ITALIA

“Cosa importa se la strada per giungere alla risurrezione è il Calvario, anch’esso può divenire dolce se saliamo insieme a Gesù”. Le sue parole confortano e suonano come un invito a contemplare il calvario della nostra storia, delle sofferenze del mondo, soprattutto ad avere un pensiero al povero popolo ucraino...

La Pasqua: un cammino della nostra storia

Pubblicato il: domenica 16 Aprile 2023

La massima espressione della volontà di Dio, in cui riposa la nostra fede, è la ‘‘Pasqua’’. Essa trova il fondamento soltanto nella somma verità, Gesù Cristo, il Figlio di Dio. Noi guardiamo la Pasqua come principio dell’esistenza cristiana; in essa ci è stata donata la pienezza dell’amore di Dio, manifestato nella croce. Questa croce è un’espressione della sofferenza del Signore, un Dio umile che ha perdonato coloro che lo accusavano. Perdonando, manifestò la pienezza della sua misericordia che da quel momento non ha chiesto il riconoscimento di tutta l’umanità perché dica: ‘‘abbiamo peccato, Signore’’ e così manifestare il suo amore e dare il perdono a tutti noi, Chiesa pellegrina. Lui perdona innanzitutto con un atto di volontà, anche se sofferente (Lc 23,34a). Solo dopo arriva la verità nel cuore, guardando il modo in cui il Signore fa la sua Pasqua sul legno della croce, una verità che produce meraviglie solo al pronunciarla (Mc 15,38).
Tutto ciò che è accaduto nell’ora del Signore è un’espressione di un amore totale, quell’amore che portò gioia a noi nel primo giorno della Settimana, quando Gesù risuscitò (Gv 20,1-10). Parlando della gioia, Papa Francesco ci esorta a non dimenticare coloro che sono tristi, come se vivessero una continua quaresima.
Ogni persona umana ha i suoi diritti, ma alcuni non credono più nell’umanità, a causa della giustizia che viene loro negata senza che nessuno venga in loro aiuto per trovare la strada che porti a una soluzione dell’ingiustizia e apra un cammino verso la gioia.
La Pasqua ha un senso importante per le suore Missionarie dell’Incarnazione, perché Madre Carla, l’amabile Fondatrice, la riteneva una festa fondamentale. Anzitutto, Madre Carla Borgheri aveva sempre con sé un crocifisso, non solo come distintivo del suo essere cristiana, ma come fondamento della sua fede; una fede che la teneva ben radicata nella sua storia, nella sua vita quotidiana. Madre Carla aveva ben presente la festa della risurrezione del Salvatore, nella quale trova senso ogni aspetto della nostra vita. Affermava sempre che Dio dall’eternità ha pensato a ciascuno di noi, ci ha visti, conosciuti e chiamati alla vita. Tutto questo lo ha fatto perché ci ama. E invitava sempre ad amare il Buon Gesù che sempre resta con noi, anche se tutti ci volgono le spalle. La Pasqua, così come l’Incarnazione, costituisce il centro unificatore di tutto il genere umano.
In verità, mi commuovo davanti al modo in cui Madre Carla concepisce la persona di Gesù, e collega i misteri della nostra fede, con l’Incarnazione. Gesù con la Sua gioiosa Risurrezione ci dà la speranza e la forza; insomma, come ribadisce Madre Carla, se Gesù è risorto anche noi potremo risorgere come ci ha promesso.
“Cosa importa se la strada per giungere alla risurrezione è il Calvario, anch’esso può divenire dolce se saliamo insieme a Gesù”. Le sue parole confortano e suonano come un invito a contemplare il calvario della nostra storia, delle sofferenze del mondo, soprattutto ad avere un pensiero al povero popolo ucraino che sta cercando in tutti i modi un momento di pace; ma la pace è quasi inesistente. Infatti anche quando il corpo è sano, tante volte il cuore non trova pace a causa delle sofferenze che lo affliggono.
Il testamento della Madre fondatrice è quanto mai attuale perché ci invita a fare della sequela di Gesù lo scopo della nostra vita, ognuno con il proprio stile di vita, anche quando il cuore è ricolmo di amarezza come lo era il suo nell’orto degli ulivi. Si deve procedere lungo questo cammino terreno con serenità, accettando le tante contrarietà.
Per finire, dobbiamo ricordare che la pasqua trova senso nella nostra vita, se la nostra vita trova senso nella Pasqua. Bisogna riconoscere che in Dio noi troviamo riposo, che noi siamo l’immagine del suo essere increato. La croce è dove il Signor morì e passò da questo mondo, compiendo la sua opera di salvezza. Ma continuiamo a cercarlo e Lui si farà trovare. Il vescovo di Ippona scrive che siamo stati fatti per il Signore e che il nostro cuore è inquieto finché non riposi in Lui. Tutto questo non è semplice da capire per la ragione la quale non vede la verità, ma è un fondamento che viene dalla fede, dono di Dio. Che la Pasqua del Signore rinnovi tutta la speranza dell’umanità che da sola non può trovare la vita, una vita di felicità che solo nel Signore risorto si può trovare!
Fr. Feliciano MS
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