e rendere Lode al Suo nome. Vogliamo essere un faro, un esempio, per la comunità in cui siamo chiamate a operare. Vogliamo ringraziare la Madre generale Sr. Carmela Cataldo, la vicaria generale Loreda Spagnolo e la Consigliera generale Sr. Jessy Chennathara, perché sempre ci sostengono e ci guidano con la loro esperienza, la loro presenza e la loro grande Fede.

Nei giorni di permanenza la Superiora generale e le Visitatrici hanno avuto modo di incontrare il Sindaco del Paese, Antonio Atzeni per organizzare l’intitolazione di una Piazza di Nurri a Madre Carla, il Parroco don Fabrizio Deidda, alcuni laici che collaborano con le suore e i parenti delle anziane della Casa di Riposo.

Un altro esempio di grazia da sottolineare durante questa visita canonica a Nurri, è l’occasione privilegiata che hanno avuto le stesse Superiore nell’incontrare il Vescovo S. E. Mons. Giuseppe Baturi della diocesi di Cagliari. Sarà stato anche per loro un’occasione unica per tracciare nuovi sentieri di santità.

Il giorno 21 maggio nella Parrocchia di S. Michele Arcangelo a Nurri 18 bambini preparati da Sr. Sherly Rebello, per la prima volta hanno incontrato il Signore nel Sacramento dell’Eucaristia. È stato un momento toccante vedere l’emozione che traspariva dai loro volti quando si sono accostati all’altare per ricevere la loro prima comunione.

Noi pregheremo per loro perché conservino sempre la stessa emozione, purezza e voglia di incontrare Cristo e camminare insieme a Lui lungo i sentieri della vita. L’avvenimento è stato ancora più unico e speciale perché arricchito anche dalla presenza delle nostre Superiore.

Ringraziamo il Signore per i tanti benefici ricevuto e poniamo nelle Sue mani ogni nostro desiderio di crescita e santificazione.

Una visita speciale ai bambini della scuola “Sacro Cuore”

Pubblicato il: mercoledì 10 Maggio 2023

Gli scorsi giorni i bambini della nostra Scuola dell’Infanzia Paritaria “Sacro Cuore” hanno ricevuto la visita di “tre ospiti speciali”, arrivati in occasione della Visita canonica: Madre Carmela Cataldo superiora generale, Sr. Loreda Spagnolo vicaria generale e Sr. Jessy Chennathara consigliere generale delle Suore Missionarie dell‘Incarnazione.

Madre Carmela ha voluto conoscere i bambini presenti a Scuola e si è intrattenuta con loro, esortandoli ad essere bambini buoni e bravi sia a casa che a scuola. I bambini disponibili all’ascolto hanno risposto con semplicità e spontaneità alle domande rivolte e hanno anche intonato alcune allegra canzoncine, accompagnate da semplici balli.

La Visita si è conclusa con la distribuzione di dolcetti, che i bambini hanno gradito con  tanta soddisfazione.

“Indietro, o fanti, questa terra è mia”

Pubblicato il: mercoledì 3 Maggio 2023

Come da tradizione, nell’ultima domenica di aprile, nella nostra parrocchia di Capo Croce, a Frascati si festeggia Maria Santissima in ricordo del miracolo del 1527.
È stata una giornata ricca di eventi, in mattinata sono stati esposti i disegni fatti dai bambini e ragazzi del catechismo, poi la giornata è culminata con la celebrazione dei vespri solenni e la S. Messa presieduta da S.E. il Vescovo Martinelli a cui è stata donata una copia dell’immagine sacra come ringraziamento degli anni trascorsi i questa diocesi.
La processione, molto sentita dal popolo devoto a Maria, che quest’anno sarebbe partita dall’altro santuario frascatano, la Chiesa delle scuole Pie, non si è potuta svolgere a causa del maltempo. Preghiamo Maria che interceda ancora una volta per noi, per tutto il popolo, perché cessino le guerre e le atrocità in ogni angolo del mondo. Affidiamo a lei le nostre preoccupazioni e le nostre angosce come quel lontano 1527.
Ausiliatrice nostra, prega per noi.

Vocazione: grazia e missione

Pubblicato il: domenica 30 Aprile 2023

La vocazione è il dono più bello che il Signore rivolge a ogni essere umano, perché ci fa ritornare alle nostre origini. «Ogni essere umano, nato per la felicità, sente profondamente dentro di sé il richiamo ad una pienezza di gioia e la ricerca sin dai primi istanti della sua vita» dice Madre Carla.

La vocazione non è solo chiamata e risposta, una grazia, ma è anche servizio e missione; e missione non ha un fine in sé, cioè, non si racchiude in noi stessi ma ci mette in cammino, verso gli altri in una dinamica di ricevere e di donarsi, nel segno della prossimità e della fraternità. La diversità delle vocazioni si gusta attraverso la reciprocità mossa dall’unico principio di unità: «quello di riportare Gesù a tutti e tutti a Gesù», compito di tutti i cristiani, afferma Papa Francesco.

Vocazione nel suo senso più profondo vuol dire chiamata, richiamo, invito ad amare, perché nell’amore si vive la vera gioia. Ma prima di tutto per rispondere nella libertà a questo invito siamo chiamati a riconoscersi come fratelli e sorelle, perché qui si trova la chiave di comprensione; dato che i fratelli non si scelgono ma si accolgono, la vocazione non è altro che accogliere il progetto di Dio e cercare di realizzarlo ogni giorno e in ogni modo nella nostra vita quotidiana.

Così dice Papa Francesco nel messaggio per la giornata mondiale per le vocazioni di quest’anno: “Vi propongo di riflettere e pregare guidati dal tema “Vocazione: grazia e missione”. È un’occasione preziosa per riscoprire con stupore che la chiamata del Signore è grazia, è dono gratuito, e nello stesso tempo è impegno ad andare, a uscire per portare il Vangelo”.

La nostra vocazione è questa: siamo chiamati ad essere perfetti nell’amore e nella giustizia, perché non può esserci l’amore di Dio senza il prossimo. L’amore di Dio è l’amore al prossimo. Essere cristiano è diventare uno con Gesù per andare incontro alle periferie di ogni uomo, è questo il senso della chiamata.

Accettando il suo invito innalziamo ancora la nostra preghiera per le vocazioni. Perché, fedeli alla vocazione ricevuta, possiamo essere testimoni credibili e coraggiosi della sua luce che non si spegne mai e che può illuminare ogni tenebra del mondo e del cuore umano.

60° giornata mondiale di preghiera per le vocazione a Shenkoll 30 Aprile 2023

La Pasqua: un cammino della nostra storia

Pubblicato il: domenica 16 Aprile 2023

La massima espressione della volontà di Dio, in cui riposa la nostra fede, è la ‘‘Pasqua’’. Essa trova il fondamento soltanto nella somma verità, Gesù Cristo, il Figlio di Dio. Noi guardiamo la Pasqua come principio dell’esistenza cristiana; in essa ci è stata donata la pienezza dell’amore di Dio, manifestato nella croce. Questa croce è un’espressione della sofferenza del Signore, un Dio umile che ha perdonato coloro che lo accusavano. Perdonando, manifestò la pienezza della sua misericordia che da quel momento non ha chiesto il riconoscimento di tutta l’umanità perché dica: ‘‘abbiamo peccato, Signore’’ e così manifestare il suo amore e dare il perdono a tutti noi, Chiesa pellegrina. Lui perdona innanzitutto con un atto di volontà, anche se sofferente (Lc 23,34a). Solo dopo arriva la verità nel cuore, guardando il modo in cui il Signore fa la sua Pasqua sul legno della croce, una verità che produce meraviglie solo al pronunciarla (Mc 15,38).
Tutto ciò che è accaduto nell’ora del Signore è un’espressione di un amore totale, quell’amore che portò gioia a noi nel primo giorno della Settimana, quando Gesù risuscitò (Gv 20,1-10). Parlando della gioia, Papa Francesco ci esorta a non dimenticare coloro che sono tristi, come se vivessero una continua quaresima.
Ogni persona umana ha i suoi diritti, ma alcuni non credono più nell’umanità, a causa della giustizia che viene loro negata senza che nessuno venga in loro aiuto per trovare la strada che porti a una soluzione dell’ingiustizia e apra un cammino verso la gioia.
La Pasqua ha un senso importante per le suore Missionarie dell’Incarnazione, perché Madre Carla, l’amabile Fondatrice, la riteneva una festa fondamentale. Anzitutto, Madre Carla Borgheri aveva sempre con sé un crocifisso, non solo come distintivo del suo essere cristiana, ma come fondamento della sua fede; una fede che la teneva ben radicata nella sua storia, nella sua vita quotidiana. Madre Carla aveva ben presente la festa della risurrezione del Salvatore, nella quale trova senso ogni aspetto della nostra vita. Affermava sempre che Dio dall’eternità ha pensato a ciascuno di noi, ci ha visti, conosciuti e chiamati alla vita. Tutto questo lo ha fatto perché ci ama. E invitava sempre ad amare il Buon Gesù che sempre resta con noi, anche se tutti ci volgono le spalle. La Pasqua, così come l’Incarnazione, costituisce il centro unificatore di tutto il genere umano.
In verità, mi commuovo davanti al modo in cui Madre Carla concepisce la persona di Gesù, e collega i misteri della nostra fede, con l’Incarnazione. Gesù con la Sua gioiosa Risurrezione ci dà la speranza e la forza; insomma, come ribadisce Madre Carla, se Gesù è risorto anche noi potremo risorgere come ci ha promesso.
“Cosa importa se la strada per giungere alla risurrezione è il Calvario, anch’esso può divenire dolce se saliamo insieme a Gesù”. Le sue parole confortano e suonano come un invito a contemplare il calvario della nostra storia, delle sofferenze del mondo, soprattutto ad avere un pensiero al povero popolo ucraino che sta cercando in tutti i modi un momento di pace; ma la pace è quasi inesistente. Infatti anche quando il corpo è sano, tante volte il cuore non trova pace a causa delle sofferenze che lo affliggono.
Il testamento della Madre fondatrice è quanto mai attuale perché ci invita a fare della sequela di Gesù lo scopo della nostra vita, ognuno con il proprio stile di vita, anche quando il cuore è ricolmo di amarezza come lo era il suo nell’orto degli ulivi. Si deve procedere lungo questo cammino terreno con serenità, accettando le tante contrarietà.
Per finire, dobbiamo ricordare che la pasqua trova senso nella nostra vita, se la nostra vita trova senso nella Pasqua. Bisogna riconoscere che in Dio noi troviamo riposo, che noi siamo l’immagine del suo essere increato. La croce è dove il Signor morì e passò da questo mondo, compiendo la sua opera di salvezza. Ma continuiamo a cercarlo e Lui si farà trovare. Il vescovo di Ippona scrive che siamo stati fatti per il Signore e che il nostro cuore è inquieto finché non riposi in Lui. Tutto questo non è semplice da capire per la ragione la quale non vede la verità, ma è un fondamento che viene dalla fede, dono di Dio. Che la Pasqua del Signore rinnovi tutta la speranza dell’umanità che da sola non può trovare la vita, una vita di felicità che solo nel Signore risorto si può trovare!
Fr. Feliciano MS

“Non abbiate paura, non temete… è risorto”

Pubblicato il: sabato 8 Aprile 2023

La Pasqua di Risurrezione è la vita che vince la morte, il bene che sconfigge il male, è il macigno rotolato, con la consolante certezza che l’abisso della morte è stato varcato e, con esso, sono stati sconfitti il lutto, il lamento e l’affanno.

Con le parole di Don Tonino Bello, Pasqua, allora, sia per tutti il rotolare del macigno, la fine degli incubi, l’inizio della luce, la primavera di rapporti nuovi e se ognuno di noi, uscito dal suo sepolcro, si adopererà per rimuovere il macigno del sepolcro accanto, si ripeterà finalmente il miracolo che contrassegnò la resurrezione di Cristo.

Chi sono io, davanti a Gesù che soffre?

Pubblicato il: lunedì 3 Aprile 2023

Cari amici e amiche,
Vi invito ad iniziare questa Settimana Santa lasciandovi guidare da alcune parole che Papa Francesco ha pronunciato alcuni anni fa, in occasione della Domenica della Palme.
[Ascoltando il racconto della Passione di Gesù], ci farà bene farci soltanto una domanda: Chi sono io, davanti al mio Signore? Chi sono io, davanti a Gesù che entra in festa in Gerusalemme? Sono capace di esprimere la mia gioia, di lodarlo? O prendo distanza? Chi sono io, davanti a Gesù che soffre?
Abbiamo sentito tanti nomi, tanti nomi. Il gruppo dei dirigenti, alcuni sacerdoti, alcuni farisei, alcuni maestri della legge, che avevano deciso di ucciderlo. Aspettavano l’opportunità di prenderlo. Sono io come uno di loro?
Abbiamo sentito anche un altro nome: Giuda. 30 monete. Sono io come Giuda? Abbiamo sentito altri nomi: i discepoli che non capivano niente, che si addormentavano mentre il Signore soffriva. La mia vita è addormentata? O sono come i discepoli, che non capivano che cosa fosse tradire Gesù? Come quell’altro discepolo che voleva risolvere tutto con la spada: sono io come loro? Sono io come Giuda, che fa finta di amare e bacia il Maestro per consegnarlo, per tradirlo?
Sono io come Pilato? Quando vedo che la situazione è difficile, mi lavo le mani e non so assumere la mia responsabilità e lascio condannare – o condanno io – le persone?
Sono io come il Cireneo che tornava dal lavoro, affaticato, ma ha avuto la buona volontà di aiutare il Signore a portare la croce?
Sono io come quelli che passavano davanti alla Croce e si facevano beffe di Gesù: “Era tanto coraggioso! Scenda dalla croce, a noi crederemo in Lui!”.
Sono io come quelle donne coraggiose, e come la Mamma di Gesù, che erano lì, soffrivano in silenzio?
Sono io come Giuseppe, il discepolo nascosto, che porta il corpo di Gesù con amore, per dargli sepoltura?
Sono io come le due Marie che rimangono davanti al Sepolcro piangendo, pregando?
Dov’è il mio cuore? A quale di queste persone io assomiglio? Che questa domanda ci accompagni durante tutta la settimana.