10
FebSettimana di Preghiera
Pubblicato il: lunedì 10 Febbraio 2025
Pubblicato il: lunedì 10 Febbraio 2025
Pubblicato il: lunedì 10 Febbraio 2025
Nella parrocchia dello Spirito Santo una serata di musica e solidarietà
Sabato 8 febbraio la parrocchia Spirito Santo di Su Planu, ha ospitato il concerto di beneficenza dell’Ensemble Chorus Project Luigi Rachel di Quartu Sant’Elena, diretto dal maestro Giacomo Medas e del coro del gruppo folk «Città di Dolianova», diretto dalla maestra Maria Elisabetta Agus.
Le due corali si sono esibite per sostenere la costruzione di una scuola materna nella missione di Boassa, in Burkina Faso, dove operano le Suore Missionarie dell’Incarnazione, accogliendo l’invito di suor Lovely che opera nella comunità parrocchiale selargina.
È stata lei ad introdurre la serata, portando i saluti della Madre generale, suor Carmela Cataldo, che non ha potuto presenziare per motivi di salute.
La voce delle suore
«Boassa – ha detto suor Lovely – è un villaggio povero, dove manca del tutto l’acqua, il cibo e la corrente elettrica. Solo durante il tempo delle piogge è possibile coltivare la terra e il poco raccolto viene conservato anche per il lungo tempo della siccità».
Il progetto
Lo scopo della raccolta delle offerte è la costruzione di una scuola materna, che possa permettere la scolarizzazione a partire dai bambini più piccoli, ma anche aiutare tutte le donne del villaggio nella loro formazione.
La maggior parte dei piccoli non va a scuola perché costretta a cercare l’acqua e il cibo lontano dal proprio villaggio.
Nel terreno acquistato 10 anni fa è stata costruita una casetta, che accoglie quattro consorelle missionarie, dove si svolge il catechismo, le attività del coro, l’animazione dei bambini e dei giovani ed è presente un gruppo vocazionale.
Il programma
I due cori intervenuti hanno proposto alcuni brani del loro repertorio, tra cui l’Adieumus di Karl Jenkins per l’Ensemble Chorus Project e S’aneddu di Bobore Nuvoli per il coro «Città di Dolianova».
In formazioni riunite è stato invece proposta la Ninna nanna de Anton’Istene di don Pietro Allori, composta nel 1969 su testo poetico di Antioco Casula, noto Montanaru.
Dopo i ringraziamenti e saluti finali del parroco don Giuseppe Camboni, la serata si è conclusa con un invito conviviale nell’oratorio di Su Planu, dove i due cori hanno regalato ulteriori esibizioni in amicizia e condivisione.
Susanna Musanti
Pubblicato il: venerdì 14 Febbraio 2025
Dalle parole del Santo Padre, Papa Francesco, di qualche giorno fa: “Celebriamo la XXXIII Giornata Mondiale del Malato nell’Anno Giubilare 2025, in cui la Chiesa ci invita a farci pellegrini di speranza”.
Perché mai il Santo Padre definisce questa una giornata di speranza? Perché chi opera con i malati, con gli anziani e con le loro malattie degenerative, dona speranza ogni giorno a vite spesso segnate dalla sofferenza e dalla solitudine. Spesso non sono solo le cure mediche a dare sollievo al dolore: occorrono una carezza, un sorriso, una parola di conforto che infondano fiducia e calore umano.
L’11 febbraio 2025, presso le Suore Missionarie dell’Incarnazione di Vermicino, dove sono ospitate le nostre mamme, abbiamo celebrato questa speciale Festa della Speranza. Un pomeriggio iniziato con la Santa Messa, celebrata tra canti e preghiere in un’atmosfera familiare e raccolta. Poi, la condivisione di un momento conviviale, fatto di dolci e pietanze preparate con amore.
Le nostre mamme? Tutte gioiose e serene
Pubblicato il: martedì 11 Marzo 2025
Cos’è la Quaresima per un cristiano? È un cammino condiviso verso la Pasqua. E proprio nel camminare insieme si racchiude tutta la vita terrena di Gesù.
Lui si è fatto uomo, ha toccato con mano le nostre miserie, ha percorso le strade del mondo annunciando l’amore e la misericordia. Ha perdonato, ha guarito le ferite dell’anima e del corpo, ha risuscitato i morti. E alla fine, non è salito su un trono, ma su una Croce.
La Croce, simbolo di condanna e di vergogna per il popolo ebraico, è diventata invece il segno della nostra Identità. Perché proprio dalla Croce è scaturita la Vita Nuova. E Gesù ce lo ha detto chiaramente: “Io sono la Via, la Verità e la Vita”.
La Quaresima è un percorso verso una Nuova Vita.
Spesso pensiamo che digiunare o mortificarci siano i modi migliori per prepararci alla Pasqua. Ma Dio non cerca la nostra sofferenza: Lui vuole che ci liberiamo dalla frenesia, del mondo, che ci fermiamo, preghiamo. Saltare un pasto? Perché no! Ma non come un peso, bensì con la gioia nel cuore, perché la vera Quaresima è la gioia del donarsi.
La parabola del Buon Samaritano ci aiuta a comprendere questo:
“Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico, e s’imbatté nei briganti che lo spogliarono, lo ferirono e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso un sacerdote scendeva per quella stessa strada, ma quando lo vide, passò oltre dal lato opposto. Così pure un Levita, giunto in quel luogo, lo vide, ma passò oltre dal lato opposto. Ma un Samaritano, che era in viaggio, giunse presso di lui e, vedendolo, ne ebbe pietà; avvicinatosi, fasciò le sue piaghe versandovi sopra olio e vino, poi lo mise sulla propria cavalcatura, lo condusse a una locanda e si prese cura di lui. Il giorno dopo, presi due denari, li diede all’oste e gli disse: “Prenditi cura di lui; e tutto ciò che spenderai di più, te lo rimborserò al mio ritorno”
Il Samaritano non si è limitato ad aiutare sul momento, ha pensato anche al futuro di quell’uomo. E così anche la nostra Quaresima non deve fermarsi al digiuno o preghiera, o accenni di carità, deve trasformarsi in un impegno concreto e costante, per una vita, vissuta nel servizio agli altri.
Madre Carla è stata proprio questo un esempio di vita donata, ha saputo incarnare questo spirito. Lei non si è limitata alla carità dell’istante, ma ha costruito un futuro per chi non ne aveva uno. Con il suo impegno instancabile, ha lasciato una testimonianza vivente alle sue e nostre suore, che continuano la sua straordinaria e pulsante opera di donarsi agli altri, con la Gioia del Risorto.
Buona e Santa Quaresima
Pubblicato il: mercoledì 19 Marzo 2025
Maria e Giuseppe rappresentano il passaggio dalla promessa e dall’attesa all’attuazione del progetto divino. Sebbene Gesù sia stato generato per opera dello Spirito Santo, Giuseppe è stato il padre putativo a cui Dio ha affidato il compito di accogliere e crescere il Salvatore; la sua stirpe era stata prescelta proprio per questo.
Il profeta Isaia disse:
«Un germoglio spunterà dal tronco di Iesse (Davide), un virgulto germoglierà dalle sue radici; su di lui si poserà lo spirito del Signore, spirito di sapienza e d’intelligenza, spirito di consiglio e di fortezza, spirito di conoscenza e di timore del Signore»
Ma chi è stato veramente il mite e umile Giuseppe? Spesso il concetto di semplicità e mitezza di cuore viene erroneamente associato alla debolezza, quasi a una sorta di paura! Al contrario, Giuseppe è stato l’esatto opposto di tutto questo.
Per noi cristiani, specialmente in questo drammatico momento storico segnato da violenze, guerre, vendette sanguinose, sete di dominio e potere, Giuseppe rappresenta la forza, il coraggio, la speranza e la fede di un uomo giusto e saggio. Non si lasciò accecare dalla rabbia o dalla vendetta, nemmeno di fronte alla possibilità che la sua promessa sposa fosse incinta di un altro. Spesso la gelosia degli uomini, ieri come oggi, offusca la ragione e il rispetto per la propria compagna di vita.
Giuseppe non solo amava Maria nel profondo del suo cuore, ma la rispettava profondamente. Quando rifletteva se ripudiarla in silenzio, in lui non vi era né giudizio né condanna.
L’annuncio dell’angelo:
«Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché ciò che è generato in lei viene dallo Spirito Santo. Ella partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù, poiché egli salverà il suo popolo dai suoi peccati» (Mt 1,20-21).
Di fronte a tale rivelazione, che per qualcuno sarebbe potuta sembrare solo un sogno, Giuseppe non ebbe dubbi né esitazioni: accettò il progetto di Dio con la consapevolezza che la sua vita sarebbe cambiata per sempre. Avrebbe dovuto crescere il Figlio di Dio! È difficile immaginare cosa sia passato nella mente di un uomo di fronte a un annuncio del genere. Qualcuno, forse, si sarebbe sentito non solo impaurito, ma anche incapace di sostenere una missione così grande.
Ma la grande forza di Giuseppe, un carpentiere e non semplicemente un povero falegname, è stata quella di saper superare paure, timori e pregiudizi, accettando con speranza e fede ciò che Dio gli aveva riservato. Sono pochi i passaggi del Vangelo in cui si fa riferimento a Giuseppe e non conosciamo con certezza il suo destino, ma resta il fatto che questa figura è spesso dimenticata o considerata secondaria nell’attuazione del progetto divino. Perfino in molti affreschi di artisti e pittori che ritraggono Gesù e Maria, Giuseppe è assente. Eppure, egli deve essere per noi un grande testimone di fede!
Impariamo a ricordare San Giuseppe non solo il 19 marzo, ma in tutti quei momenti della nostra vita in cui siamo chiamati a prendere decisioni importanti o ad affrontare periodi difficili in famiglia. Egli non è stato solo un esempio di paternità, di sposo rispettoso e dedito alla famiglia, ma un modello per ogni vocazione, inclusa quella religiosa.
Un augurio a tutti i papà, affinché, guardando a San Giuseppe, possano essere strumenti di speranza e fede per le proprie famiglie.
In questa giornata speciale, un augurio sincero e speciale va al nostro Santo Padre Francesco. Come San Giuseppe, possa essere sempre guidato dallo Spirito di Dio e continuare a essere un faro per noi tutti.
Guarisci presto, Papa Francesco, e torna in mezzo a noi!
Pubblicato il: lunedì 24 Marzo 2025
La Diocesi di Frascati insieme alla Diocesi di Velletri-Segni, unite in persona episcopi S.E. Mons. Stefano Russo, ha attraversato sabato mattina la Porta Santa della Basilica Papale di San Paolo Fuori le Mura partecipando, così, al giubilo di tutta la Chiesa universale in questo Anno Santo della Speranza.
Durante la celebrazione eucaristica, Mons. Russo ha svelato ai fedeli un’icona iscritta con Gesù Salvatore circondato dai Santi Filippo e Giacomo, patroni della Diocesi tuscolana, e dai Santi Clemente e Bruno, patroni della Diocesi di Velletri-Segni, e il versetto del Vangelo di Giovanni (15, 9) “Rimanete nel mio amore” e, come ha detto il Vescovo, è quello che le due Diocesi vogliono fare.
Amore e giubilo. Due termini difficili da separare perché chi ama è felice di donare il proprio amore e chi è amato è felice di sentirsi beneficiario di tale dono. E come si declina, allora, questo dittico con il passaggio della Porta Santa, con un cammino che può essere aspro, difficile e che a volte viene oscurato dallo sconforto? C’è un impostazione importante che non dobbiamo dimenticare: per entrare in Basilica, dal greco “casa del Re”, non serve bussare; la porta è spalancata.
Il dettaglio sembrerebbe ovvio, ma non lo è perché testimonia come il Signore ci aiuti a rimanere nel suo Amore, a rimanere con Lui, anche quando usciamo dalla Sua casa: sappiamo che quella porta rimane spalancata, pronta a farci rientrare alla presenza del Re con la grazia della Sua misericordia e della Sua accoglienza.
E vi è di più. Perché non mettere un portiere o un pulsante per l’apertura automatica? Sarebbe più pratico, no? Perché, invece, la porta rimane spalancata, anche con la pioggia, come quella che ieri mattina ha accolto i fedeli? Nel Vangelo di Luca (15, 11-32), che ieri è stato letto durante la Santa Messa, c’è un’espressione che può aiutarci a capire il motivo di un’apertura tanto serrata: “Quando era ancora lontano il padre lo vide e commosso gli corse incontro”. Il Re, dalla propria casa, scruta, da quella porta spalancata, lontano verso tutti quei figli di cui attende la visita, il ritorno o la conoscenza. E quando li scruta in lontananza commosso corre incontro loro verso quella porta spalancata.
“Rimanete nel mio Amore. […] Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena” (Gv 15, 9 e 11).
Matteo Verzaro
Pubblicato il: venerdì 28 Marzo 2025
Questa Parola risuona con forza nei nostri cuori e ci ricorda che Dio ci ama di un amore personale, unico, irripetibile. È Lui che ha guidato ogni nostro passo con la Sua grazia, conducendoci fino a questo giorno benedetto. Davanti a un dono così grande, sentiamo che non possiamo custodirlo solo per noi: siamo chiamate a essere strumenti vivi e trasparenti del Suo amore, ponti che avvicinano i cuori a Dio, testimoni credibili della Sua misericordia.
«L’anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio Salvatore» (Lc 1,46-47).
In questo giorno speciale, 25 marzo 2025, uniamo la nostra gioia a quella della Chiesa intera nella celebrazione della Solennità dell’Annunciazione del Signore. Come Maria, che con il suo “Sì” ha accolto il progetto di Dio per la salvezza del mondo, anche noi, con cuore colmo di gratitudine, rinnoviamo il nostro “Sì” al Signore, per tutta la vita.
Questa giornata ha per noi un significato ancora più profondo: celebriamo anche la festa della nostra Congregazione, “Il Verbo si fece carne”, in quest’anno giubilare in cui camminiamo come Pellegrini della Speranza.
La celebrazione è stata presieduta con gioia da Padre Mario Carlo Zanotti e concelebrata da numerosi sacerdoti, alla presenza del popolo di Dio e delle nostre sorelle, nella cappella della Casa Madre, dove riposa il corpo dell’umile Serva di Dio, Madre Carla Borgheri. La sua intercessione ci accompagna ogni giorno, la sua testimonianza ci sostiene e ci ispira.
Abbiamo ascoltato con fede e commozione l’omelia, che ci ha ricordato:
«La Divina Eucaristia è il prolungamento dell’Incarnazione: lì dobbiamo raccogliere tutta la nostra vita, la nostra giornata – amore, adorazione, ringraziamento – custodirla per essere custoditi dal Signore».
Un momento particolarmente toccante è stato quello in cui, indossando l’abito religioso, le campane hanno suonato a festa, ricordandoci che «Il Verbo si è fatto carne». È stato un richiamo potente alla nostra consacrazione: Dio ci ha scelte e consacrate per essere portatrici del Suo amore, segno visibile della Sua presenza nel mondo.
Pur non avendo accanto le nostre famiglie d’origine, abbiamo sentito forte la consolazione della Parola di Dio:
«Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna» (Mt 19,29).
In questa promessa abbiamo trovato conforto, e nella grande famiglia delle SMI abbiamo sperimentato un amore che accoglie, sostiene e custodisce.
Signore Gesù, Tu ci hai chiamate per nome.
La Tua tenerezza, la Tua vicinanza e il Tuo amore ci sostengono in ogni momento.
Con cuore fiducioso, Ti affidiamo tutta la nostra vita:
la Tua grazia e il Tuo amore ci bastano.
TI AMO, O MIO GESÙ.
Le neo professe
Pubblicato il: domenica 13 Aprile 2025
«La folla numerosissima stese i suoi mantelli sulla strada, mentre altri tagliavano rami dagli alberi e li stendevano sulla via. La folla che andava innanzi e quella che veniva dietro gridava: “Osanna al figlio di Davide! Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Osanna nel più alto dei cieli!” Entrato Gesù in Gerusalemme, tutta la città fu in agitazione e la gente si chiedeva: “Chi è costui?” E la folla rispondeva: “Questi è il profeta Gesù, da Nazaret di Galilea». Matteo 21:8-11
Gesù, che fino a quel momento aveva sempre camminato a piedi per le strade della Galilea, della Samaria e della Giudea, questa volta per entrare a Gerusalemme, predilige un umile asinello. Un animale presente nella Bibbia, che evidenzia la libertà e umiltà. L’umiltà, quella virtù che apre alla verità.
In quel luogo Santo, dove la gente lo osannava, non sarebbe stato impossibile per Gesù fomentare il popolo alla rivolta o all’insurrezione, in vista anche di quello che lo aspettava. Al contrario, Lui scelse di annunciare al mondo la “rivoluzione della pace e dell’amore”.
Con la Domenica delle Palme ha inizio la Settimana Santa, la settimana in cui Gesù tocca il picco di umanità, caricandosi sopra di sé i peccati, le miserie, le piaghe dell’uomo, fino alla Croce, quella che gli ebrei consideravano la morte per i peggiori criminali.
Ed è proprio per questo che la Settimana Santa deve invitarci ad una profonda riflessione. È il tempo in cui non dobbiamo solo ricordare la passione, la morte e la Resurrezione, ma dobbiamo viverla nei tanti gesti del quotidiano, con la preghiera, nel perdonare, nella carità verso gli altri. Ogni momento, ogni rito di questa settimana, ci testimoniano che Lui è il Figlio di Dio, dalla lavanda dei piedi che testimoniano l’umiltà, all’Ultima Cena, un invito a fare dono di sé agli altri, come ha fatto Lui: “Fate questo in memoria di me”, alla passione, tra le debolezze, le incomprensioni, i tradimenti dei discepoli, fino alla Croce. Poi come accade agli uomini, la morte del corpo. Ma non finisce qui, la sua discesa agli inferi, al regno della morte, per liberare dalla prigionia del peccato e delle nefandezze l’uomo. Per poi, nel giorno di Pasqua, tornare vittorioso tra gli uomini, una vittoria conseguita non con le armi, ma con il sacrificio della propria vita.
Andiamo verso la Pasqua con il cuore aperto e disponibile a vivere questo grande mistero di salvezza.
Pubblicato il: domenica 20 Aprile 2025
Mentre camminavo per andare a fare delle commissioni riflettevo, essendo entrati nel Triduo Pasquale, a quanto deve essere stata dura per Gesù affrontare tutto quello che ha affrontato. Se per molti la Pasqua diventa occasione consumistica, tra uova e colombe, dall’altra siamo chiamati ad entrare in un ottica diversa.
Non mi riferisco solo alla morte in Croce dove Cristo ci ha riscattati, per amore, ma anche a tutte le offese, le menzogne, gli abbandoni che ha patito durante la Passione.
Vedere gli amici con i quali hai condiviso tanto (banchetti, feste, scarpinate tra un posto e l’altro, condivisioni) voltarti la faccia, non essere presenti lì, sotto la Croce, nel momento più difficile avrebbe destabilizzato chiunque.
Saremmo rimasti tutti delusi, amareggiati, notevolmente arrabbiati, poiché che amicizia è se nel momento del bisogno fuggi? Che legame fraterno è se scappi quando le cose precipitano e non è più così conveniente starti accanto?
Fortunatamente per noi, Cristo ragiona secondo Dio Padre e non secondo la logica di noi uomini fragili!
Però il punto su cui voglio soffermarmi è proprio il comportamento degli amici, degli apostoli e di tutti quelli che nel momento del bisogno sono fuggiti o per paura o perché non era più conveniente stare accanto a un ricercato, a un futuro condannato.
Diciamo che i nostri cari Apostoli non hanno brillato di Empatia.
Ma cos’è l’Empatia?
DEFINIZIONE: “Capacità di porsi nella situazione di un’altra persona o, più esattamente, di comprendere immediatamente i processi psichici dell’altro”.
Nel libro “Intelligenza Emotiva” di Daniel Goleman, noto psicologo e scrittore, il terapeuta evidenzia quanto avere una buona intelligenza emotiva, sviluppare quell’attenzione verso i sentimenti e le emozioni del prossimo, quindi coltivare l’empatia sia la chiave del successo per le relazioni umane e non.
Di conseguenza riallacciandoci al momento della Passione, quanto in quei momenti Cristo, nonostante era intenzionato fino alla fine a compiere la missione per la nostra salvezza, avrebbe voluto accanto delle persone che potessero anche solo stargli accanto, consolarlo, comprendere i suoi sentimenti?
Lo dimostra nell’orto del Getsemani quando chiede a Pietro, Giacomo e Giovanni di pregare con Lui e li ritrova addormentati, segno inevitabile della fragilità umana.
Proprio perché Cristo è sia vero Dio ma anche vero Uomo, doveva vivere tutte le sensazioni più agghiaccianti dell’umanità, quindi anche il bisogno, la voglia di conforto rientrano tra queste.
Cosa possiamo fare, dunque, per prendere spunto da questa vicenda che ha segnato la storia di Salvezza dell’uomo, oltre il significato salvifico-teologico?
Progredire, coltivare la nostra intelligenza emotiva, costruire, anzi meglio, sviluppare la nostra empatia.
Ci troviamo in un periodo storico segnato dallo sviluppo della tecnologia, in cui i social hanno il predominio sulle nostre vite quotidiane, con alcune conseguenze assai devastanti, basti pensare ai vari atti di cyber-bullismo o il semplice atteggiamento che gli Hater hanno contro le persone che si espongono sui social, tanto per fare un esempio, anche nella vita reale la situazione non cambia e i “Getsemani” quotidiani, quei luoghi di lotta, di contraddizione, di sudorazione sanguigna, di estrema sofferenza sono presenti in pianta stabile nella vita di ognuno.
Ognuno vive un suo orto degli ulivi, ognuno porta avanti una battaglia silenziosa di cui non si è a conoscenza, allora proprio per questo siamo chiamati alla conversione, ad alzare il baricentro e guardare l’altro in chiave diversa.
Dove quando davanti ad uno che ci dice “…La mia anima è triste fino alla morte…” noi possiamo accoglierlo con un abbraccio e non con la solita frase fatta che troviamo nei baci perugina.
Che questa sia una Pasqua di risveglio, che questa sia per noi una Pasqua nella quale la nostra Empatia, l’amore e la benevolenza possano uscire dai nostri sepolcri.
Quindi buon lavoro, sapendo che siamo amati fino alla fine anche qualora non riusciamo a dimostrare nulla.
Buona Pasqua!
Alessio
Pubblicato il: lunedì 21 Aprile 2025
La sera del 13 marzo 2013. In una serata in cui il cielo non era del colore dei tramonti romani, dove nell’aria non si percepiva ancora il profumo della primavera, in una Roma quasi triste e buia, un arcobaleno di speranza e amore invadeva all’improvviso il cuore dei Romani e di quelli che per un giorno erano riuniti sulla piazza più bella del mondo, esultanti di gioia. Che ringraziavano e lodavano Dio per il dono di Papa Francesco, un uomo puro venuto dalla fine del mondo, il parroco delle favelas, che con la sua veste bianca essenziale e con la sua croce di semplice sacerdote del mondo, da quel balcone della Basilica di San Pietro, stringeva in un abbraccio di tenerezza e amore tutta l’umanità.
Sembrava quasi timido, fuori luogo, in quella casa tanto diversa dal suo ambiente, dalla sua quotidianità, ma quando diceva: “Buona sera, fratelli e sorelle”, diventava all’improvviso San Francesco, il frate scalzo, che ha travolto il mondo di pace e misericordia. E in quella serata buia e triste, il calore di quell’abbraccio riscaldava tutti i nostri cuori. Sembrava quasi che lo Spirito di Dio, lasciata la Cappella Sistina, aleggiasse ancora su Piazza San Pietro, infuocando di sentimenti puri tutti coloro che erano sulla piazza. Gli stessi sentimenti che poi arrivavano in ogni angolo del mondo, attraverso i mezzi di comunicazione. Il contagio era avvenuto, lo stesso contagio di pace e lode a Dio che il poverello d’Assisi aveva causato quasi mille anni fa, nei cuori degli uomini di ieri e di oggi, facendosi difensore dei poveri, degli ultimi, diventando ambasciatore di pace in Oriente, un rivoluzionario, un anticonformista San Francesco, ma sempre difensore estremo della Croce, della Croce Santa.
Pubblicato il: giovedì 24 Aprile 2025
È giunta alla chiusura la fase diocesana della causa di beatificazione e canonizzazione di Madre Carla Borgheri. Sabato 26 aprile 2025, alle ore 16 – la celebrazione è stata posticipata nel pomeriggio vista la concomitanza delle esequie del Santo Padre Papa Francesco-, nella Cattedrale di San Pietro a Frascati, si terrà la Sessione di Chiusura dell’Inchiesta diocesana sulla vita, le virtù eroiche, la fama di santità e i segni attribuiti alla Serva di Dio Madre Carla Borgheri, Fondatrice delle Suore Missionarie dell’Incarnazione e dei Padri Missionari dell’Incarnazione. Il rito avrà luogo al termine della Celebrazione Eucaristica e sarà presieduto dal Vescovo Stefano Russo. La fase diocesana era stata aperta nella stessa Cattedrale l’11 dicembre 2022.
C’è grande attesa nell’ambito del mondo ecclesiastico tuscolano per il prestigioso evento che rende merito alla straordinarietà di una grande donna, riuscita a trasformare i suoi dolori in dono e a far germogliare semi di speranza, anche nelle zone più remote del mondo, grazie alla contemplazione e venerazione del mistero dell’Incarnazione che come sosteneva Madre Carla: “è il mistero dell’amore di Dio per l’uomo. È il dono della divina misericordia alla creatura. È il centro dell’unità di tutto il genere umano, che per essa diviene in Cristo unico corpo”.
Il Tribunale ecclesiastico che ha condotto l’Inchiesta diocesana a Frascati è composto da monsignor Orlando Raggi, delegato episcopale, subentrato dopo la scomparsa improvvisa di padre Luigi Secchi, religioso Camilliano; da don Jude Chukwuma, promotore di giustizia; da Federica Branca, notaio; e da Marco Capri, notaio aggiunto. Il postulatore della causa di beatificazione e canonizzazione è il dottor Waldery Hilgeman.
Tutti gli atti processuali, redatti in doppia copia conforme e racchiusi in contenitori sigillati, saranno affidati a suor Loreda Spagnolo, nominato portitore, con il compito di consegnarli al Dicastero delle Cause dei Santi.
Il ricordo di Madre Carla è molto radicato nel tessuto sociale di Frascati, soprattutto a Vermicino, dove Madre Carla dopo anni di peregrinazione pose le basi per la futura Congregazione scegliendo come dimora una umile abitazione sita in via Luzi.
«I primi anni – spiega Suor Anna Piu, classe 1934, una delle prime consorelle e stretta collaboratrice di Suor Carla, nonché sua prima erede come Superiora generale – furono davvero duri: nella casa di via Luzi c’erano appena alcune sedie e un tavolo, ma la fede era grande. Mi avvicinai a Madre Carla venendo dalla Sardegna, attratta dalla sua personalità carismatica».
A Spinoretico le consorelle incontrarono la comunità locale «Anche gli abitanti di questo quartiere di Frascati erano molto poveri – prosegue Suor Anna – l’Italia era in piena ricostruzione, mancava tutto ma non il rispetto, da quelle povere famiglie di contadini, principalmente migranti abruzzesi, ciociari e marchigiani, ricevemmo nei momenti più difficili qualche prodigioso quanto necessario aiuto, lo Spirito non ci abbandonò mai. Ricordo – prosegue Suor Anna – i molti bambini scalzi che giocavano sulle strade polverose mentre i genitori andavano a lavorare i vigneti, iniziammo presto a caratterizzare la nostra missione per l’assistenza ai bambini, fondando un asilo, e agli anziani, fondando una casa di riposo che ancora opera a via Luzi».
Per seguire la diretta – CONCLUSIONE DEL PROCESSO DIOCESANO DI BEATIFICAZIONE
ALCUNI CENNI BIOGRAFICI
Madre Carla, nata a Novi Ligure il 17 febbraio 1922, fu battezzata a Pavia con il nome di Annunziata Nada. Il padre morì prima della sua nascita e la madre si prodigò sempre per crescere con amore la sua piccola creatura.
La sua infanzia fu caratterizzata da un peregrinare in diverse città d’Italia sotto le ali protettive dei parenti e della madre.
Fu prima a Firenze, e poi ad Angri (SA), poi nuovamente a Firenze quando a circa 9 anni dovette lasciare la scuola per le precarie condizioni di salute della mamma e cominciò a lavorare presso un parrucchiere.
Importante fu per la giovane Nada l’incontro con la malattia e la sofferenza, all’età di dodici anni si ammalò di tubercolosi e fu ricoverata all’ospedale di Careggi,
A 22 anni Nada fu nuovamente colpita dalla tubercolosi e venne ricoverata all’ospedale Forlanini di Roma, città nella quale si era trasferita con la madre fin dal 1942. Al Forlanini conobbe un cappellano Camilliano, padre Orfeo Romani, in seguito diventato suo direttore spirituale, che con una notevole pazienza, aprì la via alla fede profonda della giovane Nada.
Questo cammino interiore, supportato dagli scritti di Santa Teresa d’Avila, fece balenare a Nada l’idea di una vita di totale donazione a Dio. Il periodo che coincise con il secondo ricovero viene considerato da molti il momento della conversione: al centro del suo cuore vi era posto solo per l’amore di Dio.
Preso il nome di Carla indossando l’abito di una nascente Congregazione a Roma, nel quartiere di Borgata Ottavia, negli anni ’50, Carla iniziò ad essere attirata dal mistero dell’Incarnazione e nonostante la fine di quella prima esperienza comunitaria, iniziò a leggere e ad approfondire testi teologici.
Il 25 marzo 1963, festa dell’Incarnazione del Verbo, Carla e le prime sorelle che le si erano avvicinate, entrarono nella casa di Vermicino a Frascati. La povertà era davvero grande. Nelle pagine del suo diario si può leggere, più in dettaglio, la descrizione di quella povertà che avvicinava tutte loro alla vita di Gesù.
A Vermicino tra i vigneti di Spinoretico, piccolo borgo alla periferia di Frascati, nacque l’opera missionaria così, come a Nazareth, avvenne il grande mistero dell’Incarnazione del Verbo.
A Vermicino, il 20 settembre 2006, circondata dalle sue figlie e figli spirituali, a mezzogiorno, intorno al suo letto di dolore, mentre si pregava l’Angelus Domini, alle parole Et Verbum Caro factum est, ella rese lo spirito a Dio.
Grazie al suo zelo missionario e all’amore appassionato per Dio e per l’umanità, oggi le Suore Missionarie dell’Incarnazione continuano ad operare in Italia, India, Costa d’Avorio, Albania, Filippine e Vietnam; sono inoltre affiancate dal ramo maschile dei Padri Missionari dell’Incarnazione.
Pubblicato il: sabato 26 Aprile 2025
Oggi, con emozione e gratitudine profonda, celebriamo la conclusione della fase diocesana del Processo di Beatificazione di Madre Carla. Un cammino lungo, fatto di fede, amore e dedizione, che oggi giunge a un traguardo importante.
In questo momento storico, il nostro pensiero corre in alto: al papà Francesco, a Madre Carla, ai santi e agli angeli… Li immaginiamo in festa, in un abbraccio di luce e di gloria.
Ma questo giorno non è solo per chi crede: è per chi cerca, per chi si interroga, per chi ha bisogno di speranza.
Chi era Madre Carla? Perché il suo esempio continua a toccare i cuori?
Forse, oggi più che mai, vale la pena scoprirlo.
#MadreCarla #Beatificazione #FedeCheContinua #UnaLuceNelTempo
Pubblicato il: domenica 27 Aprile 2025
Il 26 aprile 2025 è una data memorabile per la Chiesa tutta, ma soprattutto per le Missionarie e i Missionari dell’Incarnazione. Si è conclusa l’inchiesta diocesana sulla vita, le virtù eroiche, la fama di santità e i segni della Serva di Dio, Madre Carla Borgheri, alle ore 16 presso la Basilica Cattedrale di San Pietro a Frascati.
La Celebrazione è stata presieduta dal vescovo di Velletri-Segni e Frascati, S.E. Mons. Stefano Russo ed erano, inoltre, presenti il delegato episcopale Mons. Orlando Raggi, il promotore di giustizia don Jude Chukwuma, i notai Federica Branca e Marco Capri e il postulatore della causa di beatificazione Waldery Hilgeman.
Hanno partecipato numerosi sacerdoti e un grande numero di fedeli provenienti da varie parti d’Italia, testimoniando l’affetto e la devozione diffusa verso Madre Carla e il grande significato ecclesiale di questo momento.
Alla Reverenda Suor Loreda Spagnolo, vice-postulatrice, sono stati affidati tutti gli atti processuali e quindi nominata portitore di tali atti sigillati da consegnare al Dicastero delle cause dei Santi, presso il Vaticano.
Una coincidenza non voluta, ma che ha colpito tutti, quella tra i funerali del Santo Padre, Papa Francesco e la chiusura del processo di beatificazione di Madre Carla Borgheri. Due figure che, come la stessa S.E. Mons. Stefano Russo ha fatto notare durante la Santa Messa, hanno assunto i sentimenti di Gesù Cristo. Papa Francesco, infatti, in un suo discorso citò proprio tre di questi sentimenti in cui è possibile ritrovare affinità con la persona di Madre Carla: l’umiltà, con il suo mettersi al servizio per il Signore lasciandosi condurre dallo Spirito Santo. Il secondo sentimento è il disinteresse: chi incontra Gesù Cristo lungo il cammino, come ha sperimentato Madre Carla, scopre una vita che vale la pena di essere vissuta nella gratuità, il solo interesse è quello di servire Dio con amore. Il terzo sentimento è quello delle beatitudini: se una persona ha avuto Dio al proprio fianco, sia nelle situazioni belle che nei momenti di sofferenza, sa di essere beata. Insomma parliamo di una figura, quella di Madre Carla, che ha sempre avuto il coraggio di abbassarsi e vivere la sua vita per amare Dio e aiutare il prossimo.
L’impegno ora di tutti è quello di pregare il Signore affinché venga riconosciuta la santità di Madre Carla. Una santità semplice ma pienamente evangelica che, come sottolineato dal Postulatore e dalla Vice-Postulatrice, nel silenzio e nella fedeltà quotidiana è rifiorita nella vita della Serva di Dio, Carla Borgheri.
Francesca Amore
Pubblicato il: lunedì 28 Aprile 2025
Con grande gioia e piena gratitudine nel cuore verso il Buon Dio, fonte di vita e di santità, alcune sorelle della nostra Comunità di Salice Salentino sono state presenti fisicamente alla Solenne Celebrazione della Conclusione del Processo Diocesano di Beatificazione della Serva di Dio, Carla Borgheri. Molte di noi, rimaste in comunità, abbiamo avuto l’opportunità di unirci spiritualmente attraverso la diretta streaming e grazie a questi preziosi mezzi di comunicazione abbiamo potuto gioire di questo evento straordinario.
È stata una celebrazione del rendimento di grazie per il dono della vita nascosta e beata della Serva di Dio. Seguire in diretta questo atto solenne ha suscitato in noi un sentimento di profonda nostalgia e il desiderio forte di imitare le virtù e l’esempio straordinario di Madre Carla per accelerare i nostri passi verso la santità. Infatti, Lei ci ha sempre esortate con questa frase: “la santità è il perché della nostra vita”; un’intenzione spiazzante, ma che è stato il filo conduttore di tutta la sua vita.
La straordinaria esperienza di fede di Madre Carla, incarnata nella vita ordinaria, oggi diventata un faro che illumina tanti cuori in cammino.
Pubblicato il: lunedì 28 Aprile 2025
Ieri, 26 Aprile 2025, si è conclusa la fase istruttoria diocesana del processo di beatificazione della nostra amata madre Carla Borgheri. Dalle 15.00 gruppi di amici delle missionarie dell’incarnazione hanno cominciato a prendere posto nella cattedrale di Frascati, per assistere alla messa di ringraziamento e alla chiusura ufficiale della fase istruttoria.
Operosamente nella cattedrale ognuno era indaffarato a predisporre gli ultimi dettagli. Si respirava gioia e tanta emozione. Vista dal di fuori sembravano preparativi per una cerimonia nuziale. La messa si è svolta in modo solenne e festoso, per ringraziare di tutto questo periodo istruttorio che potrà essere il primo passo verso il processo di santificazione della nostra madre Carla, “se così sarà nella volontà di Dio” come ricordava ieri il vescovo durante il discorso di chiusura del processo.
Più di 12.000 pagine sono state raccolte in 27 scatole rosso porpora. Al termine della messa è avvenuto il momento conclusivo dell’istruttoria sotto l’altare, attorno ad un tavolo, dove sedevano il vescovo mons. Stefano Russo, il delegato episcopale mons. Orlando Raggi, il promotore di giustizia sac. Jude Chukuma, i notai la dott.ssa Federica Branca e il notaio aggiunto il dott. Marco Capri, il postulatore il dott. Waldery Hilgenan, la vice postulatrice sr. Loreda Spagnolo. Tutti hanno giurato sulla veridicità degli atti e sulla correttezza del lavoro svolto. Per me che ero dietro le quinte, e passavo i verbali per far apporre le firme, è stata una grande emozione, perché sentivo l’onore di prendere parte ad un momento storico così importante e così solenne.
È stata grande l’emozione quando il verbale è stato apposto nell’ultima scatola insieme a tutti gli atti che raccontavano ricordi, fatti, esperienze vissute con madre Carla. Guardare a tutte quelle scatole mi ha fatto pensare a quante voci, quanti racconti, quante dialoghi con la madre erano stati conservati in così tante scatole. Quanta fede e quanto amore ha elargito la madre prima e dopo la sua morte! Il sigillo in ceralacca ha chiuso l’ultima scatola ed il primo passo verso l’onore degli altari è stato compiuto. Un applauso di gioia, ringraziamento e speranza si è levato in coro nella cattedrale.
Ora rimettiamo nelle mani di Dio la possibilità di poter avere una nuova Santa a cui ispirarci come modello di umanità, di incarnazione e servizio per il prossimo.
Ad maiorem dei gloriam
Elisabetta Valeri
Pubblicato il: mercoledì 30 Aprile 2025
Il 26 aprile è stato un giorno benedetto e atteso da tempo in India: abbiamo partecipato con tutto il cuore a una splendida celebrazione per il riconoscimento di una nuova santa. Si è svolta, infatti, la conclusione della fase diocesana della causa di beatificazione e canonizzazione della nostra cara Madre, Carla Borgheri.
Per noi, a migliaia di chilometri di distanza, l’opportunità di partecipare a questo evento sacro in diretta streaming è stata un dono divino. La tecnologia ha colmato la distanza fisica, permettendoci di unirci spiritualmente alla Celebrazione Eucaristica. Mentre assistevamo alla Messa, abbiamo provato un travolgente senso di unità con i fedeli riuniti in Italia. Ci siamo sentiti come se fossimo veramente presenti alla funzione.
Ciò che ha reso questa esperienza ancora più significativa è stata l’inclusione delle nostre preghiere nella celebrazione. Gli organizzatori, con grande cura e attenzione, ci hanno invitato a presentare le nostre preghiere personali, che sono state raccolte e offerte a Dio durante la Santa Eucaristia. Questo coinvolgimento ha rafforzato il nostro legame con l’evento, confermando che le nostre voci, le nostre intenzioni e la nostra fede erano parte di quel momento storico.
Sapere che le nostre preghiere si sono elevate insieme a quelle degli altri ci ha riempito il cuore di gratitudine e di un profondo senso di partecipazione.
Anche i nostri parenti e amici in India si sono uniti a noi in questo pellegrinaggio virtuale, riunendosi nelle nostre comunità e nelle loro case per assistere alla celebrazione. Insieme, abbiamo condiviso la gioia di onorare una donna la cui vita era un riflesso vivente dell’Incarnazione, che lei amava così profondamente. Questa solennità ci ha aiutato a discutere, riflettere e pregare come comunità, promuovendo un’esperienza condivisa che ha rafforzato i nostri legami e approfondito il nostro rapporto come famiglia.
Esprimiamo la nostra più sentita gratitudine a Madre Anna, Madre Carmela, Sr. Loreda, Sr. Jessy e alle altre sorelle la cui dedizione e il cui instancabile impegno hanno reso possibile questo grande avvenimento. Siamo profondamente grati per il vostro ruolo nel renderlo bello e accessibile a tutti noi. Ringraziamo Sr. Loreda, vice postulatrice, il cui impegno per la causa di Madre Carla, unito alla sua meticolosa organizzazione, ha fatto sì che l’evento fosse un tributo splendido e significativo a una vita di santità. L’inclusione dei fedeli globali – attraverso la diretta streaming e la raccolta di preghiere – ha permesso a ciascuna di noi di sentirci personalmente parte integrante del processo.
Mentre continuiamo il nostro viaggio, portiamo avanti la missione di Madre Carla di conoscere, amare e vivere il mistero dell’Incarnazione, ispirati dalla sua vita. Che Dio ci conceda le grazie affinché presto avremo il privilegio di onorarla sui nostri altari. Madre Carla, prega per noi!
Pubblicato il: venerdì 2 Maggio 2025

Pubblicato il: domenica 9 Novembre 2025

Pubblicato il: sabato 18 Ottobre 2025

Pubblicato il: mercoledì 1 Ottobre 2025

Pubblicato il: sabato 20 Settembre 2025

Pubblicato il: martedì 1 Luglio 2025
Pubblicato il: martedì 25 Aprile 2023

Pubblicato il: venerdì 9 Maggio 2025
La Resurrezione del nostro Signore Gesù Cristo è la pietra angolare della nostra fede, una promessa compiuta il terzo giorno, quando il sepolcro fu trovato vuoto e il Cristo Risorto apparve ai Suoi discepoli proclamando:
«Pace a voi» (Giovanni 20,19).
Queste parole, pronunciate in un momento di paura e incertezza, portarono conforto, rinnovato scopo e il dono dello Spirito Santo per guidare la Chiesa. In modo profondo e provvidenziale, vediamo questo messaggio pasquale riflesso nella recente elezione del nostro nuovo Santo Padre, Papa Leone XIV.
Quando è apparso sul balcone di San Pietro, le sue prime parole al mondo hanno riecheggiato quelle del Cristo Risorto: «Pace a voi». Questo saluto non era una semplice formalità, ma una dichiarazione della sua missione di guidare la Chiesa con la pace di Cristo — una pace che guarisce le divisioni, ristora la speranza e ci chiama a rimanere in comunione con Dio.
Il cammino verso questo momento di gioia richiama il ritmo stesso della Pasqua. Durante il conclave, abbiamo osservato e atteso mentre il fumo si levava dal comignolo della Cappella Sistina. I primi due fumi erano neri, segni di silenzio e d’attesa: un promemoria che la volontà di Dio non si rivela sempre immediatamente. Come i discepoli nel Cenacolo, abbiamo atteso in preghiera, fiduciosi che Dio stesse operando nel silenzio.
Il fumo nero rappresenta la pazienza, la pausa sacra prima del compimento del piano divino. Ricorda i tre giorni nel sepolcro, quando il mondo sembrava oscuro e la speranza lontana — eppure Dio stava preparando un miracolo.
Poi, al terzo fumo, abbiamo visto il bianco: un’esplosione di speranza, simbolo di nuova vita e nuovi inizi. Proprio come il terzo giorno portò la Resurrezione, il terzo fumo ha segnalato che la volontà di Dio si era manifestata. Quel fumo bianco è stato il nostro momento pasquale, proclamando che Cristo, il Buon Pastore, aveva scelto un nuovo vicario per guidare il Suo gregge.
In Papa Leone XIV vediamo il dono di Dio alla Sua Chiesa: un pastore per condurci più vicino a Lui, rinnovare la nostra fede e chiamarci a rimanere nel Suo amore.
Questo schema di attesa, fiducia e rivelazione divina risuona profondamente con la storia di Saulo di Tarso. Quando Saulo incontrò il Cristo Risorto sulla via di Damasco, fu accecato, sopraffatto dalla luce della verità. Per tre giorni non poté né mangiare né bere, immerso nell’oscurità e nel silenzio, proprio come il fumo nero del conclave. Tuttavia, al terzo giorno, attraverso il ministero di Anania, Saulo fu guarito, battezzato e cominciò a vedere (Atti 9,17-18).
Da quel momento divenne Paolo, il grande apostolo, proclamando la Buona Novella con coraggio e convinzione. Il terzo giorno fu la sua Pasqua, il suo momento di trasformazione, quando la volontà di Dio fu rivelata e fu chiamato a una nuova missione.
Così anche l’elezione di Papa Leone XIV al terzo fumo è un momento di rivelazione divina e di rinnovamento per la Chiesa. È un invito per ciascuno di noi a incontrare nuovamente il Cristo Risorto, a passare dalle tenebre del dubbio o della paura alla luce della fede. Come Saulo, siamo chiamati ad aprire gli occhi alla presenza di Dio, a essere trasformati dalla Sua grazia e a vivere come testimoni della Resurrezione.
Mentre riflettiamo su questo momento sacro, accogliamo il messaggio pasquale che Papa Leone XIV incarna nel suo saluto: «Pace a voi». Questa pace non è semplicemente assenza di conflitti, ma la presenza stessa di Cristo — vivo, attivo, guida della Sua Chiesa. È una pace che ci chiama all’unità, al perdono e a un rinnovato impegno a rimanere nell’amore di Dio.
Sotto la guida del nostro nuovo Santo Padre, camminiamo insieme come Chiesa, confidando nel Signore Risorto che fa nuove tutte le cose.
Possa il fumo bianco del conclave ricordarci la luce bianca del mattino di Pasqua. Possa il terzo giorno ispirarci a risorgere con Cristo, a vedere con occhi nuovi e a proclamare la Sua pace al mondo. E possa Papa Leone XIV, nostro pastore, guidarci sempre più vicini al cuore del Signore Risorto, che vive e regna nei secoli dei secoli.
Amen.
P. Leonardo Sanchez
Pubblicato il: lunedì 12 Maggio 2025
L’8 maggio 2025 la Chiesa universale ha accolto l’annuncio dell’elezione del nuovo Papa, successore di Pietro e guida del popolo di Dio.
Dalla Loggia della Basilica di San Pietro, l’annuncio del “Habemus Papam” ha riempito di emozione e speranza i fedeli e il mondo intero.
I Cardinali, condotti dallo Spirito Santo, hanno scelto come Pontefice, il cardinale Robert Francis Prevost. Il nuovo Santo Padre ha accettato questo grande compito scegliendo un nome importante, Leone XIV. Una scelta non casuale perché ricordiamo, innanzitutto, il giorno in cui è stato eletto il Pontefice, ovvero quello della Supplica alla Madonna di Pompei.
Papa Leone XIII, conosciuto come il Papa del Rosario, fu un grande sostenitore del Santuario mariano di Pompei e della missione di Bartolo Longo, fondatore del suddetto Santuario. Rammentiamo che Papa Leone XIII concesse la solenne incoronazione dell’immagine della Madonna di Pompei, un atto di profonda venerazione e devozione. Il Papa vedeva nella Madonna del Rosario una potente intercessora per la pace e la salvezza.
Colpiscono profondamente, quindi, le prime parole di Papa Leone XIV: “La pace sia con tutti voi” un modo proprio per ribadire questo forte legame e la sua missione.
Durante il Collegio cardinalizio, riunitosi il 10 maggio, Papa Leone XIV ha nominato proprio Papa Leone XIII che, con la storica enciclica Rerum Novarum, si occupò dei vari problemi sociali del suo tempo, sottolineando l’importanza della giustizia sociale e della solidarietà. Queste le parole del Neoeletto: “Oggi la Chiesa offre a tutti il suo patrimonio di dottrina sociale per rispondere a un’altra rivoluzione industriale e agli sviluppi dell’intelligenza artificiale, che comportano nuove sfide per la difesa della dignità umana, della giustizia e del lavoro.”
Dunque il Santo Padre ha dichiarato di voler proseguire l’eredità di Leone XIII, adattandola alle sfide contemporanee come la quarta rivoluzione industriale e l’intelligenza artificiale. Inoltre, ha sottolineato l’importanza di difendere la dignità umana, la giustizia e il lavoro, continuando l’impegno della Chiesa per i più deboli e promuovendo il dialogo con il mondo moderno.
Dunque, Papa Leone ha espresso la sua intenzione di voler proseguire anche le orme di Papa Francesco, evidenziando l’importanza del dialogo aperto, dell’inclusione, il sostegno per gli ultimi, insomma, la necessità di una Chiesa in “uscita”.
Possiamo dunque affermare che, sin dai primi istanti e dai suoi gesti concreti, pensiamo ad esempio all’immediata visita a una periferia urbana di Roma, il nuovo Pontefice si è rivelato un Papa dal profondo spirito missionario, capace di leggere i segni dei tempi e di rispondere con coraggio alle sfide globali.
Preghiamo tutti per Lui e sosteniamolo nella sua vocazione missionaria, affinché annunci il Vangelo con ardore e testimoni Cristo come luce e speranza per tutti i popoli.
Francesca Amore
Pubblicato il: martedì 3 Giugno 2025
Il 1° giugno, in occasione della Giornata Mondiale dei Bambini, il Centro “Nena Carla Borgheri” in Albania ha celebrato con entusiasmo e affetto i più piccoli, veri protagonisti del domani. La giornata si è trasformata in una festa carica di emozione: canti, danze e poesie hanno animato la comunità, regalando sorrisi e momenti indimenticabili. Il momento culminante è stato la consegna dei diplomi ai bambini che si apprestano a iniziare il percorso della scuola primaria: un gesto simbolico, carico di significato, che ha riempito d’orgoglio genitori, educatori e l’intera comunità. La cerimonia si è conclusa con l’inno nazionale, canto di appartenenza e di speranza per un futuro condiviso.
Nello stesso giorno, a Roma, si è svolto un evento di straordinaria rilevanza: il Giubileo delle Famiglie. Bambini, genitori e nonni provenienti da ogni parte del mondo si sono ritrovati per vivere una giornata di festa, spiritualità e comunione insieme a Papa Leone XIV.
Durante la Santa Messa, il Santo Padre ha pronunciato parole profonde sulla centralità della famiglia, definendola “cuore pulsante della società e culla della fede”. Ha poi aggiunto:
“In famiglia, la fede si trasmette insieme alla vita, di generazione in generazione: viene condivisa come il cibo della tavola e gli affetti del cuore. Ciò la rende un luogo privilegiato in cui incontrare Gesù, che ci vuole bene e vuole il nostro bene, sempre.”
Queste parole trovano profonda risonanza anche nella nostra realtà albanese, dove ogni giorno ci impegniamo per costruire relazioni vere e durature tra bambini, famiglie ed educatori. È solo attraverso l’amore condiviso e la responsabilità reciproca che possiamo preparare per i nostri figli un futuro più umano, più equo e più ricco di significato.
In questo 1° giugno, Albania e Roma si sono ritrovate idealmente unite in un’unica grande festa: una celebrazione della vita, della famiglia e della speranza che brilla negli occhi di ogni bambino.
Pubblicato il: mercoledì 4 Giugno 2025
Lunedì 2 giugno 2025
Per noi juniores e suore giovani, questa giornata – guidata da suor Loreda e suor Jessy – ha rappresentato la conclusione del cammino formativo 2024-2025. È stato un tempo di sosta e di riflessione sulla nostra vita, un’occasione preziosa per rientrare in noi stesse, alla luce della Parola di Dio.
Abbiamo iniziato con la preghiera delle Lodi, affidando al Signore il nostro tempo e la nostra interiorità. A seguire, la celebrazione dell’Eucaristia, segno concreto della presenza di Gesù in mezzo a noi, ha dato fondamento spirituale all’intera giornata.
Poi ci siamo messe in cammino nella natura, nella zona del Tuscolo. Il cuore della giornata è stato un tempo di ascolto e meditazione. Suor Jessy e suor Loreda ci hanno invitate a fermarci, a prendere le distanze per un momento dal ritmo frenetico di studio e lavoro, per entrare in uno spazio di silenzio, libertà interiore e autenticità.
Il Vangelo dei discepoli di Emmaus (Lc 24,13-35) ha guidato la nostra meditazione. Suor Jessy ci ha accompagnate in una profonda lettura della Parola, invitandoci a confrontarla con la nostra vita e vocazione. Siamo state chiamate a riconoscere Gesù che cammina accanto a noi: “ci parla, ci illumina, ci nutre. Ma… lo ascoltiamo davvero? Lo riconosciamo?” Ogni versetto è diventato uno specchio: “cosa cerchiamo? Qual è la nostra strada? Di fronte alla croce, restiamo o fuggiamo?”
Dopo un tempo di riflessione personale, ci siamo ritrovate in piccoli gruppi per condividere ciò che lo Spirito aveva fatto nascere nei nostri cuori. Questo ascolto reciproco è stato un dono prezioso: nella diversità delle esperienze, abbiamo riconosciuto la bellezza della fraternità e della comunione.
Abbiamo messo in luce le nostre fatiche e i nostri atteggiamenti di fronte alla Croce e al Vangelo. Insieme, con cuore e mente, abbiamo pregato per noi stesse, per le sorelle assenti e per tutta l’umanità. Le parole del Padre Nostro e dell’Ave Maria sono state accompagnate da un gesto semplice ma intenso: un abbraccio sincero, forte, tra sorelle in cammino.
Infine, abbiamo condiviso il pasto in un clima di gioia e familiarità. In questi piccoli gesti si rivela la vita semplice e autentica della comunità: ci si sente a casa.
“Ricordare per rinnovare” non è solo un tema, ma una chiamata. Oggi, guardando con gratitudine al passato, rinnoviamo la nostra risposta al Signore. Desideriamo vivere la vocazione, l’apostolato, lo studio e le sfide quotidiane con uno sguardo nuovo: con più gioia, più pace, più consapevolezza di Chi ci ha chiamate e ci accompagna ogni giorno.
Le giovani Suore SMI
Pubblicato il: mercoledì 4 Giugno 2025
Dal passaggio tra la 6ª e la 7ª domenica di Pasqua, la comunità parrocchiale di San Marcello di Akouai Santai ha vissuto un tempo di grazia profonda e indimenticabile. Quasi cento adolescenti e giovani, accompagnati con amore e dedizione durante l’intero anno pastorale, hanno ricevuto il Sacramento del Battesimo e la Prima Comunione.
È stato un momento carico di emozione, fede e gratitudine verso Dio, fonte di ogni dono. La gioia traspariva nei loro sguardi e nei loro sorrisi: erano fieri di essere finalmente contati tra i cristiani, rinati attraverso l’acqua del Battesimo, resi figli di Dio e parte viva della Chiesa.
Ricevere Gesù nella Santa Eucaristia ha rappresentato per ciascuno di loro un incontro personale, profondo e trasformante. È stata una vera festa della fede, non solo per loro, ma per tutta la comunità, che ha potuto contemplare i frutti del cammino condiviso e della grazia divina.
Siamo davvero orgogliosi di essere cristiani cattolici, chiamati a vivere e testimoniare ogni giorno la bellezza dell’amore di Cristo
Pubblicato il: lunedì 9 Giugno 2025
“Il Giubileo della Speranza”, così lo ha definito Papa Francesco il 24 dicembre 2024, aprendo l’Anno Giubilare 2025, è il tempo della riconciliazione, della conversione e della penitenza sacramentale, per ricevere l’indulgenza plenaria, ma soprattutto è il tempo della speranza, poiché “la speranza non delude”.
Viviamo in un momento storico segnato da difficoltà e incertezze. Il tema della speranza è centrale, in quanto rappresenta un richiamo alla fiducia in Dio e alla possibilità di superare i momenti difficili. Poiché, mai come oggi, l’umanità necessita di una rinascita, dobbiamo recuperare insieme un senso di fraternità universale, di cui tutti sentiamo l’urgenza, e non chiudere gli occhi o voltarci altrove davanti al dramma della povertà, delle violenze e delle guerre che dilagano nel mondo e che impediscono a milioni di giovani di sperare in un futuro migliore.
Sempre Papa Francesco affermò: “Nella vita non si vince da soli. Si vince con gli altri e per gli altri”. E questo messaggio di speranza e condivisione fraterna è stato vissuto, in questi mesi appena trascorsi, con la catechesi di Padre Alessandro presso le Suore Missionarie dell’Incarnazione a Frascati. Incontri incentrati a riflettere specialmente su Maria, messaggera e testimone di speranza, poiché la speranza non è ottimismo o buonismo, ma un dono di grazia nel realismo della vita, nell’attuare, anche con le nostre fragilità e i nostri limiti ma con grande fiducia in Dio e nelle nostre capacità, il progetto che il Creatore ha per ognuno di noi.
Questo cammino di riflessione e preghiera per questo anno Santo, sempre guidati da Padre Alessandro, si è concluso, o forse sarebbe meglio dire ha iniziato a prendere vita, con un pellegrinaggio presso la Basilica di San Pietro, tra l’altro nella vigilia della Pentecoste, altra ricorrenza che ci richiama ancora una volta alla speranza, poiché lo Spirito Santo butta giù muri, costruisce ponti e trasforma un rovo di spine in un albero fecondo da frutto.
Così la giornata, tra il caldo sole di una mattinata estiva e il famoso e provvidenziale ponentino romano, in una Roma piena di pellegrini, tra canti religiosi e suoni di violini di giovani musicisti, è iniziata con la processione su Via della Conciliazione, con la Croce come simbolo di fede ma anche di speranza per tutta l’umanità. Percorrere quella strada, intrinseca di storia, cultura e fede, ma anche di apertura al mondo, un luogo d’incontro di persone provenienti da tutto il mondo, ti fa comprendere l’universalità del messaggio del Cristo Risorto, un messaggio che va oltre i confini stabiliti dall’uomo.
Un particolare momento di grande significato spirituale è stato quello di attraversare la Porta Santa, che rappresenta l’ingresso nella misericordia e nella Grazia di Dio. Ecco qui la Porta della Vita, la Vita Nuova. La Santa Messa celebrata in un’atmosfera di amicizia fraterna nelle Grotte Vaticane ha concluso la parte iniziale del nostro cammino di “pellegrini della speranza”.
Ma la giornata di condivisione fraterna non era finita qui. Ci aspettava un pranzo presso il CIAM, il Centro Internazionale Animazione Missionaria, sul Gianicolo, che qualcuno definì forse impropriamente l’ottavo colle di Roma. Un colle da una vista mozzafiato, dove Roma sembra quasi essere un museo a cielo aperto, e l’atmosfera? Unica, suggestiva, tra il reale e il mistico.
Dalla mia esperienza personale, e non solo, anche dai commenti degli altri partecipanti, è emerso che è stata una giornata in cui tutti ci siamo sentiti in un profondo senso di gratitudine, di pace e di connessione con qualcosa più grande di noi.
Patrizia
Pubblicato il: martedì 10 Giugno 2025
In questo Anno Giubilare, la parrocchia di St. Luis di Tabou ha celebrato con immensa gioia i suoi 90 anni di missione vissuta nella diocesi di San Pedro, in Costa d’Avorio. Un cammino lungo e ricco di fede, impegno e testimonianza evangelica, iniziato nel lontano 1934 con l’arrivo del primo missionario SMA, padre Simon Pierre Cose, che raggiunse il villaggio di Tabou a piedi, attraversando 600 km di foresta tra disagi e pericoli.
Il 1° giugno 2025, la nostra comunità si è unita in un’unica voce per rendere grazie a Dio. Anche noi, Suore Missionarie dell’Incarnazione, abbiamo vissuto questa giornata con profonda riconoscenza, per il dono di poter collaborare alla missione spirituale di Tabou e dei villaggi vicini, portando il messaggio dell’Incarnazione: un Dio che si fa vicino nella povertà e nella sofferenza del suo popolo.
La Santa Messa è stata presieduta dall’arcivescovo di Gagnoa, Mons. Jean Jacques Koffi Oi Koffi, e da Mons. Alexis Touably Youlo, vescovo di Agboville e figlio della parrocchia di Tabou. Con loro hanno concelebrato numerosi sacerdoti giunti da varie località. È stata una celebrazione partecipata e vibrante, con tantissimi fedeli arrivati da diversi villaggi, autorità locali e capi villaggio presenti per onorare questo momento storico.
Durante la celebrazione sono stati conferiti i sacramenti della Confermazione a 140 persone – adulti, giovani e bambini – preparati con dedizione attraverso anni di catechismo. Per noi SMI è stata una grande gioia vedere compiuto questo cammino di fede, che ha incluso anche i sacramenti del Battesimo e della Prima Comunione.
Al termine della Messa, è stata inaugurata la nuova grotta della Madonna, ricostruita per l’occasione, tra canti, danze in diverse lingue locali e un’atmosfera carica di entusiasmo e spiritualità.
Durante l’omelia, Mons. Alexis Touably Youlo ha rievocato con emozione l’opera dei missionari che hanno donato la loro vita a servizio del Vangelo, ringraziando in particolare le Suore Missionarie dell’Incarnazione per il loro costante impegno nel far conoscere Gesù e promuovere lo sviluppo del villaggio. Ha poi esortato tutti a proseguire la missione avviata da Madre Carla nel 1997 con rinnovato entusiasmo, ricordando ai laici l’importanza della disponibilità all’annuncio della Parola e alla collaborazione con i missionari, soprattutto nei momenti difficili.
Dopo la cerimonia, tutti hanno condiviso un pranzo fraterno, per poi fare ritorno alle proprie famiglie colmi di gioia ed entusiasmo.
Suore Missionarie dell’Incarnazione di Tabou
Pubblicato il: giovedì 12 Giugno 2025
Un’esplosione di gioia semplice, genuina e contagiosa nella Casa Generalizia di Frascati!
Sorrisi, abbracci, sguardi colmi di affetto e gratitudine stanno accompagnando l’arrivo delle Capitolari, giunte da diverse parti del mondo in cui le Suore Missionarie dell’Incarnazione testimoniano il Vangelo con la vita e la missione.
Ogni incontro, ogni gesto è già un preludio del tema che animerà i lavori del 6° Capitolo Generale, che inizierà il prossimo 1° luglio: “Comunità sinodale che genera speranza nell’umanità di oggi”.
Non è solo un titolo, ma una realtà che si va già incarnando fin da questi giorni di preparazione: donne di lingue, culture e cammini diversi che si ritrovano unite dalla stessa chiamata, dalla stessa spiritualità e dallo stesso desiderio di camminare insieme, per discernere e costruire un futuro di speranza.
La comunione che si respira è fatta di piccoli gesti quotidiani: la cura dell’accoglienza, la gioia del ritrovarsi, la disponibilità all’ascolto. È in questa semplicità che prende forma una comunità sinodale, viva e aperta, capace di generare luce e fiducia nel cuore della Chiesa e del mondo.
Il Capitolo non è solo un evento istituzionale: è un’esperienza di famiglia che si prepara, si rinsalda e si rinnova. È un dono di grazia che parla con il linguaggio universale della gioia vera, quella che nasce dall’incontro e dall’amore condiviso.
Pubblicato il: sabato 21 Giugno 2025
🌿 Đồng Hành Với Chúa – Nhớ Lại Để Canh Tân
Lời chứng sống động từ các chị em trẻ Dòng Nữ Tu Thừa Sai Nhập Thể
📅 Ngày: 2/6/2025 – 📍 Tuscolo, Ý
“Chúa Giêsu đã đồng hành với hai môn đệ trên đường Emmaus… và hôm nay, Người cũng đang bước đi bên bạn.”
Với chúng tôi – các chị em trẻ trong Dòng Thừa Sai Nhập Thể – ngày tĩnh tâm này không chỉ là kết thúc năm đào luyện 2024-2025, mà còn là một bước ngoặt: một lời mời gọi canh tân, trở về với trái tim, với lý tưởng ban đầu, với ơn gọi mà Chúa đã âm thầm gieo vào lòng mỗi người.
🕊️ Một ngày đặc biệt…
Chúng tôi bắt đầu bằng giờ Kinh Sáng, phó dâng thời gian cho Chúa, và tiếp tục với Thánh lễ – nơi Chúa Giêsu hiện diện sống động, nuôi dưỡng đời sống thiêng liêng của từng người.
Sau đó, chúng tôi hòa mình với thiên nhiên, đến vùng Tuscolo – không phải để “đi chơi”, mà để “lắng nghe” và “trở về”. Sơ Loreda và sơ Jessy đã mời gọi chúng tôi tạm dừng lại giữa nhịp sống vội vàng, để sống một ngày thật chậm, thật sâu, đối diện với chính mình và với tiếng nói âm thầm của Chúa.
📖 Lời Chúa dẫn đường
Chúng tôi suy niệm đoạn Tin Mừng về hai môn đệ Emmaus (Lc 24,13-35):
“Người đồng hành với họ… mở lòng, mở trí… bẻ bánh…”
Và rồi, chúng tôi tự hỏi:
Từng câu Lời Chúa như ánh sáng soi rọi những ngóc ngách trong tâm hồn. Chúng tôi nhận ra: ơn gọi không chỉ là một chọn lựa, mà là lời đáp trả trước một tình yêu đi bước trước.
💬 Chia sẻ – Lắng nghe – Hiệp thông
Sau giờ suy niệm cá nhân, chúng tôi chia sẻ theo nhóm nhỏ. Mỗi người một hành trình, một nỗi lo, một ước mơ… nhưng trong Chúa, tất cả đều gặp nhau ở một điểm chung: khát khao sống cho điều lớn lao hơn chính mình.
Chúng tôi cầu nguyện – cho bản thân, cho các chị em vắng mặt, cho cả thế giới – bằng những lời kinh đơn sơ nhưng chất chứa yêu thương. Và trong một cái ôm đầy tình thân, chúng tôi thấy rõ hơn: Ơn gọi không đi một mình. Chúng tôi có nhau, và có Chúa.
🍞 Niềm vui đơn sơ
Kết thúc ngày sống bằng bữa ăn thân mật, tiếng cười vang lên nhẹ nhàng – không ồn ào, nhưng đầy sự sống. Chính trong những khoảnh khắc đời thường như thế, chúng tôi cảm nhận: đời sống cộng đoàn không lấy đi tự do, mà làm cho trái tim rộng mở hơn, nhân bản hơn, sâu sắc hơn.
✨ LỜI MỜI GỌI
Bạn trẻ thân mến,
Nếu trong lòng bạn từng có một câu hỏi:
👉 “Chúa muốn gì nơi con?”
👉 “Làm sao để sống đời mình thật ý nghĩa?”
👉 “Liệu đời tu có dành cho con không?”
Hãy để trái tim bạn được chạm đến – như hai môn đệ Emmaus đã để Chúa sưởi ấm lòng họ.
Hành trình theo Chúa không phải lúc nào cũng dễ dàng. Nhưng… đó là hành trình đáng sống.
Chúng tôi – các nữ tu Thừa Sai Nhập Thể – sẵn sàng đồng hành với bạn.
Cùng nhau, ta sẽ khám phá rằng:
💗 Ơn gọi không làm mất đi niềm vui, mà làm cho niềm vui được trọn vẹn hơn.
✝️ Dâng hiến không là từ bỏ cuộc đời, mà là sống đời mình một cách tròn đầy nhất.
Hãy can đảm bước đi. Chúa đang chờ bạn trên con đường.
🕊️ Tập Viện: Dòng Nữ Tu Thừa Sai Nhập Thể (SMI)
🎈 Sống Tin Mừng – Gieo yêu thương – Đồng hành với nhân loại
Pubblicato il: sabato 21 Giugno 2025
Qual è il senso della nostra vocazione, noi che abbiamo lasciato tutto per seguire il Signore sulla via del Vangelo?
Sono queste le domande profonde che hanno accompagnato la nostra riflessione nei giorni che hanno preceduto il rinnovo dei nostri voti religiosi.
Io sono suor Anna Hien, insieme a suor Maria Huong. Durante la preghiera delle Lodi abbiamo rinnovato i nostri voti religiosi. Non è stato un momento qualunque, ma un’occasione speciale nel progetto di Dio, poiché si è svolto nei giorni di preparazione all’apertura del Sesto Capitolo Generale della nostra Congregazione.
In quel momento erano presenti sorelle da tutto il mondo, che hanno pregato per noi. La loro presenza ci ha ricordato il nostro carisma e la bellezza di una comunità sinodale che cammina insieme, anche nel rinnovare il proprio “sì” a Dio. Abbiamo rinnovato la nostra missione di portare l’amore infinito del Verbo Incarnato a tutta l’umanità, in modo particolare ai più poveri e bisognosi.
Siamo grate per il dono di questo rinnovamento, che ci ha permesso di guardare di nuovo alla nostra vita e pronunciare ancora una volta il nostro “sì” a Gesù, Colui che ci ha chiamate. Con il nostro “Eccomi”, desideriamo continuare a unirci nella preghiera per il Sesto Capitolo Generale delle SMI, per l’intera Congregazione e per tutte le persone che ci stanno accanto.
Pubblicato il: lunedì 23 Giugno 2025
Come tutti gli anni, anche quest’ultima domenica, 22 giugno, abbiamo festeggiato l’arrivo della stagione estiva insieme alle nostre mamme e alle Suore Missionarie dell’Incarnazione presso la Casa di riposo di Vermicino. Una domenica speciale, anche perché già il Vangelo del giorno, la moltiplicazione dei pani e la festa del Corpus Domini, ci faceva comprendere che la Santa Eucarestia, istituita da Gesù, non è solo un sacramento di comunione con Cristo, ma un invito per ciascuno di noi alla condivisione e alla solidarietà con i fratelli tutti.
C’è una parte di questo Vangelo che mi ha fatto riflettere, ed è: “In quel tempo, Gesù prese a parlare alle folle del regno di Dio e a guarire quanti avevano bisogno di cure. Il giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono dicendo: ‘Congeda la folla perché vada nei villaggi e nelle campagne dei dintorni, per alloggiare e trovare cibo: qui siamo in una zona deserta’”. La parola che mi ha colpito è stata proprio questa: “QUI SIAMO IN UNA ZONA DESERTA”. Ma il messaggio di Gesù è proprio questo: trasformare un deserto, attraverso la Santa Eucarestia condivisa con gli altri e per gli altri, in un campo rigoglioso.
Oggi giorno noi viviamo in zone deserte di umanità, di fratellanza, piene di solitudine. E le nostre suore, con l’esempio evangelico, cercano di trasformare questi campi aridi in qualcosa di vivo e rigoglioso, e lo fanno qui a Vermicino, tra le nostre mamme, e lo fanno nei luoghi più sperduti del globo, dando testimonianza al mondo dell’amore di Dio.
Così anche questa domenica, tra balli, canti e buon cibo, tra i sorrisi di approvazione e i battimani delle nostre mamme, ancora una volta le nostre suore ci hanno fatto comprendere l’importanza della solidarietà, nel condividere il cibo, un sorriso, il ritornello di una canzone, sensazioni ed emozioni destinati soprattutto a chi ha bisogno di cure e attenzioni particolari ogni giorno.
Poi, il temporale, il “fuggi fuggi” per ripararsi dalla pioggia, non ha certo oscurato la giornata di festa o fermato lo spirito festoso e collaborativo; anzi, tutto ha contribuito a creare un’atmosfera ancora più intima e conviviale.
Un grazie di cuore va alle nostre Suore Missionarie dell’Incarnazione, che ogni giorno, sull’esempio di vita, di Madre Carla danno testimonianza non solo di un Dio incarnato, ma di un Dio risorto, con la loro dedizione e gioia, tanta gioia, all’umanità spesso sola e abbandonata.
Patrizia
Pubblicato il: martedì 24 Giugno 2025
“Carissimi amici SMI, con gioia vi comunichiamo che lunedì 23 giugno alle ore 18.30 si terrà un incontro amichevole e missionario, aperto a tutti voi, per condividere il cammino e lo spirito della nostra missione. Il programma dell’incontro prevede: un momento di preghiera, condivisione sulla missione SMI e agape fraterna. Sarà un’occasione preziosa per ritrovarci, ascoltarci, condividere esperienze e rinnovare insieme il nostro entusiasmo missionario. Vi aspettiamo con gioia!”
Iniziava così l’invito a partecipare a un incontro di testimonianza missionaria, e si concludeva con “vi aspettiamo con gioia”. Sì, la gioia, forse il fulcro, il senso della vita, dell’essere testimoni del messaggio del Risorto, sempre e ovunque. Una gioia percepita sin da subito.
Un grande giardino all’ombra di grandi alberi, l’aria mite di un tardo pomeriggio estivo, carica del profumo dei fiori, e loro, le nostre suore missionarie, con i loro sorrisi facevano quasi da cornice a questa oasi di pace! Ma le loro storie di vita nelle missioni, testimoniate, erano tutt’altro che situazioni facili da affrontare!
Io ero solo una semplice spettatrice, e loro, anche se molte sembravano delle minute e fragili suore, in realtà erano donne forti, coraggiose e determinate. E nel guardarle e nell’ascoltarle, come non andare con il pensiero a Maria, che aveva messo a rischio la sua vita per adempiere al progetto di Dio? Il legame con Maria è inevitabile, colei che ha portato in grembo il Salvatore, quel Dio incarnato per toccare e guarire le nostre piaghe.
Ed è questo che fanno le suore di Madre Carla: toccano le piaghe dell’umanità, quell’umanità abbandonata dalla sopraffazione, dalla sete di potere e dall’egoismo dell’uomo. Noi viviamo nelle nostre case, calde d’inverno e fresche d’estate, mentre molta di questa umanità dimenticata vive in situazioni precarie, molti in capanne. Le difficoltà nell’accedere all’istruzione nelle campagne e nei piccoli villaggi sono enormi.
Le suore missionarie, dove riescono ad arrivare, fanno moltissimo: si occupano di istruzione per bambini, per i sordomuti, costruiscono acquedotti, scuole, case di accoglienza per giovanissimi studenti e per giovani donne maltrattate e violate, dando loro la possibilità di imparare un lavoro che consenta loro una vita dignitosa. E tutto questo lo fanno con la gioia nel cuore.
Papa Francesco lo ha detto: “Occorre costruire ponti di amicizia tra uomini e donne di differenti culture, ponti che sono il contrario dei muri che dividono la gente”. Ebbene, queste sono le suore missionarie dell’Incarnazione: gli ingegneri, gli architetti, i muratori, i manovali dei ponti dell’Amore di Dio incarnato.
Ed è proprio in questa giornata che sembra di vedere accanto a loro, sorridente, ma con quella forza che ha saputo trasmettere alle sue Figlie, Madre Carla. E il miracolo che ci aspettiamo sono proprio loro, le sue amate figlie: le suore missionarie dell’Incarnazione.
Patrizia
Pubblicato il: mercoledì 25 Giugno 2025
Oggi, 25 giugno 2025, le Capitolari hanno vissuto un momento di grazia durante l’incontro con il Santo Padre. Un’esperienza intensa e toccante: hanno potuto ascoltare la sua parola dal ciclo di Catechesi “Gesù Cristo nostra speranza”, ricevere una benedizione particolare e, per alcune, anche stringergli la mano. Momenti che rimarranno impressi nella memoria e nell’anima, come segno vivo della vicinanza della Chiesa e della forza dello Spirito Santo che accompagna il cammino del 6° Capitolo Generale.
Tra i diversi passaggi dell’intervento, uno in particolare ha risuonato con forza:
“Ogni volta che facciamo un atto di fede indirizzato a Gesù, si stabilisce un contatto con Lui e immediatamente esce da Lui la sua grazia. A volte noi non ce ne accorgiamo, ma in modo segreto e reale la grazia ci raggiunge e da dentro, pian piano, trasforma la vita”.
Parole di Papa Leone, richiamate e condivise, oggi risuonano come luce e orientamento nel nostro cammino.
Nel clima di preghiera e discernimento che precede l’apertura ufficiale del 6° Capitolo Generale, questo incontro rappresenta una conferma della presenza del Signore in mezzo a noi e un invito a lasciarsi trasformare dalla sua grazia, per essere sempre più segno di speranza e strumento di misericordia nelle realtà in cui siamo chiamate a servire.
Testo integrale della catechesi
Per approfondire l’intera catechesi del Santo Padre nel ciclo “Gesù Cristo nostra speranza” (25 giugno 2025), che riflette sull’incontro…………, è possibile consultare il testo ufficiale pubblicato dalla Sala Stampa Vaticana:
Link al testo completo: Testo integrale della catechesi – Sala Stampa Vaticana (25 giugno 2025)
Pubblicato il: lunedì 4 Agosto 2025
Tor Vergata, un mare di giovani. E non è un modo di dire! Al Giubileo dei Giovani, ci siamo ritrovati in migliaia: ragazze, ragazzi, novizie, giovani suore, provenienti da ogni angolo del mondo. Lingue diverse, culture differenti, storie uniche… ma un unico cuore e una sola speranza: Cristo!
In quei giorni non c’erano barriere. Solo sorrisi, abbracci, canti, danze… e tanta gioia di appartenere a Lui, il Signore della Vita. Camminare insieme come fratelli e sorelle è stato un piccolo assaggio di Paradiso!
Uno dei momenti più intensi? La veglia di adorazione. Un silenzio profondo, carico di presenza, che parlava più di mille parole. Sembrava che il cuore di ognuno si mettesse in sintonia con quello di Dio. Emozione pura.
In quel silenzio sacro ho pensato: se questi giovani credono davvero nel Vangelo e lo vivono con coraggio, il mondo può cambiare! E non è solo un sogno: è il desiderio stesso del Signore per questa umanità assetata di amore.
A rendere il tutto ancora più speciale è stata la presenza di Papa Leone XIV. Un uomo semplice, ma con uno sguardo che ti abbraccia l’anima. Le sue parole ci hanno toccati nel profondo:
“Vogliatevi bene tra di voi! Volersi bene in Cristo! Saper vedere Gesù negli altri.”
E poi, con un sorriso contagioso, ha aggiunto:
“L’amicizia è una strada per la pace.”
Parole vere, forti da prendere sul serio! Soprattutto in un mondo che ha fame di relazioni vere.
Un cuore pieno e grato torniamo a casa con il cuore colmo. Più ricche, più unite, più vive! Abbiamo visto che Cristo è davvero vivo. È Lui che ci unisce, ci guida e rinnova la giovinezza del mondo. Con Lui accanto possiamo davvero costruire un futuro fatto di amicizia, pace e amore.
E noi, giovani suore e novizie, ci siamo! Pronte a metterci in gioco, a seminare gioia e Vangelo ovunque andiamo.
Che il fuoco acceso in questo Giubileo non si spenga… ma illumini il cammino di tanti!
Pubblicato il: domenica 10 Agosto 2025
Che meraviglia! Un pomeriggio veramente speciale, all’aria aperta, circondati da fiori e vegetazione rigogliosa, e tutto per festeggiare nella casa di Nazareth di Vermicino due suore missionarie davvero speciali: suor Christina, che lascia questo piccolo oasi di pace per adempiere a un incarico di responsabilità e impegno presso la casa generale di Frascati, via E. Fermi, e suor Carmela, che torna qui a Vermicino per riprendere la sua missione di responsabile, dopo due mandati da Madre Generale.
Due donne, due religiose all’apparenza diverse, ma in realtà talmente legate e radicate in quel messaggio evangelico del Risorto. Nelle loro vite, non si sono limitate a imitare Gesù, ma hanno sempre cercato di vivere il mistero dell’incarnazione nei loro gesti quotidiani. Così, anche il condividere questa giornata di festa con le nostre mamme, molte fragili e indifese, e con noi parenti e amici, ha dato ancora una volta testimonianza del loro continuo e instancabile impegno missionario.
Un sabato pomeriggio di condivisione fraterna, una condivisione fatta di tanti momenti speciali: doni accompagnati da lacrime di gioia delle festeggiate, un’agape di salato e dolce. E anche se i festeggiamenti sembravano essere stati rivolti solo a suor Carmela e suor Christina, suore che conosciamo, il nostro grande abbraccio di gratitudine e di buon lavoro va alla nuova Madre Generale, Madre Loreda Spagnolo, alle sue consigliere e a tutte le suore missionarie dell’Incarnazione sparse nel mondo, per la testimonianza che sanno dare ogni giorno della loro vita.
Oggi, Madre Carla sembra quasi vivere, respirare tra loro, continua con il suo esempio, a essere una presenza viva nelle loro vite, le fortifica, le sostiene, le accarezza, qualche volta asciuga le loro lacrime, ma sempre con quel sorriso che hanno fatto di lei e delle sue figlie, il bellissimo e gioioso biglietto da visita! Patrizia
Pubblicato il: domenica 10 Agosto 2025
Dal 28 luglio al 3 agosto 2025 ho avuto la gioia di partecipare, insieme alla mia diocesi di Oria (BR), al “Giubileo dei Giovani 2025” a Roma. Eravamo 66 giovani, accompagnati dai nostri sacerdoti responsabili, e abbiamo vissuto giorni intensi, faticosi, ma pieni di grazia e di fraternità. Accoglienza in casa ma lontano dalla nostra casa. Il nostro gruppo è stato ospitato presso la parrocchia di Maria Addolorata a Villa Guardiani. Una sistemazione semplice, che però è diventata presto casa: lì abbiamo condiviso pasti, preghiere, racconti della giornata, e anche qualche risata notturna nonostante la stanchezza. Era un luogo che ci preparava ogni mattina alla nuova tappa del nostro pellegrinaggio. Giorni pieni di incontri e di fede. Abbiamo partecipato a diversi eventi del programma ufficiale: Celebrazioni e Messe con altri gruppi da tutto il mondo, sentendoci parte di una Chiesa viva e universale. Pellegrinaggi verso le basiliche giubilari, attraversando le Porte Sante. La salita alla cupola di San Pietro, un’esperienza fisica impegnativa ma ricca di simbolismo: passo dopo passo, salivamo non solo in altezza, ma anche spiritualmente.
Il caldo torrido di Roma, le lunghe file, le camminate sotto il sole e le notti su materassini non sono mancati. Eppure, come hanno fatto tanti altri pellegrini, abbiamo trasformato la fatica in occasione di gioia. Era la prova concreta che il coraggio cristiano non nasce dall’assenza di difficoltà, ma dall’affrontarle insieme con fede. Il messaggio del Papa: testimoni di speranza. I momenti culminanti sono stati: la Veglia a Tor Vergata e la Messa conclusiva, Papa Leone XIV ci ha invitati a essere “missionari di speranza, giustizia e pace” e a non avere paura di portare la luce del Vangelo anche quando il mondo sembra andare in un’altra direzione. Il Giubileo dei Giovani 2025 non è stato solo un evento: è stato un laboratorio di fede, di amicizia e di speranza che ci ha reso più uniti come gruppo e più consapevoli della missione che ci attende.
Sr. Stella
Pubblicato il: martedì 1 Luglio 2025
Nel pomeriggio del 1° luglio, alle ore 15.30, le sorelle capitolari si sono radunate nella cappella della Casa Nazareth per dare inizio solenne ai lavori del 6° Capitolo Generale delle Suore Missionarie dell’Incarnazione.
Dopo un breve momento di preghiera, la facilitatrice del Capitolo, madre Yvonne Reungoat, FMA, ha introdotto con parole di accoglienza e orientamento il senso di questo cammino comunitario, invitando ciascuna a vivere il Capitolo come tempo di ascolto dello Spirito e discernimento condiviso.
Il canto del Veni Creator Spiritus, seguito da un inno mariano, ha accompagnato la processione verso la sala capitolare. In un clima di raccoglimento e gioia, si è svolta l’intronizzazione della Parola di Dio, posta al centro dell’aula come segno vivo della guida dello Spirito. Insieme alla Parola è stata collocata anche la lampada accesa – simbolo della luce di Cristo – e il libro delle Costituzioni, fondamento della nostra vita consacrata.
Al termine del rito, suor Carmela Cataldo, Presidente del Capitolo, ha dichiarato ufficialmente aperto il 6° Capitolo Generale, segnando così l’inizio di questo tempo di grazia, comunione e rinnovato impegno nel vivere e trasmettere il carisma dell’Incarnazione nel mondo di oggi.
Pubblicato il: martedì 12 Agosto 2025
A un mese esatto dalla tua elezione, il 12 luglio scorso, a Madre Generale della nostra Congregazione, il mio cuore torna a riempirsi di gioia e gratitudine. Non è solo il ricordo di una data storica per la nostra Famiglia religiosa, ma per me è anche il segno vivo di un’amicizia e di un cammino condiviso.
Abbiamo trascorso insieme i giorni speciali e indimenticabili del noviziato. Siamo state formate, amate e custodite sotto la materna cura di sr. Anna Piu, nostra maestra di noviziato. Madre Carla era spesso con noi a Frascati: pochi minuti di macchina separavano Casa Madre da Casa Nazareth, dove abbiamo vissuto il nostro noviziato. Con noi trascorreva lunghe ore per offrirci lezioni, ma soprattutto era attenta e premurosa nell’ascoltarci personalmente, nel condividere momenti di fraternità e di gioia. Non sono mancate giornate di svago immerse nella natura o visite alla Città Eterna. In ogni momento il suo unico intento era trasmettere l’amore di un Dio che si è fatto uomo nella quotidianità, donando pace e serenità.
La nostra giovinezza è stata forgiata da due grandi figure carismatiche: madre Carla Borgheri e sr. Anna Piu. La loro testimonianza, unita alla preghiera quotidiana e alla meditazione della Parola di Dio, ha posto le fondamenta di ciò che oggi il Signore ti chiede. Come ricorda il salmista: «Lampada per i miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino» (Sal 119,105).
Sr. Loreda, ti ricordo timida, ma decisa e coraggiosa nel fare il tuo cammino. Hai capacità di ascoltare con attenzione, incoraggiare con parole semplici ma profonde, trasmettere entusiasmo e portare avanti il nostro carisma: «L’amore di Dio fino ai confini della terra». Non ti fermi, ma sproni ciascuna di noi a vivere con passione la missione ricevuta.
Vederti oggi, a un mese dalla tua elezione, guidare la Congregazione mi riempie di speranza. So che continuerai con lo stesso spirito con cui madre Carla ci voleva: umiltà, dedizione e un cuore interamente affidato al Signore. Come ricorda Papa Francesco: «Il vero potere è il servizio» (Omelia, 24 marzo 2013), e ancora: «Chi governa deve essere come chi serve» (cfr. Lc 22,26).
Dal profondo del cuore ti auguro che questo servizio sia ricco di abbondanti grazie, di amore e di unità, come hai espresso sin dal primo giorno della tua elezione fra tutta la Famiglia religiosa. Ti porto nella mia preghiera, chiedendo al Signore di donarti luce per discernere, forza per guidare e consolazione nei momenti più impegnativi, ricordando la promessa del Deuteronomio: «Il Signore stesso cammina davanti a te, sarà con te, non ti lascerà e non ti abbandonerà; non temere e non scoraggiarti» (Dt 31,8).
Cristo, Buon Pastore, ti precede e ti accompagna: in Lui troverai sempre pace, forza e gioia. E possa risuonare in te la fiducia di santa Teresa di Lisieux: «Per me la santità consiste nel fare la volontà di Dio e nell’essere sempre ciò che Egli vuole».
Con gratitudine e stima
Sr Mereena Koolikatt
Pubblicato il: mercoledì 20 Agosto 2025
Il 17 agosto 2025, in una cornice di grande spiritualità e accoglienza, Papa Leone XIV ha dato vita a una giornata intensa e ricca di significato a Castel Gandolfo.
La mattinata si è aperta con la celebrazione della Santa Messa, presieduta dal Santo Padre, accompagnato da S.E. Mons. Vincenzo Viva, presso il Santuario di Santa Maria della Rotonda, un luogo carico di storia e devozione mariana. All’interno della splendida struttura, che sorge su antiche fondamenta romane, si sono radunati numerosi fedeli, pellegrini e religiosi, giunti da tutta la Diocesi per partecipare a questo evento straordinario.
Nell’omelia, Papa Leone XIV ha richiamato l’importanza dell’accoglienza, della prossimità e dell’amore concreto verso i più bisognosi. Particolarmente toccanti sono state queste parole pronunciate dal Papa: “Vi incoraggio a non distinguere tra chi assiste e chi è assistito, tra chi sembra dare e chi sembra ricevere, tra chi appare povero e chi sente di offrire tempo, competenze, aiuto. Siamo la Chiesa del Signore, una Chiesa di poveri, tutti preziosi, tutti soggetti, ognuno portatore di una Parola singolare di Dio. Ognuno è un dono per gli altri. Abbattiamo i muri. […] Solo insieme, solo diventando un unico Corpo in cui anche il più fragile partecipa in piena dignità, siamo il Corpo di Cristo, la Chiesa di Dio”.
Terminata la celebrazione, il Pontefice si è spostato nel vicino Padiglione del Riposo, situato all’interno del Borgo Laudato Si’, dove ha pranzato insieme a 110 assistiti della Caritas diocesana, accolti con cura e dignità per vivere un momento di condivisione semplice ma profondo. Il pranzo è stato vissuto in un clima familiare, senza formalità, dove ogni ospite ha potuto sentire la vicinanza autentica del Papa.
A questo evento unico erano presenti le Suore Missionarie dell’Incarnazione, provenienti dalla Casa di Accoglienza “Cardinal Pizzardo” (Torvaianica), realtà attiva da anni nel sostegno a donne e famiglie in difficoltà. Le Suore hanno partecipato con grande emozione e gioia, condividendo la loro testimonianza di servizio e fraternità. Per loro essere state lì con il Santo Padre è stato un dono immenso e rivolgono un sentito grazie a S.E. Mons. Vincenzo Viva e al direttore della Caritas della Diocesi di Albano, Alessio Rossi per aver presenziato a una giornata così profonda.
“Questo incontro ci rinnova nella nostra missione quotidiana accanto a chi soffre, portando consolazione, speranza e la tenerezza di Cristo. Gloria a Dio, che ci guida con amore e ci sostiene nel servizio umile e silenzioso”.
Francesca Amore
Pubblicato il: domenica 13 Luglio 2025
Con cuore riconoscente, eleviamo il nostro grazie al Signore per il dono del nuovo Governo Generale della nostra Congregazione. In un clima di ascolto, discernimento e comunione, lo Spirito Santo ha guidato i lavori del 6° Capitolo Generale, celebrato sotto il tema: Comunità sinodale che genera speranza nell’umanità di oggi.
In questa esperienza di fede e di fraternità, vissuta nella luce della Parola e della missione, ciascuna sorella ha espresso il proprio “Sì” al servizio, nella disponibilità piena alla volontà di Dio e alle sfide del tempo presente.
Con gioia e fiducia annunciamo la nomina del nuovo Governo Generale:
Superiora Generale: Suor Loreda Spagnolo
Prima Consigliera e Vicaria: Suor Jeseentha George Chennathara
Seconda Consigliera: Suor Sara Nishi Elangiparambu
Terza Consigliera: Suor Christina Kureethara
Quarta Consigliera: Suor Eastaline Mercy Sebastian
Il nuovo Governo Generale è chiamato a custodire e animare il cammino della Congregazione, promuovendo una spiritualità di comunione, uno stile sinodale e una missione profetica capace di generare speranza nell’umanità ferita di oggi.
In un mondo segnato da disuguaglianze, guerre, solitudini e nuove povertà, il Capitolo ci ha richiamate con forza a:
Il 6° Capitolo Generale ci ha invitate a camminare insieme come comunità sinodale, capaci di generare speranza nel cuore del mondo. È un appello a rinnovare il nostro stile di vita, il nostro modo di vivere la missione, e la nostra presenza tra la gente.
Siamo chiamate a rinnovare la vita comunitaria, perché le nostre case siano luoghi di ascolto, accoglienza e corresponsabilità. Solo comunità che vivono l’amore fraterno possono essere segno credibile del Vangelo. Inoltre, siamo invitate a camminare insieme, consacrate e laici, riconoscendo la ricchezza dei carismi e costruendo insieme il sogno di fraternità universale.
La missione ci spinge ad abitare le periferie esistenziali, dove Cristo ci precede nei volti degli ultimi, portando consolazione, dignità e speranza.
Siamo chiamate a custodire la Casa comune, adottando stili di vita semplici e sostenibili, in armonia con il creato e solidali con i più poveri.
La fedeltà alla missione richiede una formazione continua, per rispondere con competenza e profezia alle sfide del tempo presente.
E soprattutto, siamo invitate a coltivare la speranza, dono di Dio da condividere con un’umanità ferita, ma profondamente amata.
Essere comunità sinodale oggi significa questo: camminare insieme, seminare Vangelo, generare speranza.
A Suor Loreda Spagnolo e al suo Consiglio Generale rivolgiamo il nostro affettuoso augurio di un servizio fecondo, guidato dalla Sapienza dello Spirito e radicato nell’amore del Verbo Incarnato.
Che possano essere segno di unità, fermento di novità e strumento della Grazia nel cuore della Chiesa e del mondo per rendere visibile l’amore di Dio!
“Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura” (Mc 16,15)
Pubblicato il: domenica 7 Settembre 2025
Con gratitudine e letizia viviamo oggi questa grazia straordinaria per la Chiesa e per l’intera umanità: Carlo Acutis e Pier Giorgio Frassati sono stati proclamati santi da Papa Leone XIV, che li ha definiti “un invito a non sciupare la vita”. In piazza San Pietro, oltre 80 mila fedeli hanno partecipato alla canonizzazione dei due giovani santi.
Nell’omelia, il Papa ha sottolineato: “Il rischio più grande della vita è quello di sprecarla al di fuori del progetto di Dio.
Oggi guardiamo a san Pier Giorgio Frassati e a san Carlo Acutis: un giovane dell’inizio del Novecento e un adolescente dei nostri giorni, entrambi innamorati di Gesù e pronti a donare tutto per Lui”.
San Carlo Acutis ha mostrato come la tecnologia possa diventare uno strumento potente di evangelizzazione. Con la sua passione per l’Eucaristia e la sua competenza informatica, ha saputo parlare al cuore dei giovani, unendo linguaggio digitale e profonda spiritualità.
San Pier Giorgio Frassati ci ricorda che la santità si vive nel quotidiano, attraverso gesti concreti di amore, servizio e giustizia. Con la sua passione per la montagna e l’attenzione verso i poveri, è stato un testimone autentico di una fede incarnata.
Il cardinale Marcello Semeraro, prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi, ha commentato: “C’è sempre qualcosa di sorprendente nei santi. Molti si somigliano, ma l’esercizio delle virtù cristiane non è mai isolato: è sempre intrecciato con altre virtù. Si potrebbe dire che la santità è una sinfonia; io preferisco l’immagine del poliedro, tanto cara a Papa Francesco, quando descriveva la Chiesa in Christus vivit”.
E come ricorda Madre Carla: “La santità è il perché della nostra vita”. Una verità semplice e luminosa che ci aiuta a comprendere che la vocazione di ogni cristiano è proprio questa: diventare santi, lì dove il Signore ci ha posti.
Seguendo l’esempio di Frassati e Acutis, anche noi siamo chiamati a cercare la santità nelle piccole cose di ogni giorno, trasformando l’ordinario in straordinario. Che il loro esempio illumini il nostro cammino. Auguri di santità a tutti noi!
Pubblicato il: giovedì 17 Luglio 2025

LỜI TRI ÂN
Nhân dịp Tổng Tu Nghị lần thứ 6, 2025 – một biến cố trọng đại tràn đầy hồng ân và những khởi đầu mới. Tổng Tu Nghị bắt đầu từ ngày 01/07/2025 và khép lại vào ngày 16/07/2025, với chủ đề “Cộng đoàn hiệp hành – nguồn khơi dậy niềm hy vọng cho nhân loại hôm nay.”
Kính thưa Mẹ Carmela,
Chúng con xin được trân trọng ghi nhớ tất cả những gì Mẹ đã cống hiến và sự hiện diện đầy ý nghĩa của Mẹ đối với Hội Dòng.
Lòng biết ơn chân thành của chúng con không chỉ là lời cảm tạ, mà còn là sự cam kết tiếp nối con đường mẹ đã dẫn dắt chúng con bước đi – một hành trình của đức tin, hy vọng và tình hiệp thông. 
Sơ Assunta kính mến,
Chúng con cũng xin chân thành cảm ơn sơ. Sự hiện diện vững vàng của sơ là nguồn nâng đỡ lớn lao cho chúng con. Tất cả những nỗ lực âm thầm, sự tận tụy và nụ cười luôn nở trên môi của sơ sẽ mãi là ánh sáng soi chiếu trên hành trình tương lai của chúng con.
Kính gửi Mẹ Tổng Quyền Loreda cùng Quý Chị Tân Cố Vấn,
Chúng con xin kính chúc Mẹ và Quý Chị tràn đầy ơn khôn ngoan, sức mạnh thiêng liêng và niềm vui phục vụ trong sứ mạng mới. Dưới sự hướng dẫn hiền mẫu và đầy khôn ngoan của Mẹ Anna Piu – suối nguồn sự sống và trụ cột tiên khởi của Hội Dòng – chúng con hoàn toàn tin tưởng và an tâm.
Tất cả chúng con sẽ luôn đồng hành và hiệp thông với Mẹ và Quý Chị trong tinh thần yêu thương và sứ vụ chung.
Sơ Delma
Cộng đoàn SMI Việt Nam
Pubblicato il: martedì 16 Settembre 2025
Come Sindaco di Vasanello, ringrazio Don Oscar e don Chicco, la Dirigenza della Scuola Materna Gesù Redentore e le Suore per avermi fatto partecipe all’emozionante cerimonia svoltasi presso la Chiesa di S. Maria in Vasanello, ieri, sabato 13 settembre.
Nel salutare le persone intervenute e ringraziare i numerosi bimbi e bimbe presenti augurando loro un buon inizio di anno scolastico, ho esordito con due semplici parole: “Ci risiamo”, ho detto in Chiesa nel mio breve intervento, anche Suor Genevieve viene trasferita ad altra destinazione, ad espletare altro mandato a portare a termine un’altra missione.
E’ un altro pezzo della nostra storia che viene meno, è un’altra figura che ci mancherà e che difficilmente rivedremo a servizio della nostra comunità e dei nostri splendidi bambini, è un valore aggiunto che ci mancherà per tutto l’impegno che ha saputo e voluto profondere.
Ma le regole, le loro regole, quelle enunciate dal loro Ordine, non si possono e non si devono discutere, non sta certo a noi dire se sono giuste o sbagliate e vanno quindi osservate e rispettate, anche se ci lasciano un po’ di amaro in bocca e tanta malinconia.
Ma ciò che assolutamente conta e intendo sottolineare è l’amore che Suor Genevieve ha saputo e voluto trasmettere nella sua missione svolta in questi 8 anni nella nostra comunità che non si traduce nelle semplici e spesso vuote parole, ma nella testimonianza dei numerosi bimbi e bimbe intervenuti per l’evento e non solo quelli che attualmente frequentano la scuola materna, ma soprattutto quelli che ora frequentano la prima e la seconda elementare, quei bimbi e quelle bimbe che non erano assolutamente obbligati ad intervenire, quei bimbi e quelle bimbe che hanno lasciato da tempo la scuola materna ma che conservano ancora nel loro piccolo grande cuore ciò che di buono e quanto amore è stato a loro trasmesso.
Quindi cara Suor Genevieve, cara sorella, un grande augurio per il tuo nuovo incarico e per la vita che dovrai affrontare e un piccolo omaggio, una semplice targa con su scritto: “Nessuno ha amore più grande di quello di dar la sua vita per i suoi amici – A Suor Genevieve come riconoscimento per aver servito la nostra comunità.
Grazie veramente di cuore per il lavoro svolto e per l’impegno profuso.
IL sindaco di Vasanello
Igino Vestri

Pubblicato il: giovedì 17 Luglio 2025
Casa Nazareth,
Frascati 1-16 luglio 2025
Un evento di grazia e discernimento che ha riunito le sorelle capitolari provenienti da diverse parti del mondo, accompagnato dal tema:
“Comunità sinodale che genera speranza nell’umanità di oggi.”
Quindici giorni intensi di ascolto reciproco, preghiera, confronto e comunione. Ad accompagnare i lavori, con sapienza spirituale e delicata umanità, è stata Madre Yvonne Reungoat, Figlia di Maria Ausiliatrice, in funzione di facilitatrice del 6° Capitolo Generale.
La giornata conclusiva del 16 luglio ha avuto una grande rilevanza con il messagio della neo eletta Superiora Generale Sr. Loreda Spagnolo, nel quale ha ribadito: “Andate con cuore ardente, con passi sinodali per generare speranza laddove la vita grida… Siate segno dell’amore di Dio che si fa vicino e concreto, portate speranza dove regnano solitudine e ingiustizia… Siate madri di vita nuova con lo stile di Maria, seminatrici di fiducia e gioia, artigiane di fraternità”. Le sue parole hanno espresso l’essenza del cammino capitolare: una sinodalità vissuta come stile evangelico, che plasma una vita consacrata capace di abitare le periferie, farsi prossima, e seminare speranza nel quotidiano della storia.
Alla fine del discorso la neo eletta Superiora Generale Sr. Loreda Spagnolo ha ufficialmente dichiarato la chiusura dell’evento celebrativo del nostro 6° Capitolo Generale. A seguire ci è stato un altro gesto carico di una valenza simbolica del mandato missionario alle sorelle capitolari; con parole che resteranno scolpite nel cuore, la neo eletta Superiora Generale, Sr. Loreda Spagnolo, ha affidato a ciascuna il compito di continuare la missione della Congregazione con passione e fedeltà consegnandole il libro “Dio è luce” con i pensieri spirituali della Serva di Dio Carla Borgheri.
L’evento celebrativo del 6° Capitolo Generale si è concluso con la solenne Celebrazione Eucaristica presieduta da Sua Eminenza il Cardinale Marcello Semeraro, Prefetto del Dicastero per i Santi. “Deo Gratias” a Dio Padre Buono e Provvidente per questa esperienza capitolare! Un’esperienza di intensa comunione, di condivisione, di collaborazione, di confronto, di ricerca, di dono reciproco…il tutto in un clima di servizio e di gioia.
In sintesi, un’esperienza davvero SINODALE.
Con gratitudine e la speranza nel cuore ripartiamo.
Il Capitolo finisce… ma la missione continua!
Pubblicato il: giovedì 18 Settembre 2025
Tempo di cambiamenti nella Scuola dell’Infanzia Paritaria “Sacro Cuore” di Salice Salentino che si trasforma in festa.
Venerdì 12 settembre, infatti, presso la Parrocchia Santa Maria Assunta, durante la celebrazione presieduta da Don Massimo Alemanno, sono stati rivolti i saluti e i ringraziamenti a Suor Vittoria, superiora della nostra Scuola, che per anni è stata alla guida delle consorelle e preziosa sentinella per genitori e bambini frequentanti l’istituto paritario.
Tutta la comunità si è stretta intorno a lei per far sentire l’affetto sincero verso una persona che ha interpretato la sua devozione al Signore con le azioni, i pensieri e le parole di vera fede e amore verso Dio, facendo da esempio, a quanti l’anno conosciuta. Lascia un ricordo di donna forte, guida sapiente, madre caritatevole e servizievole, sempre disposta ad ascoltare e infondere, con il suo sguardo dolce e benevolo, tranquillità e forza.
Dopo la celebrazione eucaristica si è tenuto un momento di convivialità che ha visto la partecipazione del Centro Sociale Parrocchiale e di tanti bambini e genitori anche ormai usciti dal ciclo scolastico ma che hanno voluto esprimere ancora una volta il loro ringraziamento.
Presente alla serata anche l’Amministrazione Comunale con il Sindaco in testa che non ha mancato di dimostrare la sua riconoscenza alle suore tutte e in particolare a Suor Vittoria per essere stata per tanti anni a servizio della comunità salicese.
Un commosso grazie è venuto proprio da lei, la protagonista della serata, Suor Vittoria, che non ha mancato di ringraziare tutti “un commosso grazie dal profondo del mio cuore per aver accompagnato con la vostra preziosa presenza, il tempo donatoci, l’entusiasmo quanto mai evidente, l’impegno profuso da ciascuno, sono stati per me il dono più bello; ho sentito il vostro caloroso affetto come quello di una grande famiglia. Il contributo di ciascuno ha reso il giorno della festa davvero unico e speciale; grazie per il vostro affetto e la preghiera”
Ma le emozioni della serata sono continuate quando vi è stato l’annuncio, da parte di Don Massimo, che in sostituzione della cara Suor Vittoria, interverrà l’altrettanto preziosa Suor Mereena, a cui si augura buon lavoro per questo importante incarico, sicuri che saprà intraprenderlo con carisma e grazia divina.
Ancora un grazie a Suor Vittoria con l’augurio che il Signore l’accompagni nella nuova assegnazione, a Frascati, la sede principale della congregazione Suore Missionarie dell’Incarnazione, convinti con non è un addio ma solo un arrivederci.
Galizia Paola
Rappresentante dell’Istituto, Scuola dell’Infanzia Paritaria
“Sacro Cuore” – Salice Salentino
Pubblicato il: sabato 26 Luglio 2025
I recently had the thrill of participating in a national Special Olympic bharat game in doubles with a special child, J.Shiny from St. Charles home and school for the Mentally Challenged. My partner, with whom I shared a strong teamwork bond, made the experience even more memorable. The excitement of competing alongside my partner from Charles Home in Kanyakumari led us to a remarkable achievement – winning a gold medal.
Being part of this competition was an incredibly fulfilling experience. Playing doubles with a child from Charles Home in Kanyakumari was a unique and heartwarming experience. Our teamwork led to a first-place finish, earning us a gold medal. The event gave me the opportunity to meet and interact with many special children, enriching my experience. Thank you for this wonderful opportunity. It’ all a God’s grace and Thank you Jesus for all this time…
Daphny
unified partner
Pubblicato il: venerdì 19 Settembre 2025
Today, as we joyfully celebrate the heavenly entry of our beloved Mother Carla, the hearts of our candidates overflow with love and gratitude. Though they never had the joy of meeting her in person, her radiant example shines before them, awakening in each one a tender affection and filial trust. With simplicity and devotion, they now lift their voices in a letter of gratitude, accompanied by a sketch drawn by one among them in her honor.
Dearest Mother Carla in heaven,
On this day we turn our hearts to you with deep affection. Though our eyes have never seen you and our hands have never touched yours, we feel close to you through the pages of your life and the stories lovingly shared by our sisters.
Your autobiography has opened for us a window into your soul. In your words, we discover the motherly love that still guides our steps. In your choices, we see the courage to follow God’s will above all. And in the smile so often described by those who walked with you, we sense the tenderness of a true mother who continues to watch over us from heaven.
Mother, we are the daughters of your dream, the fruit of your faith, and the heirs of your charism. Though we never met you, you live within us: in our prayers, in our formation, and in our desire to live the mystery of the Incarnation as you taught. When you were at our age, God called you — and you came to know that your heart was made not for the world, but for Him alone.
On this anniversary, we entrust our journey to you. Intercede for us, so that our formation may be fruitful, our hearts pure, and our lives generous. Teach us, as you once taught the first sisters, to love without measure and to serve without counting the cost.
Until we meet you in eternity, we promise to carry forward your spirit with joy and fidelity. Remain close to us, pray for us, and continue to show us the way of love.
With filial love,
Your little children in formation
Kalamassery
Pubblicato il: lunedì 28 Luglio 2025
“Se San Paolo avesse avuto un PC, avrebbe ribaltato la storia! Già allora la Parola correva… oggi avrebbe corso ancora più lontano.” Così suor Vincenzina Botindari (missionaria digitale) sintetizza con forza il legame tra l’annuncio del Vangelo e i linguaggi del nostro tempo. È un’immagine potente e provocatoria, che ci spinge a riflettere su come, oggi, possiamo essere testimoni del Vangelo anche nel mondo connesso.
Anche Madre Carla Borgheri, Serva di Dio e fondatrice delle Missionarie dell’Incarnazione, ha saputo “comunicare Dio” con forza, concretezza e lungimiranza. Ha usato le lettere, l’ascolto profondo, la testimonianza silenziosa. Ma non solo: fin dagli anni ’60 si è servita di strumenti tecnologici come la videocamera, il computer, e ha promosso la creazione del Giornalino “Tra noi SMI”, intuendo l’importanza di una comunicazione viva, formativa e missionaria. Madre Carla ha inviato email e incoraggiato un uso intelligente e apostolico dei mezzi a disposizione, molto prima che tutto questo fosse abituale.
Del resto, è scritto nelle nostre Costituzioni, all’art. 58:
“L’ideale apostolico della Congregazione consiste nel diffondere il Vangelo e la conoscenza della Persona divina di Gesù, Verbo di Dio con l’esempio della vita, con la parola, con l’uso dei mass-media.”
Siamo dunque chiamate a far “correre” la Parola anche nel digitale, con lo stile dell’Incarnazione: umiltà, presenza, vicinanza. Non basta “essere online”, dobbiamo abitare questi spazi con amore e responsabilità. Portare il Vangelo là dove l’umanità vive, dialoga, cerca senso.
La missione non cambia, ma cambiano i linguaggi. Oggi più che mai, siamo chiamate a essere missionarie dell’Incarnazione anche nel digitale, affinché l’amore continui a essere il filo invisibile che tiene insieme tutti i pezzi.
Pubblicato il: venerdì 19 Settembre 2025
In occasione del 19° anniversario della nascita al Cielo di Madre Carla Borgheri (1922-2006), le Suore Missionarie dell’Incarnazione desiderano condividere con amici, conoscenti e tutti i cercatori di luce e verità un piccolo, prezioso dono: la pubblicazione della raccolta di pensieri spirituali «Dio è luce».
Questa pubblicazione nasce dal desiderio di tenere viva la memoria di una donna che ha saputo incarnare con semplicità e profondità l’amore di Cristo, e che ancora oggi continua a parlarci attraverso i suoi scritti, il suo stile di vita e il carisma che ha consegnato alla nostra famiglia religiosa.
Il titolo del libretto prende spunto dalla prima lettera di San Giovanni: «Dio è luce» (1 Gv 1,5). È una luce che non abbaglia, ma accompagna; non acceca, ma riscalda; una luce che si è fatta carne in Cristo Gesù e che, attraverso vite donate come quella di Madre Carla, continua a illuminare il cammino di molti.
In questa raccolta, composta da pensieri nati spesso nella preghiera, nel silenzio, nell’offerta quotidiana, ritroviamo le virtù che hanno sempre contraddistinto il cuore di Madre Carla: la fede viva, la speranza tenace, la carità concreta e silenziosa.
Come ci ricorda Papa Francesco nella Gaudete et Exsultate, la santità non consiste in imprese straordinarie, ma nel vivere con amore e fedeltà la propria vocazione. Madre Carla ci offre proprio questa testimonianza: una santità feriale, nascosta, ma autentica e profonda.
Nel messaggio che accompagna la pubblicazione, S.E. Mons. Stefano Russo, Vescovo di Velletri-Segni e di Frascati, scrive: «Madre Carla […] ha saputo incarnare la luce di Cristo, che illumina e trasforma ogni aspetto dell’esistenza umana. Nei suoi pensieri si intrecciano fede, speranza e carità, virtù che risplendono nel suo invito a trasformare le nostre case in focolai d’amore, a essere Cirenei per i nostri fratelli e a cercare costantemente il volto di Cristo nei piccoli gesti quotidiani».
I pensieri spirituali contenuti in questo libretto sono stati scritti tra gli anni Settanta e pochi anni prima della sua morte, avvenuta il 20 settembre 2026, in contesti diversi ma animati da un unico desiderio: comunicare ciò che lo Spirito suggeriva al cuore. Ecco alcuni esempi:
L’importanza della preghiera:
«Come un corpo non può essere attivo e vivere se scarseggia l’ossigeno, così l’anima, se non è vivificata da una fedele preghiera, si inaridisce come un ramo privato della luce del sole.» (Pensiero 58)
La delicatezza della carità:
«La carità è dolce e delicata: previene la più piccola sofferenza altrui e accetta con gioia quelle riservate a sé.» (Pensiero 61)
L’unità tra amore di Dio e amore del prossimo:
«I due amori si completano e si annodano in modo insolubile. Chi dice di amare il prossimo ma non Dio […] dimentica che l’amore al fratello è già una mano tesa a Dio presente nel fratello.» (Pensiero 63)
Questi brevi testi sono un invito alla meditazione quotidiana, un’occasione per ritrovare orientamento, forza e pace.
A distanza di 19 anni dalla sua morte, la figura di Madre Carla continua a essere una presenza viva, una compagna di cammino per chi desidera seguire Cristo con tutto il cuore. Le sue parole non sono formule astratte, ma frutti di una vita interamente donata.
Come ci ha ricordato Papa Francesco nella sua lettera del 16 novembre 2024: «Il ricordo e la celebrazione delle figure di santità che hanno segnato la storia della nostra Chiesa locale rappresentano un prezioso stimolo a vivere con generosità la nostra vocazione cristiana».
Madre Carla, ci aiuta a riscoprire il gusto del Vangelo, vissuto nella semplicità dell’amore quotidiano, nella fiducia in Dio, nella preghiera perseverante e nell’abbandono alla volontà divina.
Questo libretto, disponibile presso la nostra comunità e in formato digitale, vuole essere:
Una sorgente di luce per la tua preghiera quotidiana
Uno strumento di meditazione personale o comunitaria
Un piccolo seme di speranza da donare a chi è in ricerca
Lo affidiamo alla riflessione e alla preghiera di tutti voi, certi che in queste pagine molti cuori troveranno una parola buona, un incoraggiamento, un invito alla santità.
Come riceverlo
Il libretto «Dio è luce» è disponibile:
Presso le case delle Suore Missionarie dell’Incarnazione
Oppure scrivendo a: postulazionecarlaborgheri@gmail.com
Versione pdf scaricabile: Dio è luce
«Chi cammina nella luce di Dio, diventa luce per gli altri».
(Madre Carla Borgheri)
Pubblicato il: martedì 30 Settembre 2025
Torvaianica, 30/09/25
Con il cuore colmo di riconoscenza e un velo di commozione negli occhi, la comunità parrocchiale di Torvaianica e la Casa di Accoglienza Cardinal Pizzardo si sono strette attorno a Suor Margaret per salutarla e ringraziarla, in occasione del suo trasferimento a Frascati, presso la Casa Generalizia.
Suor Margaret ha vissuto a Torvaianica con l’umiltà e la forza di chi sa che la vera evangelizzazione nasce dall’ascolto, dalla condivisione e dalla presenza silenziosa ma concreta. Il suo servizio non si è mai limitato ai confini di un ruolo, ma ha attraversato cuori, case, storie.
Da sei anni punto di riferimento nella Parrocchia Beata Vergine Immacolata e nella Struttura di Accoglienza, ha incarnato lo spirito missionario in modo autentico: portando speranza dove c’era scoraggiamento, offrendo tempo e cuore a chi aveva bisogno di sentirsi accolto. Ora, con lo stesso spirito di servizio, continuerà la sua missione nella vicina Frascati, dove sarà impegnata in nuovi incarichi comunitari all’interno della Casa Generalizia. Nonostante la distanza sia breve, il legame che unisce tutti a lei resta profondo e vivo.
Per renderle omaggio, è stata celebrata una Santa Messa in suo onore, alla presenza di tutti gli operatori della comunità parrocchiale. A presiederla sono stati il parroco Don Andrea Conocchia e il viceparroco Don Omer Mananga Ngondo che nelle loro parole hanno ricordato la bellezza del cammino condiviso con Suor Margaret, la sua testimonianza quotidiana e il segno profondo lasciato nella vita della parrocchia e della Casa di Accoglienza.
Anche il direttore della Caritas di Albano, Alessio Rossi, insieme a tutti gli operatori delle Strutture hanno organizzato una splendida serata di ringraziamento. Una serata che resterà nel cuore di tutti: semplice, sincera, profondamente emozionante. Attorno a una cena conviviale, famiglie, operatori e membri della comunità si sono ritrovati per dire il loro “grazie” più sentito. Momento culminante della serata è stata la proiezione di un video che ha ripercorso i momenti più belli vissuti con Suor Margaret: immagini di condivisione, racconti di vita, sorrisi e abbracci che parlavano d’amore vero. Le famiglie accolte nella struttura, che in lei hanno trovato una presenza materna e rassicurante, hanno voluto lasciare messaggi toccanti. Ognuno ha trovato un modo per esprimere l’affetto e la gratitudine che nutre nei suoi confronti.
Suor Margaret, visibilmente emozionata, ha ringraziato tutti di vero cuore, con lo sguardo colmo di gratitudine. La sua commozione era tangibile, segno di un legame profondo con questa comunità che ha tanto amato e che tanto l’ha amata. Non ha pronunciato discorsi, ma i suoi occhi e il suo sorriso parlavano per lei, raccontando l’intensità di un cammino condiviso.
Il suo trasferimento a Frascati segna la conclusione di una tappa importante e l’inizio di una nuova fase del suo cammino missionario. Il suo esempio continuerà a ispirare chi l’ha conosciuta e la sua presenza resterà viva nei ricordi e nel cuore della comunità.
Un saluto che non è un addio, ma un segno profondo di riconoscenza per una vita spesa nel servizio agli altri, con amore e fede.
Francesca Amore
Pubblicato il: giovedì 2 Ottobre 2025
Pubblicato il: sabato 4 Ottobre 2025
Il 4 ottobre, per noi cristiani, è una giornata speciale, poiché la Chiesa celebra la festa di San Francesco d’Assisi, il santo patrono insieme a santa Caterina da Siena del nostro paese. Ma chi è stato realmente San Francesco? Un mistico vissuto oltre settecento anni fa, definito e ricordato da tutti come il “poverello d’Assisi”. Figlio di un ricco commerciante, si spogliò di tutte le sue ricchezze per seguire un ideale di vita ascetico e spirituale.
La grandezza del suo messaggio, divenuto poi il fondamento dell’Ordine dei frati minori, è che ha saputo comunicare la bellezza della creazione, esaltandola vivendo e lodando Dio in povertà e umiltà, in un’epoca caratterizzata dalla bramosia del denaro, dei piaceri e del potere.
Dio padre ha dato all’uomo il dominio sui pesci del mare, sugli uccelli del cielo e su tutte le creature, ma questo dominio è inteso come un affidamento di cura e responsabilità, come dice la Genesi: “Il Signore Dio prese l’uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse” (Gen 2,15). Per San Francesco, ogni elemento della natura, nella sua bellezza, semplicità e spontaneità, celebra la sacralità del Creato e la lode a Dio.
Si racconta che il Santo chiedesse spesso ai suoi frati di lasciare una parte dell’orto incolta, affinché vi crescessero le erbe selvatiche, perché questo gesto serviva a far sì che chiunque le ammirasse potesse elevare il proprio pensiero a Dio, contemplando la Sua bellezza anche nella natura non addomesticata. Una visione che connette l’essere umano e il creato in una sinfonia d’amore, un riflesso della bellezza e bontà di Dio, anche nella natura selvaggia. Ed in questa compiuta armonia universale, l’umanità è chiamata a vivere in fratellanza, e perfino le malattie e la morte perdono l’aspetto drammatico e diventano fenomeni naturali da accettare con serenità.
Una fraternità che fa diventare le relazioni interpersonali nuove ed evangeliche, aperte al dialogo, fiduciose e rispettose del fratello e sempre al servizio umile della pace. Nei suoi scritti, San Francesco invita più volte i suoi frati a vivere relazioni alla pari, da fratelli, e li esorta a porsi tali anche dinanzi agli altri uomini e alle creature: «E nessuno sia chiamato priore, ma tutti siano chiamati semplicemente frati minori».
Come testimonianza di pace, nel 1219 San Francesco incontrò il sultano d’Egitto nel contesto della quinta Crociata. Durante tale incontro, il sovrano musulmano vide il santo avvicinarsi con rispetto e senza armi, offrendo così una testimonianza di fede basata sull’amore e non sulla violenza. È vero che il Sultano non si convertì, ma l’incontro aprì uno spiraglio per una nuova relazione tra Cristianesimo e Islam, un’eredità e una grande testimonianza anche per i nostri giorni per un dialogo multiculturale e interreligioso.
Il messaggio del poverello d’Assisi è stato incarnato anche da Papa Francesco, il quale non si è limitato a scegliere il nome del Santo, ma ne ha incarnato profondamente il messaggio attraverso la sua adesione al Vangelo vissuto, la cura per i poveri, il creato, l’enfasi sulla fratellanza universale e un modello di vita incentrato sulla semplicità e l’umiltà. Le sue parole e la sua enciclica “Fratelli tutti” evidenziano questa continuità di un Vangelo incarnato, fatto di gesti concreti e di amore sociale.
Papa Francesco, sulle orme del Santo d’Assisi, ha cercato in modo evangelico la cultura del dialogo, il rispetto dell’emarginato, dello straniero e di tutte le categorie di uomini che, anche nei nostri giorni, incutono paura, sospetto e rifiuto.
In questa giornata in cui celebriamo con San Francesco l’incarnazione della testimonianza evangelica, un pensiero e una preghiera vanno a Madre Carla e alle sue suore, che continuano a vivere e a testimoniare il messaggio di pace, amore e misericordia nei luoghi più abbandonati e sperduti del mondo.
Tra i manoscritti lasciati da San Francesco, ce n’è uno che dovrebbe richiamare la nostra attenzione e preghiera in questo nostro drammatico periodo storico:
Signore, fa’ di me uno strumento della tua pace.
Dove è odio, fa’ ch’io porti amore.
Dove è offesa, fa’ ch’io porti perdono.
Dove è discordia, fa’ ch’io porti unione.
Dove è errore, fa’ ch’io porti verità.
Dove è dubbio, fa’ ch’io porti fede.
Dove è disperazione, fa’ ch’io porti speranza.
Dove è tenebra, fa’ ch’io porti luce.
Dove è tristezza, fa’ ch’io porti gioia.
O Signore, fa’ che io cerchi più di:
– consolare che di essere consolato,
– capire che di essere capito,
– amare che di essere amato.
Perché:
– è dando che si riceve,
– è perdonando che si è perdonati,
– è morendo che si risorge a vita eterna.
Patrizia
Pubblicato il: domenica 26 Ottobre 2025
Ieri è stata una giornata di grande gioia e comunione per tutta la nostra Famiglia religiosa. Le Suore Missionarie dell’Incarnazione, collegate da ogni parte del mondo, si sono riunite in un incontro virtuale di circa tre ore, vivendo un intenso momento di fraternità, ascolto e sinodalità.
La nostra Madre Generale, Sr. Loreda Spagnolo, insieme al Consiglio Generale, ha presentato gli Atti del VI Capitolo Generale e ha illustrato le Linee Orientative che guideranno il cammino della Congregazione nei prossimi sei anni.
Un appuntamento atteso e profondamente significativo, che ha permesso a tutte le sorelle – qualunque sia la loro missione o continente di appartenenza – di sentirsi unite nello stesso Spirito e orientate verso una visione condivisa.
Il Capitolo, vissuto lo scorso luglio, continua ora a generare vita: gli Atti non sono semplicemente un documento da conservare, ma un vero programma di vita e missione, un dono dello Spirito per “camminare insieme come comunità sinodale che genera speranza nell’umanità di oggi”.
Il cuore dell’incontro è stata la condivisione del Documento finale del Capitolo, suddiviso in tre grandi aree di vita e missione:
Parte Prima: Comunità sinodale e conversione delle relazioni
Parte Seconda: Risvegliare la bellezza della vocazione
Parte Terza: Una profezia sempre nuova.
E le Linee programmatiche con le indicazioni pratiche in sei tappe per realizzare l’obiettivo del sessennio: ravvivare il dono profetico della nostra vocazione SMI che genera speranza nell’umanità di oggi.
Durante l’incontro, non sono mancati momenti di confronto, domande, condivisioni e risonanze che hanno evidenziato il desiderio comune di lasciarsi trasformare dalla grazia del Capitolo e Incarnarne le scelte concrete nelle realtà quotidiane.
Con rinnovato entusiasmo, riprendiamo il nostro cammino, certe che la Missione continua e che il Verbo Incarnato ci precede sempre, là dove la vita chiama e l’amore ci invia.
Pubblicato il: domenica 9 Novembre 2025
Il quattro novembre festa di San Carlo Borromeo, abbiamo avuto la gioia di celebrare nella parrocchia di Spirito Santo i dieci anni della nascita in cielo di Don Salvatore Scales che era per noi come un padre che prendeva cura di noi suore missionarie dell’ Incarnazione in particolare di suor Loreda Spagnolo e sr. Jessy Chennathara, in quanto all’invito di Don Salvatore nel febbraio di 2008 hanno svolto una missione Cittadina per due settimane nella parrocchia di Spirito Santo a Su-Planu. Questo missione ha portato un rinnovamento profondo e indimenticabile nei cuori dei parrocchiani, in più i fedeli sono avvicinati alla chiesa, alla fede e al parroco. Questo avvenimento è ancora nei cuori dei parrocchiani e accolgono le suore con grande gioia.
Il quattro novembre 2025 Don Giuseppe Camponi ha organizzato una celebrazione nella ricorrenza di 10 anni della nascita in cielo di Don Salvatore Scales. La Santa Messa è celebrata da Mons Mosè Marcia. Insieme Don Giuseppe Camponi e Don Enrico Murgia, dopo la messa sr. Loreda Spagnolo, la Madre Generale delle suore Missionarie dell’ Incarnazione che è venuta da Frascati proprio per questa celebrazione ha preso la parola dando una testimonianza e mettendo in evidenza la missione della Chiesa e la missione svolta da Don Salvatore in Keniya e nella Parrocchia di Spirito Santo. Tutti sono rimasti felici ad ascoltare la Sua testimonianza.
Inseguito continuato con un Concerto Corale di qualità che ha resa la sera più significativa rendendo omaggio a Don Salvatore Scales. Alla fine la serata è conclusa con una convivialità dove tutti hanno scambiato le parole e rafforzando l’ amicizia.
Ringraziamo Don Giuseppe per aver organizzato questo evento con grande sacrificio e sr. Loreda Spagnolo nonostante tutti i suoi impegni ha reso la Celebrazione più gioiosa e significativa con la sua presenza e la sua testimonianza.
Pubblicato il: sabato 1 Novembre 2025
Con questa santa ricorrenza, la Chiesa pellegrina sulla terra ricorda, in un’unica festa, la memoria di tutti i santi: non solo quelli che conosciamo e veneriamo, ma anche i tantissimi che, nel silenzio e nell’umiltà evangelica, hanno messo le loro vite al servizio degli altri, degli ultimi, dei più deboli e dei più bisognosi, vivendo nella pienezza il messaggio evangelico.
In questa gioiosa celebrazione, che unisce tutti i santi delle generazioni passate e presenti, e che ha il potere di congiungere cielo e terra, noi ci sentiamo parte di una grande famiglia universale. Apparteniamo a una terra che può essere sofferente e fragile, ma che rimane viva e pulsante grazie al legame indistruttibile che esiste tra noi e il cielo: un legame di amore e di speranza che nessuno può spezzare.
Quella speranza nella quale Dio ci richiama individualmente al nostro fine ultimo e alla nostra vocazione vera: la santità. Ci ricorda che siamo stati chiamati tutti a essere santi, poiché la santità non è riservata a pochi, ma è una chiamata ad ognuno di noi, che richiede la nostra risposta di fede e di amore.
Quest’anno, in cui il nostro amato Santo Padre Francesco ha lasciato questo mondo; vorrei ricordare alcune delle sue tante affermazioni sulla santità.
– “La santità non è un traguardo per pochi, ma un dono offerto a tutti per una vita felice.”
– “La santità è un cammino alla presenza di Dio, un cammino che si deve fare con coraggio, con la speranza e con la disponibilità di ricevere questa grazia.”
– “Si diventa santi vivendo le Beatitudini, la strada maestra perché ‘controcorrente’ rispetto alla direzione del mondo.”
– “Il santo è capace di vivere con gioia e senso dell’umorismo… Non sto parlando della gioia consumista e individualista… Il consumismo infatti non fa che appesantire il cuore; può offrire piaceri occasionali e passeggeri, ma non gioia.”
Queste affermazioni sulla santità ci richiamano alla figura di Madre Carla e alle sue suore sparse nel mondo: Madre Carla, quella scintilla d’amore, ha vissuto in pieno le Beatitudini, e le ha vissute sempre con gioia vera, profonda ed intensa. Quella gioia celeste che fa parte dell’eredità che ha lasciato alle sue Figlie e che apre le porte alla Santità.
In conclusione, che questa giornata sia per ognuno di noi un’occasione per vivere in modo coerente la nostra fede e rispondere alla chiamata alla santità con coraggio e speranza.
Patrizia