Archivio Categoria AFRICA

VIENI, SANTO SPIRITO!

Pubblicato il: giovedì 25 Maggio 2023

Sono grata alle Suore Missionarie dell’Incarnazione per avermi dato la possibilità di scrivere questa mia riflessione sulla festività della Pentecoste, che tra pochi giorni andremo a ricordare, o meglio a celebrare. Sappiamo tutti che la Pentecoste cade cinquanta giorni dopo la Pasqua e ricorda un fatto storico ben preciso, realmente accaduto, a mio avviso importantissimo: la discesa dello Spirito Santo sulla Vergine Maria e sui dodici Apostoli, ormai chiusi nel cenacolo per paura ed incredulità. Si sentono soli, si sentono abbandonati dal loro Maestro, Lui che era il figlio di Dio, lo hanno visto appeso ad una Croce e sono fuggiti, lo hanno rinnegato, lo hanno tradito.

Anche se dopo la Resurrezione il Signore, il Risorto è apparso più volte, questo non basta: la delusione è tanta, lo spavento, il disorientamento prevalgono su tutto, perché gli Apostoli erano uomini, proprio come me e come te, e di fronte alla Croce hanno paura. Quante volte anche noi di fronte a situazioni di morte, a prove difficili della vita, mettiamo tutto in discussione e scappiamo… tante, tante volte. Da qui l’importanza della Pentecoste nella vita degli Apostoli e nella nostra vita: improvvisamente il loro cuore pavido, incapace di dare testimonianza si riempie di Amore, Forza, Coraggio, Sapienza, Certezza che quell’uomo inchiodato ad una Croce è Risorto. Sono certi di questo, escono dal cenacolo e lo gridano a tutte le genti, senza impedimento alcuno; sanno che vanno incontro alla morte, che rischiano il martirio, ma ormai lo spirito del Risorto ha pervaso la loro vita, la loro anima e rispondono a quella chiamata che sentono nel profondo del cuore: portare a tutto il mondo la buona notizia del Vangelo e lo fanno fino alla morte.

D’altronde la parola Apostolo significa proprio questo. Capiamo bene come dalla Pentecoste sia nata la Chiesa, perché se non ci fosse stata la predicazione dei Dodici, il Kerigma non sarebbe arrivato fino a noi e noi non avremmo creduto. E la Pentecoste per noi oggi cosa rappresenta? Solo un fatto storico da ricordare o una missione a cui il Signore ci chiama per essere suoi Apostoli? lo parlo ovviamente per esperienza personale: se io non avessi questo Spirito del Risorto dentro di me che mi guida, che mi parla, che mi sostiene, che mi illumina, io non potrei operare nella Chiesa. Porterei solo me stessa, la mia debolezza, la mia incoerenza ed i miei dubbi. Ma sento che il Signore mi chiama a passare oltre: vivere questa Pentecoste nella mia Vita, facendo spazio al suo Spirito, lasciandolo parlare ed operare attraverso la mia persona. Lo Spirito Santo è un grande dono che ci viene dal Cielo e come tale possiamo accettarlo o rifiutarlo, il Signore ci lascia liberi: certo è che quando l’Eterno ti tocca il cuore, la Vita ti cambia e tu con la tua testimonianza puoi cambiare il Cuore di coloro che ti stanno vicino. Il giorno di Pentecoste, durante la messa, leggiamo la Sequenza, una preghiera bellissima e molto antica della Chiesa. In questa Sequenza invochiamo lo Spirito Santo come Consolatore perfetto, come Ospite dolce della nostra Anima, come Conforto, Riposo, Aiuto ai nostri bisogni. Ecco mi piace terminare questa mia breve riflessione proprio con questa Preghiera, perché ho la certezza che nello Spirito Santo noi tutti possiamo trovare ciò di cui abbiamo bisogno: il Signore non ci ha lasciato soli ed orfani, ma cammina sempre al nostro fianco e sarà con noi tutti i giorni fino alla fine dei tempi. Questa è la nostra Fede, questa è la Fede di cui dobbiamo rendere testimonianza, sempre.

                                                                                                                               Rita Razza

Chi sono io, davanti a Gesù che soffre?

Pubblicato il: lunedì 3 Aprile 2023

Cari amici e amiche,
Vi invito ad iniziare questa Settimana Santa lasciandovi guidare da alcune parole che Papa Francesco ha pronunciato alcuni anni fa, in occasione della Domenica della Palme.
[Ascoltando il racconto della Passione di Gesù], ci farà bene farci soltanto una domanda: Chi sono io, davanti al mio Signore? Chi sono io, davanti a Gesù che entra in festa in Gerusalemme? Sono capace di esprimere la mia gioia, di lodarlo? O prendo distanza? Chi sono io, davanti a Gesù che soffre?
Abbiamo sentito tanti nomi, tanti nomi. Il gruppo dei dirigenti, alcuni sacerdoti, alcuni farisei, alcuni maestri della legge, che avevano deciso di ucciderlo. Aspettavano l’opportunità di prenderlo. Sono io come uno di loro?
Abbiamo sentito anche un altro nome: Giuda. 30 monete. Sono io come Giuda? Abbiamo sentito altri nomi: i discepoli che non capivano niente, che si addormentavano mentre il Signore soffriva. La mia vita è addormentata? O sono come i discepoli, che non capivano che cosa fosse tradire Gesù? Come quell’altro discepolo che voleva risolvere tutto con la spada: sono io come loro? Sono io come Giuda, che fa finta di amare e bacia il Maestro per consegnarlo, per tradirlo?
Sono io come Pilato? Quando vedo che la situazione è difficile, mi lavo le mani e non so assumere la mia responsabilità e lascio condannare – o condanno io – le persone?
Sono io come il Cireneo che tornava dal lavoro, affaticato, ma ha avuto la buona volontà di aiutare il Signore a portare la croce?
Sono io come quelli che passavano davanti alla Croce e si facevano beffe di Gesù: “Era tanto coraggioso! Scenda dalla croce, a noi crederemo in Lui!”.
Sono io come quelle donne coraggiose, e come la Mamma di Gesù, che erano lì, soffrivano in silenzio?
Sono io come Giuseppe, il discepolo nascosto, che porta il corpo di Gesù con amore, per dargli sepoltura?
Sono io come le due Marie che rimangono davanti al Sepolcro piangendo, pregando?
Dov’è il mio cuore? A quale di queste persone io assomiglio? Che questa domanda ci accompagni durante tutta la settimana.

Benedici il Signore, anima mia, non dimenticare nessuna delle sue benedizioni

Pubblicato il: martedì 7 Marzo 2023

Con le parole del salmista noi Suore Missionarie dell’Incarnazione, abbiamo espresso a Dio, in questo 19 febbraio 2023, la nostra viva riconoscenza alla Serva di Dio Carla Borgheri, attraverso la Celebrazione eucaristica che ricorda l’apertura ufficiale del processo di Beatificazione e Canonizzazione e la chiusura del centenario della sua nascita, il 25° anniversario della nostra presenza in Costa d’Avorio.

La bontà e la misericordia del Signore verso la nostra Congregazione non hanno avuto limiti!

Con i nostri fratelli e sorelle della parrocchia di Saint Marcel d’Akouai Santai, abbiamo gioito al ritmo della fanfara e cantato per dire grazie al Signore per la vita della tua Serva; ella ci mostra che avere una vita di santità quaggiù sulla terra è possibile, a condizione che diamo la nostra vita a Cristo anche a prezzo di sacrifici per annunciare il vangelo.

Auguri di un felice anno nuovo

Pubblicato il: lunedì 2 Gennaio 2023

L’anno che verrà…
l’anno che se ne va… due attimi che intersecano per tracciare il nuovo percorso di ciascuna di noi.
A te, Dio Padre, chiediamo di essere lampada ai nostri passi e luce sul nostro cammino,
affinché quello nuovo sia un anno in cui l’unico fuoco ad ardere
sia quello dell’amore
e l’unica esplosione sia quella della pace. Fà, o Signore,
che in tutto il mondo riecheggi la speranza.

 

Entrata in Postulato di quattro giovani africane

Pubblicato il: mercoledì 2 Novembre 2022

È con queste parole del profeta Geremia che noi, membri della comunità formativa di Bingerville, vogliamo esprimere la nostra gratitudine al Signore in questo giorno, per l’ingresso nel postulato di quattro ragazze, provenienti da tre parti dell’Africa (Costa d’Avorio, Burkina Faso e Repubblica Democratica del Congo) e rispondere alla sua chiamata nella nostra Congregazione. Che meraviglia! Che gioia!

Così Dio ci rivela di essere la fonte di tutte le vocazioni e che, anche in questa cosiddetta era globalizzata e consumistica, continua a seminare nel cuore dei giovani il desiderio di donare la propria vita totalmente a Lui, per il Suo Regno e il bene dell’umanità.

Rendiamolo grazie e preghiamo per queste giovani affinché il Signore le inondi delle Sue benedizioni e grazie per il resto del loro cammino.

Dio chiama anche altri giovani nella sua vigna, siete pronti a rispondergli “Eccomi” come Maria?

Visita nelle missioni di Tabou in Costa d’avorio

Pubblicato il: venerdì 11 Febbraio 2022

Mi chiamo Elena Bertolotti e vivo in provincia di Verona. Tramite un amico toscano, Andrea, sono venuta a conoscenza della Missione di Tabou. Sono stata talmente affascinata dai suoi racconti che ho tanto desiderato recarmi in Costa d’Avorio e, nonostante questo periodo particolare, due settimane fa, con Peter, mio marito, che era già stato a Tabou, abbiamo intrapreso il viaggio. Ancora a San Pedro ci attendeva suor Bernadette ed ho fatto la sua conoscenza. Arrivati a Tabou, nella missione che noi chiamiamo “casa della luna” abbiamo incontrato suor Brigitte, suor Adele e le ragazze che vivono con loro e che aspirano a diventare suore. Per la prima volta ho conosciuto la Congregazione delle Missionarie dell’Incarnazione; nella sala d’ingresso è esposto un poster di Madre Carla Borgheri nel suo centenario; piena di commozione mi sono subito collegata al sito per leggere la storia affascinante di questa vita colma di santità e mi sono innamorata subito. Abbiamo soggiornato presso la missione e abbiamo potuto apprezzare la familiarità, la generosità e l’accoglienza delle care sorelle. In pochi giorni ho avuto l’occasione di vivere una grande spiritualità, condividendo con le suore i tanti momenti di preghiera. Ho avuto l’occasione di fare un piccolo ritiro spirituale, del quale avevo gran bisogno.

Sono rimasta impressionata dalla resistenza di queste Donne che pregano e lavorano senza tregua in condizioni difficili e in un clima (caldo assoluto) davvero ostico. Ho trascorso le mie giornate prevalentemente in compagnia di suor Bernadette che mi ha fatto conoscere il Parroco, il Curato e il Diacono. Inoltre mi ha messa in contatto con l’ambiente autentico; visitando la scuola infantile, alcune famiglie e vivendo della vita quotidiana dove le suore, in particolare suor Bernadette, sono il riferimento ed il “rifugio” per la povera gente del posto.

Le suore sono impegnatissime: l’intraprendente suor Bernadette a gestire la scuola, il personale, le ragazze, i conti (con grandi difficoltà di liquidità), una vera “macchina da guerra”; l’instancabile suor Brigitte con la gestione dei polli e del bestiame, una lavoratrice incallita e suor Adele, la mite; occupata nell’insegnamento a scuola e nelle attività in cucina. Ho conosciuto suor Carmela, in lei ho riconosciuto lo spirito missionario, le giovani suor Marina e suor Alida tutte alla “casa del sole” e anche da loro ho appreso la dedizione e l’amore per il prossimo, per tutti quei bambini abbandonati. Posso solo elogiare queste grandi Donne prima e brave Suore dopo.

Spero di ritornare nelle missioni di Tabou presto e per un tempo più prolungato, intanto custodisco tutte le sorelle nel mio cuore e le affido alla preghiera.

Elena Bertolotti

Testimone delle Suore Missionarie dell’Incarnazione

Ingresso in Noviziato di Odette Sengi

Pubblicato il: martedì 28 Settembre 2021

Il 20 settembre ultimo scorso è stato un giorno di grande emozione per la nostra comunità di Bingerville, in Costa d’Avorio, per un duplice motivo: Odette Sengi, originaria del Congo Kinshasa, ha celebrato il suo ingresso come novizia e lo ha fatto in presenza di tutti i membri della Comunità.

Una data, questa, importantissima per tutti noi in quanto coincide con la nascita al cielo, avvenuta 15 anni fa, della nostra cara Madre Carla, la mamma che ci ha amato di un amore infinito prendendosi cura di tutte noi, colei che ci ha dato le ali per volare e ci ha aiutate a rialzarci dopo ogni caduta. Ora è il nostro angelo custode e siamo più che certe che dalla finestra del paradiso continua a guardarci con amore e a vegliare su di noi, come solo una vera madre sa fare. Il suo sorriso, la sua energia, le sue parole continueranno a darci la forza di camminare sul suo esempio divenuto modello di grandi virtù che saranno un saldo punto di riferimento anche per la nuova novizia Odette. Fortunato chi ha avuto l’opportunità di conoscere una donna speciale come lei, ma noi abbiamo una certezza: chi ci ama non muore mai, poiché ci cammina accanto ogni giorno.

Sicuramente anche Odette avrà la fortuna di essere guidata, nel suo percorso spirituale, dal nostro angelo che ci guarda dall’alto, ci insegna ancora ad amare e custodisce la nostra anima nel suo cuore.

Galleria fotografica Bingerville

La nostra missione a Tabou

Pubblicato il: sabato 10 Luglio 2021

“Un bambino, un insegnante, un libro e una penna possono cambiare il  mondo”

                               ( Malala Yousafzai, Premio Nobel per la Pace,Oslo 10 Dicembre 2014)

Non potevamo non citare le parole di Malala, alla luce del fatto che noi, Suore Missionarie della Casa Madre Anna di Tabou, viviamo fortemente l’impegno di garantire alle ragazze l’istruzione ed insegnare loro ad essere indipendenti. L’Istruzione è un valore assoluto, un bisogno primario, una delle benedizioni della vita. Le parole di Malala, pronunciate nel momento in cui riceve il premio, ci colpiscono profondamente: “Il Premio non è solo per me, è per tutti quei bambini dimenticati che chiedono istruzione”. Noi suore missionarie propagandiamo le stesse idee, con l’obiettivo di salvare dall’ignoranza, dalla tortura e da ogni forma di abuso migliaia di donne e di bambine che nel mondo soffrono di analoghe persecuzioni.

Vivendo nella città di Tabou, abbiamo constatato come a molte donne non sia data l’opportunità di imparare a leggere, scrivere e potersi esprimere in lingua francese; queste donne diventano madri precocemente e l’unica occupazione cui possono e devono dedicarsi è la preparazione del cibo quotidiano, cibo peraltro molto povero.

Ebbene sì, è stata proprio questa situazione locale che ci ha spinto a lavorare per l’emancipazione delle donne di etnia Kroumen, dando inizio ad un corso di alfabetizzazione e di formazione umana, morale, intellettuale e spirituale rivolto alle donne-madri di Sekrekré, villaggio ad una decina di chilometri dalla città di Tabou.

Stabilito il programma, abbiamo iniziato timidamente con venticinque donne divise in due classi, prevedendo due anni di corso organizzato come segue:
a) 1° anno, corso per donne analfabete;
b)  2° anno, corso per donne con una minima preparazione scolastica.

Le Responsabili, suor Bernadette e suor Brigitte, hanno operato con grande tenacia ed hanno  affrontato numerose difficoltà per riuscire a garantire loro il materiale didattico e tutto il necessario per iniziare questo percorso.

Le lezioni  si svolgevano solo la domenica dalle ore 15:00 alle ore 16:30. Dopo due mesi di  continue modifiche in itinere, dovute al numero di partecipanti che aumentava giorno per giorno, abbiamo raggiunto il numero di sessanta donne-allieve. Per circa quattro mesi sono stati usati, quali strumenti, la lavagna e il gesso e da aprile, grazie a piccoli progressi, si è  passati all’uso del quaderno “doppia riga” e della matita.

Il desiderio e la volontà fortemente manifestati, ci hanno spinte a procurare dei manuali al fine di consentire loro di studiare anche da casa. Con l’arrivo del periodo di vacanze scolastiche, al fine di aiutare le donne a non dipendere da altri, abbiamo insegnato loro a produrre il sapone liquido ed il sapone a pezzi, al fine di garantire loro l’indipendenza economica  ed evitare di trascorrere troppo tempo nell’inattività.

Sperando che queste donne possano mettere a frutto gli insegnamenti ricevuti, auspichiamo di poter condividere, per il prossimo anno, l’esperienza di Sékreké con le donne di Tabou.

A voi lettori, con grande affetto
Le Suore Missionarie di Tabou

Galleria fotografica Tabou