Origini


Le origini della Congregazione si possono considerare intorno gli anni sessanta, quando in Italia e in Europa, sulla scia del boom economico, emergevano sostanziali cambiamenti nella vita e nei comportamenti. La Famiglia delle Suore Missionarie dell’Incarnazione pose le proprie radici in un momento storico molto particolare. Nella Chiesa erano in atto grandi eventi.  Da un lato c’era un clima di grande speranza, acceso dal Concilio Vaticano II, mentre d’altro canto si viveva storicamente un periodo di contestazione e di apostasia.

 

Erano anni in cui era rilevante la crisi delle vocazioni in un mondo che si preparava al ripudio della fede, in un contesto religioso incline non alla creazione di nuovi Istituti religiosi, ma alla riduzione di quelli esistenti.

In questo contesto storico lo Spirito Santo ispirò un nuovo carisma nella Chiesa e per la società scegliendo Madre Carla Borgheri per fondare la Congregazione delle Suore Missionarie dell’Incarnazione. 

A Madre Carla Borgheri, una donna come tante altre del suo tempo, Dio affidò l’inizio della nuova fondazione. Nel suo testamento spirituale, ella si definisce: “sono un puro frutto della misericordia divina” [1].

Madre Carla è stata una donna che si è lasciata invadere, illuminare e condurre dallo Spirito, mentre pian piano le rivelava il progetto del nuovo carisma. Tutta la sua vita è stata toccata dalla provvidenza paterna di Dio.

Il 29 giugno 1961 è la data delle origini e del primo raduno delle Suore Missionarie dell’Incarnazione. La nuova comunità voleva stare al passo coi tempi e contemporaneamente contrapporsi ad una generazione che sempre più correva verso il vuoto, l’immoralità, l’ateismo.

Le componenti del nascente gruppo erano solo tre: Carla Borgheri, Cleo all’anagrafe, Lucrezia Mucci, Caterina Moi. Tutte e tre venivano da lunghi anni di degenza in ospedale, erano deboli semi nella carne, ma lo Spirito Santo si serve sempre dei piccoli. Guidate dallo stesso spirito, si trovarono concordi a vivere nella luce del Verbo Incarnato, in comunione di vita e di preghiera.

Principale occupazione del piccolo gruppo, che non aveva nemmeno una casa, ospiti di un istituto di Suore, era la vita interiore. Unione intima e contemplazione del Verbo, iniziative di carità operosa e povertà evangelica erano le loro attività principali.

La preghiera comunitaria e personale scandiva i ritmi delle varie attività e del lavoro manuale del primo gruppo, e nello stesso tempo pose la base allo stile di vita delle future Missionarie.


[1] C. BORGHERI, Testamento spirituale, testo dattiloscritto, Frascati 2006, pag. 6.