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Un segno di speranza: posa della prima pietra in Burkina Faso

Pubblicato il: martedì 24 Settembre 2024

Se il Signore non costruisce la casa,

invano si affaticano i costruttori.

(Salmo 126,1)

Il Burkina Faso, da ormai una decina d’anni, vive una situazione sociale e politica delicata e critica. Dal 2014 la gente ha cominciato a reclamare con grande forza trasparenza, giustizia e democrazia. In quello stesso periodo, a iniziare dal nord del paese, sono cominciati ad apparire i terroristi islamici, seminando terrore e morte. La gente fugge verso il sud del paese, nelle grandi città. Si calcola che gli sfollati a causa dei terroristi abbiano raggiunto la cifra di due milioni.

Una grande sfida è riappacificare e unificare la popolazione e far diventare le sessanta etnie del Burkina un solo popolo.

A causa dell’insicurezza e dell’instabilità sociale continua a salire il numero delle scuole chiuse. Una scommessa molto importante, per il futuro del Burkina Faso, è l’istruzione e la scolarizzazione. Nonostante i passi in avanti compiuti in questi ultimi anni, i risultati restano ancora insufficienti: abbandono precoce della scuola, analfabetismo dei genitori, insufficiente numero di scuole e di insegnanti. Nelle zone rurali molto spesso gli alunni devono percorrere molti chilometri per raggiungere la scuola; l’istruzione primaria viene impartita in francese, lingua non sempre parlata dai genitori; le classi sono sovraccariche; la mancanza di materiali scolastici non facilita l’insegnamento e l’apprendimento.

In questo clima di incertezza, la comunità delle Suore Missionarie dell’Incarnazione ha deciso di avviare una Missione in Burkina Faso che il 29 giugno 2022 si è stabilità ufficialmente a Boassa, nella diocesi di Ouagadougou. Da quel momento in poi la loro missione evangelizzatrice si è sempre più radicata nel paese.

Il 20 settembre 2024 la comunità “San Giuseppe” a Boassa, ha vissuto un momento storico: la posa della prima pietra per la costruzione di un’abitazione per la comunità. L’evento è iniziato con una solenne celebrazione eucaristica, in concomitanza con il 18° anniversario della nascita al cielo di Madre Carla Borgheri, fondatrice delle Suore Missionarie dell’Incarnazione. Alla celebrazione hanno preso parte i padri e le suore Missionarie di Villareggia, le Missionarie della Dottrina Cristiana, le Domenicane della Presentazione della Beata Vergine Maria e diversi membri della Comunità Cristiana di Base.

Durante la celebrazione Eucaristica, presieduta da Padre Martin Ouédraogo, il missionario di Villareggia ha incoraggiato i fedeli a collaborare attivamente con le Suore Missionarie dell’Incarnazione per rendere la missione sempre più feconda a favore dei meno fortunati.

Padre Martin, dopo aver benedetto il terreno, ha proceduto con la simbolica posa della prima pietra, un gesto che segna l’inizio ufficiale dei lavori di costruzione della nuova struttura, germoglio di una grande speranza per tanti bambini e le loro famiglie.

La Comunità delle Missionarie dell’Incarnazione a Boassa, con coraggio e speranza si affida alla divina provvidenza che si manifesta attraverso gesti concreti e generosi di tante persone.

Grazie a tutti.

Carême 2024 au désert de notre cœur

Pubblicato il: domenica 25 Febbraio 2024

Le temps du carême est un moment capital qui rappelle tous les membres du corps du christ les 40 ans du peuple d’Israël au désert (Ex 8,2), les 40 jours (Mt 4,1-11) que le seigneur a passé au désert. Ainsi le carême chrétien est un temps fort de prière, de partage, de conversion continue. C’est également un temps ouvert à la réception des grâces divines à travers diverses exercices spirituels tel que les recollections, les pèlerinages, le chemin de croix. Aussi cette période marque les scrutins des candidats au baptême précéder par l’appel décisif.

Convertissez-vous et croyez à l’évangile (Mc1,15), telles sont ces paroles qui introduisent ce temps bénit du carême par l’imposition des cendres sur nos fronts démontrant notre fragilité. Chers frères et sœurs, il y a de cela des siècles et des siècles que l’Église nous soumet à cet entrainement spirituel nous invitant à fournir des efforts afin de faire ce cœur à cœur avec notre rédempteur le Christ, de rentrer dans son intimité et de gouter à ses délices.  En outre, durant cette période de grâce tous enfants, jeunes et vieillards, sommes invités à un dépouillement total de notre vieil homme caractérisé par le péché et de nous appliquer au combat spirituel contre le diable et ses dépôts. Ainsi les différents pèlerinages : des enfants des jeunes et des adultes en sont les signes visibles. En fait, la Conférence des Évêques Catholique de Côte d’Ivoire dans leur plan pastoral ont bien voulu exploités ce temps du carême au réveil spirituel de tous les fidèles sans exception. C’est ainsi que dans l’Archidiocèse d’Abidjan le pèlerinage des enfants en cette année s’est déroulé autour du thème suivant «Enfant, pour une Eglise Synodale, prenons notre part de responsabilité» en ce deuxième dimanche du carême selon l’organisation interne des paroisses et des Doyennés. Les enfants du Doyenné Mgrs René Kouassi dont nous sommes membres et ceux du doyenné père Fulgence Anoman se sont réunis à Palm Afrique, sur la route d’ELOKA pour vivre ce désert avec leur ami fidèle JESUS. Lors de ce grand rassemblement nous, animateurs et animatrices, il nous a été demandé d’apprendre aux enfants en quoi est ce que notre prise responsabilité impacte l’Eglise positivement. En clair, ce pèlerinage des enfants est vécu dans la joie, dans  les animations diverses, dans la célébration Eucharistique et le partage du repas que chaque pèlerin a envoyé de chez lui.   Le grand cri du cœur était de vivre la charité, la pénitence, la prière, ainsi que la conversion de notre être.

 Bien aimé(es) en Christ et en humanité « c’est dans le désert de notre cœur que nous trouverons Dieu » disait un des premier moine d’Egypte. Ce moment favorable du carême nous apprend à sortir de nous-même, de notre propre confort à la rencontre du Christ qui se révèle en la personne du pauvre, des malades, des abandonnés, des sans-abris, des orphelins, des enfants de la rue. Partageons la bonne nouvelle du salut dans la fraternité, la convivialité en étant solidaire à tous ses hommes et femmes de notre monde qui sont meurtris par de multiples soucis.
Puisse le seigneur augmenté en nous la foi, l’espérance et la charité, que la Vierge notre mère et St Joseph protecteur de l’église soutiennent nos efforts de conversion.

Bonne suite du carême et surtout bonne montée vers pâques.

Avvento è il tempo dell’attesa e della speranza

Pubblicato il: sabato 16 Dicembre 2023

In questo drammatico periodo storico, dove guerre, violenze, sconvolgimenti ambientali, hanno il sopravento, si rinnova il miracolo del Natale, Dio assumendo la nostra carne torna a nascere in mezzo a noi, mostrandoci che serve spogliarci di noi stessi per accogliere, sostenere ed amare l’altro, ed oggi come ieri preferisce venire al mondo nei luoghi più abbandonati del mondo, dalla Grotta di Betlemme, ai campi profughi, ai barconi della morte, nei campi di battaglia, negli ospedali e ovunque la sofferenza ed il dolore strazia il genere umano.

Ma il Natale è anche la Cometa, quella Luce che illumina il mondo, e che solo il tenero Bambino di Betlemme porta con sé ogni 25 dicembre, il buio si è dissolto, l’umanità non è più sola!

Il Natale però è anche la Festa di Maria di Nazareth che con il suo esempio di Donna libera, fiduciosa e responsabile ha cambiato il mondo accettando di diventare la Culla del Creatore!

Solennità di Gesù, di Maria e non solo, è la festa di tutti noi, ed in questa ricorrenza di gioiosa attesa, un pensiero ed una preghiera va sicuramente a Madre Carla che si è fatto mezzo di speranza per gli ultimi, i dimenticati ed un grazie alle sue tante suorine sparse nel mondo che con il loro servizio agli altri donano speranza e dignità ogni giorno dell’anno.

Auguri di Buon Natale

Omaggio a Madre Carla: una strada di carità nel cuore di Tabou

Pubblicato il: martedì 5 Dicembre 2023

La congregazione delle “Suore missionarie dell’Incarnazione” insieme alle autorità amministrative, politiche e religiose locali, in particolare il capo di gabinetto della prefettura, Péhé Blanchard, che rappresenta il prefetto del dipartimento di Tabou, il sindaco Ouallo Jean-Luc e il curato Djiré Amores, hanno presieduto al battesimo di una strada nel quartiere Port-Bouet, all’ingresso della città di Tabou, domenica 3 dicembre 2023. La strada in questione va dalla grande via fino all’orfanotrofio Casa del Sole, situato lungo la costa, in omaggio alla fondatrice della congregazione delle “Suore missionarie dell’Incarnazione”, per le sue numerose opere di carità a favore della popolazione, in particolare dei bambini provenienti da famiglie disagiate. In questa occasione, Suor Carmela, madre generale della congregazione, ha illustrato le motivazioni legate a questa iniziativa. “Dal momento dell’installazione della comunità delle Suore missionarie dell’Incarnazione a Tabou nel 1997 fino al 2005, Madre Carla Borgheri ha calpestato ogni anno il suolo di Tabou. Aveva un legame particolare con la popolazione di Tabou. Era una religiosa come le altre, ma straordinaria nel suo amore per i più poveri, nella sua semplicità, umiltà e nella sua vita di preghiera”, ha spiegato. Le autorità presenti si sono congratulate per questa azione di riconoscimento.

“L’intitolazione di questa strada dedicata a Madre Carla Borgheri è per noi un momento solenne e importante. È un segno di riconoscimento per le opere e le azioni compiute dalla fondatrice delle SMI che, attraverso le sue opere qui a Tabou, lascia un’impronta su ognuno di noi. Dedicando questa strada a Madre Carla, non facciamo altro che renderle omaggio. Carla Borgheri è, per noi, un simbolo, un’icona. E saremo sempre pronti ad accompagnarvi affinché Madre Carla resti impressa nella memoria di ciascuno di noi”, ha dichiarato il primo magistrato del comune di Tabou, Ouallo Jean-Luc. Anche il capo di gabinetto del prefetto ha salutato l’iniziativa e ha espresso l’impegno del suo mandante a garantire che la “Via Madre Carla Borgheri” sia inclusa nella cartografia del paese. Nata a Novi Ligure, in Italia, il 17 febbraio 1922 e deceduta nel settembre 2006, Carla Borgheri era animata da una profonda vocazione alla carità.

Alan Ourega, corrispondente regionale.

VIENI, SANTO SPIRITO!

Pubblicato il: giovedì 25 Maggio 2023

Sono grata alle Suore Missionarie dell’Incarnazione per avermi dato la possibilità di scrivere questa mia riflessione sulla festività della Pentecoste, che tra pochi giorni andremo a ricordare, o meglio a celebrare. Sappiamo tutti che la Pentecoste cade cinquanta giorni dopo la Pasqua e ricorda un fatto storico ben preciso, realmente accaduto, a mio avviso importantissimo: la discesa dello Spirito Santo sulla Vergine Maria e sui dodici Apostoli, ormai chiusi nel cenacolo per paura ed incredulità. Si sentono soli, si sentono abbandonati dal loro Maestro, Lui che era il figlio di Dio, lo hanno visto appeso ad una Croce e sono fuggiti, lo hanno rinnegato, lo hanno tradito.

Anche se dopo la Resurrezione il Signore, il Risorto è apparso più volte, questo non basta: la delusione è tanta, lo spavento, il disorientamento prevalgono su tutto, perché gli Apostoli erano uomini, proprio come me e come te, e di fronte alla Croce hanno paura. Quante volte anche noi di fronte a situazioni di morte, a prove difficili della vita, mettiamo tutto in discussione e scappiamo… tante, tante volte. Da qui l’importanza della Pentecoste nella vita degli Apostoli e nella nostra vita: improvvisamente il loro cuore pavido, incapace di dare testimonianza si riempie di Amore, Forza, Coraggio, Sapienza, Certezza che quell’uomo inchiodato ad una Croce è Risorto. Sono certi di questo, escono dal cenacolo e lo gridano a tutte le genti, senza impedimento alcuno; sanno che vanno incontro alla morte, che rischiano il martirio, ma ormai lo spirito del Risorto ha pervaso la loro vita, la loro anima e rispondono a quella chiamata che sentono nel profondo del cuore: portare a tutto il mondo la buona notizia del Vangelo e lo fanno fino alla morte.

D’altronde la parola Apostolo significa proprio questo. Capiamo bene come dalla Pentecoste sia nata la Chiesa, perché se non ci fosse stata la predicazione dei Dodici, il Kerigma non sarebbe arrivato fino a noi e noi non avremmo creduto. E la Pentecoste per noi oggi cosa rappresenta? Solo un fatto storico da ricordare o una missione a cui il Signore ci chiama per essere suoi Apostoli? lo parlo ovviamente per esperienza personale: se io non avessi questo Spirito del Risorto dentro di me che mi guida, che mi parla, che mi sostiene, che mi illumina, io non potrei operare nella Chiesa. Porterei solo me stessa, la mia debolezza, la mia incoerenza ed i miei dubbi. Ma sento che il Signore mi chiama a passare oltre: vivere questa Pentecoste nella mia Vita, facendo spazio al suo Spirito, lasciandolo parlare ed operare attraverso la mia persona. Lo Spirito Santo è un grande dono che ci viene dal Cielo e come tale possiamo accettarlo o rifiutarlo, il Signore ci lascia liberi: certo è che quando l’Eterno ti tocca il cuore, la Vita ti cambia e tu con la tua testimonianza puoi cambiare il Cuore di coloro che ti stanno vicino. Il giorno di Pentecoste, durante la messa, leggiamo la Sequenza, una preghiera bellissima e molto antica della Chiesa. In questa Sequenza invochiamo lo Spirito Santo come Consolatore perfetto, come Ospite dolce della nostra Anima, come Conforto, Riposo, Aiuto ai nostri bisogni. Ecco mi piace terminare questa mia breve riflessione proprio con questa Preghiera, perché ho la certezza che nello Spirito Santo noi tutti possiamo trovare ciò di cui abbiamo bisogno: il Signore non ci ha lasciato soli ed orfani, ma cammina sempre al nostro fianco e sarà con noi tutti i giorni fino alla fine dei tempi. Questa è la nostra Fede, questa è la Fede di cui dobbiamo rendere testimonianza, sempre.

                                                                                                                               Rita Razza

Chi sono io, davanti a Gesù che soffre?

Pubblicato il: lunedì 3 Aprile 2023

Cari amici e amiche,
Vi invito ad iniziare questa Settimana Santa lasciandovi guidare da alcune parole che Papa Francesco ha pronunciato alcuni anni fa, in occasione della Domenica della Palme.
[Ascoltando il racconto della Passione di Gesù], ci farà bene farci soltanto una domanda: Chi sono io, davanti al mio Signore? Chi sono io, davanti a Gesù che entra in festa in Gerusalemme? Sono capace di esprimere la mia gioia, di lodarlo? O prendo distanza? Chi sono io, davanti a Gesù che soffre?
Abbiamo sentito tanti nomi, tanti nomi. Il gruppo dei dirigenti, alcuni sacerdoti, alcuni farisei, alcuni maestri della legge, che avevano deciso di ucciderlo. Aspettavano l’opportunità di prenderlo. Sono io come uno di loro?
Abbiamo sentito anche un altro nome: Giuda. 30 monete. Sono io come Giuda? Abbiamo sentito altri nomi: i discepoli che non capivano niente, che si addormentavano mentre il Signore soffriva. La mia vita è addormentata? O sono come i discepoli, che non capivano che cosa fosse tradire Gesù? Come quell’altro discepolo che voleva risolvere tutto con la spada: sono io come loro? Sono io come Giuda, che fa finta di amare e bacia il Maestro per consegnarlo, per tradirlo?
Sono io come Pilato? Quando vedo che la situazione è difficile, mi lavo le mani e non so assumere la mia responsabilità e lascio condannare – o condanno io – le persone?
Sono io come il Cireneo che tornava dal lavoro, affaticato, ma ha avuto la buona volontà di aiutare il Signore a portare la croce?
Sono io come quelli che passavano davanti alla Croce e si facevano beffe di Gesù: “Era tanto coraggioso! Scenda dalla croce, a noi crederemo in Lui!”.
Sono io come quelle donne coraggiose, e come la Mamma di Gesù, che erano lì, soffrivano in silenzio?
Sono io come Giuseppe, il discepolo nascosto, che porta il corpo di Gesù con amore, per dargli sepoltura?
Sono io come le due Marie che rimangono davanti al Sepolcro piangendo, pregando?
Dov’è il mio cuore? A quale di queste persone io assomiglio? Che questa domanda ci accompagni durante tutta la settimana.

Benedici il Signore, anima mia, non dimenticare nessuna delle sue benedizioni

Pubblicato il: martedì 7 Marzo 2023

Con le parole del salmista noi Suore Missionarie dell’Incarnazione, abbiamo espresso a Dio, in questo 19 febbraio 2023, la nostra viva riconoscenza alla Serva di Dio Carla Borgheri, attraverso la Celebrazione eucaristica che ricorda l’apertura ufficiale del processo di Beatificazione e Canonizzazione e la chiusura del centenario della sua nascita, il 25° anniversario della nostra presenza in Costa d’Avorio.

La bontà e la misericordia del Signore verso la nostra Congregazione non hanno avuto limiti!

Con i nostri fratelli e sorelle della parrocchia di Saint Marcel d’Akouai Santai, abbiamo gioito al ritmo della fanfara e cantato per dire grazie al Signore per la vita della tua Serva; ella ci mostra che avere una vita di santità quaggiù sulla terra è possibile, a condizione che diamo la nostra vita a Cristo anche a prezzo di sacrifici per annunciare il vangelo.

Auguri di un felice anno nuovo

Pubblicato il: lunedì 2 Gennaio 2023

L’anno che verrà…
l’anno che se ne va… due attimi che intersecano per tracciare il nuovo percorso di ciascuna di noi.
A te, Dio Padre, chiediamo di essere lampada ai nostri passi e luce sul nostro cammino,
affinché quello nuovo sia un anno in cui l’unico fuoco ad ardere
sia quello dell’amore
e l’unica esplosione sia quella della pace. Fà, o Signore,
che in tutto il mondo riecheggi la speranza.

 

Entrata in Postulato di quattro giovani africane

Pubblicato il: mercoledì 2 Novembre 2022

È con queste parole del profeta Geremia che noi, membri della comunità formativa di Bingerville, vogliamo esprimere la nostra gratitudine al Signore in questo giorno, per l’ingresso nel postulato di quattro ragazze, provenienti da tre parti dell’Africa (Costa d’Avorio, Burkina Faso e Repubblica Democratica del Congo) e rispondere alla sua chiamata nella nostra Congregazione. Che meraviglia! Che gioia!

Così Dio ci rivela di essere la fonte di tutte le vocazioni e che, anche in questa cosiddetta era globalizzata e consumistica, continua a seminare nel cuore dei giovani il desiderio di donare la propria vita totalmente a Lui, per il Suo Regno e il bene dell’umanità.

Rendiamolo grazie e preghiamo per queste giovani affinché il Signore le inondi delle Sue benedizioni e grazie per il resto del loro cammino.

Dio chiama anche altri giovani nella sua vigna, siete pronti a rispondergli “Eccomi” come Maria?

Visita nelle missioni di Tabou in Costa d’avorio

Pubblicato il: venerdì 11 Febbraio 2022

Mi chiamo Elena Bertolotti e vivo in provincia di Verona. Tramite un amico toscano, Andrea, sono venuta a conoscenza della Missione di Tabou. Sono stata talmente affascinata dai suoi racconti che ho tanto desiderato recarmi in Costa d’Avorio e, nonostante questo periodo particolare, due settimane fa, con Peter, mio marito, che era già stato a Tabou, abbiamo intrapreso il viaggio. Ancora a San Pedro ci attendeva suor Bernadette ed ho fatto la sua conoscenza. Arrivati a Tabou, nella missione che noi chiamiamo “casa della luna” abbiamo incontrato suor Brigitte, suor Adele e le ragazze che vivono con loro e che aspirano a diventare suore. Per la prima volta ho conosciuto la Congregazione delle Missionarie dell’Incarnazione; nella sala d’ingresso è esposto un poster di Madre Carla Borgheri nel suo centenario; piena di commozione mi sono subito collegata al sito per leggere la storia affascinante di questa vita colma di santità e mi sono innamorata subito. Abbiamo soggiornato presso la missione e abbiamo potuto apprezzare la familiarità, la generosità e l’accoglienza delle care sorelle. In pochi giorni ho avuto l’occasione di vivere una grande spiritualità, condividendo con le suore i tanti momenti di preghiera. Ho avuto l’occasione di fare un piccolo ritiro spirituale, del quale avevo gran bisogno.

Sono rimasta impressionata dalla resistenza di queste Donne che pregano e lavorano senza tregua in condizioni difficili e in un clima (caldo assoluto) davvero ostico. Ho trascorso le mie giornate prevalentemente in compagnia di suor Bernadette che mi ha fatto conoscere il Parroco, il Curato e il Diacono. Inoltre mi ha messa in contatto con l’ambiente autentico; visitando la scuola infantile, alcune famiglie e vivendo della vita quotidiana dove le suore, in particolare suor Bernadette, sono il riferimento ed il “rifugio” per la povera gente del posto.

Le suore sono impegnatissime: l’intraprendente suor Bernadette a gestire la scuola, il personale, le ragazze, i conti (con grandi difficoltà di liquidità), una vera “macchina da guerra”; l’instancabile suor Brigitte con la gestione dei polli e del bestiame, una lavoratrice incallita e suor Adele, la mite; occupata nell’insegnamento a scuola e nelle attività in cucina. Ho conosciuto suor Carmela, in lei ho riconosciuto lo spirito missionario, le giovani suor Marina e suor Alida tutte alla “casa del sole” e anche da loro ho appreso la dedizione e l’amore per il prossimo, per tutti quei bambini abbandonati. Posso solo elogiare queste grandi Donne prima e brave Suore dopo.

Spero di ritornare nelle missioni di Tabou presto e per un tempo più prolungato, intanto custodisco tutte le sorelle nel mio cuore e le affido alla preghiera.

Elena Bertolotti

Testimone delle Suore Missionarie dell’Incarnazione