Madre Carla Borgheri


Fondatrice delle Suore Missionarie dell’Incarnazione e dei Padri Missionari dell’Incarnazione (1922-2006)

Nacque a Novi Ligure (Alessandria) il 17 febbraio 1922, fu battezzata a Pavia con il nome di Annunziata Nada. Il padre morì prima della sua nascita e la madre si prodigò sempre per crescere con amore la sua piccola creatura.

La sua infanzia fu caratterizzata da un peregrinare in diverse città d’Italia sotto le ali protettive dei parenti e della madre.

Fu prima a Firenze, e poi ad Angri (SA), dove lo zio la mise nel collegio delle Suore di Carità di San Vincenzo de Paoli. Qui ricevette la Cresima il 15 giugno 1931 e, il 25 dicembre la Prima Comunione.

Ritornata a Firenze, durante la quarta elementare, Nada dovette lasciare la scuola per le precarie condizioni di salute della mamma, cominciò a lavorare presso un parrucchiere.

All’età di dodici anni si ammalò di tubercolosi e fu ricoverata all’ospedale di Careggi, dove trascorse tanto tempo nella preghiera.

Nell’agosto 1942 Nada e la mamma decisero di trasferirsi a Roma, su invito di una zia. Nada tentò di entrare nel mondo dello spettacolo perché era la principale attività dei parenti della mamma, ma capì quasi subito che quell’ambiente non era il suo mondo.

Il suo spirito era spesso tormentato dall’incertezza, da un senso di ribellione verso le ingiustizie della società, ma sempre, segretamente, animata da una profonda esigenza di donazione.

A 22 anni Nada fu nuovamente colpita dalla tubercolosi e venne ricoverata all’ospedale Forlanini di Roma. Lì conobbe un cappellano Camilliano, padre Orfeo Romani, in seguito diventato suo direttore spirituale, che con una notevole pazienza, ricondusse alla fede la giovane Nada.

Questo cammino interiore, supportato dagli scritti di Santa Teresa d’Avila, fece balenare a Nada l’idea di una vita di totale donazione a Dio. Il periodo che coincise con il secondo ricovero viene considerato da molti   il momento della conversione: al centro del suo cuore vi era posto solo per l’amore di Dio.

Si iscrisse all’Azione Cattolica con la possibilità di un arricchimento spirituale e di conoscere le problematiche della Chiesa.

A Roma conobbe un altro religioso, il padre sacramentino Luigi Cattaneo, divenuto suo confessore e direttore spirituale. Con questo religioso fece un cammino di discernimento spirituale, che la portò all’emissione dei voti privati di povertà, castità, obbedienza.

Lasciata la sua casa materna, il 19 luglio 1952 entrò a far parte di una nascente Congregazione a Roma, nel quartiere di Borgata Ottavia. Qui indossò il loro abito religioso e prese il nome di Carla. Visse con loro senza però emettere la professione religiosa. In tale realtà non trovò quell’ideale che la spinse ad entrare in quella comunità, per questo Carla lasciò la Congregazione e riprese a lavorare per sostenere se stessa e la mamma.

La forza di tutto, nel suo cuore, era la presenza di Dio. Carla era completamente attirata dal mistero dell’Incarnazione e in quel periodo iniziò a leggere e ad approfondire testi teologici.

Nel frattempo alcune giovani iniziarono ad avvicinarsi sempre più a suor Carla (così era chiamata da loro), maturando insieme l’ideale della vita comune che effettivamente da lì a poco si realizzò.

Carla, il 29 giugno 1961, decise di accogliere stabilmente le amiche che volevano condurre con lei vita comune. Venivano gettate le basi di quella che sarebbe diventata una nuova congregazione religiosa.

Nel 1961 insieme a Carla iniziarono a fare vita comune Lucrezia Mucci e Caterina Moi, alle quali seguirono ben presto altre giovani attratte dalla sua figura carismatica.

Il 25 marzo 1963, festa dell’Incarnazione del Verbo, Carla e le prime sorelle entrarono nella casa di Vermicino-Frascati. La povertà era davvero grande. Nelle pagine del suo diario si può leggere, più in dettaglio, la descrizione di quella povertà che avvicinava tutte loro alla vita di Gesù.  

A Vermicino tra i vigneti di Spinoretico, piccolo borgo alla periferia di Roma, nacque l’opera missionaria così, come a Nazareth, avvenne il grande mistero dell’Incarnazione del Verbo.

La passione missionaria la portò sin dall’inizio in diverse parti del mondo fondando diverse opere a favore degli ultimi: nel 1976 in India, nel 1997 in Costa d’Avorio, nel 2000 in Albania.

Nel suo cuore cresceva un altro progetto: dare vita ad una realtà maschile. Nel 1994 in India, riuscì a realizzare questo progetto di Dio, dando inizio al ramo maschile col nome di “Padri Missionari dell’Incarnazione”, con l’approvazione diocesana a Pia associazione clericale.

Madre Carla seppe spendere la sua esistenza terrena in opere di carità, trasmettendo negli anni alle sue figlie e ai suoi figli il desiderio di testimoniare ovunque l’Amore di Dio, prediligendo i piccoli, i bisognosi ed i poveri di ogni genere.

Non risparmiò mai le sue energie. Fino all’anno 2005, all’età di 83 anni, percorse diverse parti del mondo dove la provvidenza la condusse, fino a che la malattia le impedì di continuare i suoi viaggi missionari.

A Vermicino, il 20 settembre 2006, circondata dalle sue figlie e figli spirituali, a mezzogiorno, intorno al suo letto di dolore, mentre si pregava l’Angelus Domini, alle parole Et Verbum Caro factum est, ella rese lo spirito a Dio.

Grazie al suo zelo missionario e all’amore appassionato per Dio e per l’umanità, oggi le Suore Missionarie dell’Incarnazione continuano ad operare in Italia, India, Costa d’Avorio, Albania, Filippine e Vietnam.

 

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