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“Sì !”, per sempre

Pubblicato il: sabato 14 Dicembre 2024

Come ripagare un giorno il Signore per tutte le cose buone che ha fatto per me?

“Alzerò il calice della salvezza e adempirò i miei voti al Signore, sì davanti a tutto il suo popolo” (dal Salmo 115).

Il giorno 7 dicembre 2024, durante la Messa vespertina dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria, nella Cappella di Casa Madre a Vermicino, sr. Jifna Mary proveniente dall’India e sr. Jolie Solange proveniente dalla Repubblica Democratica del Congo, hanno emesso i loro voti perpetui nella congregazione delle Suore Missionarie dell’Incarnazione.

Una bella partecipazione di consorelle, amici e numerosi sacerdoti concelebranti, tra cui molti congolesi in Italia.

Sua Eccellenza Mons. Giuseppe Satriano, Vescovo di Bari-Bitonto, ha presieduto la celebrazione eucaristica, e il rito della consacrazione, ha trasmesso un messaggio pieno di speranza sia a noi religiose che ai molti fedeli presenti: “Dio non ci chiede tanto ma ci chiede tutto. Dobbiamo generare la vita che viene da Lui”.

 È stato per noi una grande gioia la presenza della nostra confondatrice Madre Anna Piu, della Madre Generale e delle sorelle provenienti da varie comunità.

Esprimiamo il nostro sincero ringraziamento a tutte voi, care sorelle, che ci avete sostenuto durante il cammino della formazione religiosa fino al nostro “sì” definitivo nella nostra Famiglia religiosa.  Ringraziamo il Signore perché ci ha scelto per essere portatrici del suo Verbo Incarnato e con affetto ringraziamo Madre Carla per aver colto con cuore aperto la chiamata del Signore, dando vita e inizio a questa Famiglia religiosa.

Dopo la celebrazione abbiamo vissuto un bellissimo momento di fraternità intorno ad una mensa ricca di pietanze di varie parti del mondo, preparati con tanto amore dalle nostre care sorelle.

Con questa piccola parola: “Grazie”, semplice ma ricca di valore, esprimiamo la nostra gratitudine.

Grazie per tutti i vostri gesti di amicizia, di affetto e di amore sincero. Non era solo la nostra festa ma di tutti. Grazie!

Non c’è amore più grande. Martirio e offerta della vita

Pubblicato il: giovedì 14 Novembre 2024

È questo il tema del Convegno organizzato dal Dicastero delle Cause dei Santi svolto presso l’Istituto Patristico Augustinianum di Roma dall’11 al 14 novembre.

La realtà del martirio continua a essere più che mai attuale. L’intento del Convegno ha approfondito questa realtà nei contesti del XXI secolo, e l’altra area di approfondimento ha riguardato la nuova fattispecie delle Cause di beatificazione e canonizzazione, ossia l’offerta della vita, approvata da Papa Francesco l’11 luglio 2017.

Mi rimane questa domanda: Siamo disposti, oggi, a dare la vita per Gesù? Un interrogativo che non può non lasciare inquieti, se solo si pensa per un istante a quanto avviene a milioni di cristiani in diverse parti del mondo. Quella sulla disponibilità a seguire Cristo fino a dare la propria vita è in effetti “una domanda che interpella tutti” e che “se per noi è quasi teorica”, per altri è tanto concreta da “accompagnarli ogni giorno”.

Le Conclusioni dei lavori sono state a cura di S. Em. Card. Marcello Semeraro, Prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi. “Oggi, nella nostra parte d’Europa che include Roma, noi non abbiamo le persecuzioni e lo stesso Colosseo è il teatro per le nostre Via Crucis e celebrazioni giubilari per i ‘Nuovi Martiri’”; “abbiamo, però, l’indifferenza”, e qui, come spiega Papa Francesco nell’Esortazione Apostolica Gaudete et exsultate sulla chiamata alla santità nel mondo contemporaneo, si tratta “di scherni che tentano di sfigurare la nostra fede e di farci passare per persone ridicole”, cosa che rende la parola della beatitudine evangelica attuale: non c’è persecuzione, ma c’è indifferenza, o derisione. E per il Pontefice “accettare ogni giorno la via del Vangelo nonostante ci procuri problemi, questo è santità”.

Questa mattina, nel Palazzo Apostolico Vaticano, il Santo Padre Francesco durante l’Udienza ai partecipanti al Convegno ha ricordato che “per essere santi non occorre soltanto lo sforzo umano o l’impegno personale di sacrificio e di rinuncia. Prima di tutto bisogna lasciarsi trasformare dalla potenza dell’amore di Dio, che è più grande di noi e ci rende capaci di amare anche al di là di quanto pensavamo di essere capaci di fare”.

La Serva di Dio Madre Carla Borgheri ricorda “come nei primi tempi cristiani, i nostri fratelli affrontavano tutto con serenità, anzi con gioia, perché sapevano di seguire Gesù, così noi con la nostra vita quotidiana. La nostra meta è la santità, non lo dimenticate mai”.

Sr. Loreda Spagnolo

“LIFE”: una vita per il popolo

Pubblicato il: lunedì 11 Novembre 2024

“LIFE”: una vita per il popolo

Venerdì 8 novembre 2024 i fedeli della Parrocchia Beata Vergine Immacolata di Torvaianica, alla presenza del vescovo di Albano, Mons. Vincenzo Viva, del parroco Don Andrea Conocchia e del sindaco Veronica Felici, hanno accolto e ascoltato la bellissima testimonianza che il giornalista e vaticanista del TG5, Fabio Marchese Ragona, ha donato ai presenti sugli incontri avuti con Papa Francesco per la stesura del libro “Life. La mia storia nella Storia”.

In questo libro, afferma il Coautore, il Papa racconta la sua vita a cuore aperto partendo dalle sue origini, parlando anche di episodi molto intimi sulla sua famiglia, passando poi per eventi storici come la Seconda Guerra Mondiale, le dimissioni di Benedetto XVI, fino ai giorni nostri. “Lui (Papa Francesco) ci ha messo il cuore e io ci ho messo la penna” spiega il Vaticanista perché è la prima volta che un Papa decide di aprire il suo cuore a tutti.

Il Santo Padre ha accettato di realizzare questo libro per due ragioni, spiega Fabio Marchese Ragona: innanzitutto, vista la sua età, Papa Francesco ha visto e vissuto tante cose in 80 anni di vita e questa sua testimonianza vorrebbe che fosse d’esempio per i giovani affinché non si ripetano gli errori commessi nel passato. “È importante che ciascuno di noi faccia un lavoro di discernimento personale, di riaprire il libro della propria vita e rivedere tutto ciò che è stato, tutto ciò che abbiamo vissuto, tutto ciò che è stato compiuto di bello, di sbagliato, i peccati commessi, i traguardi raggiunti, i doni che abbiamo ricevuto. Un esercizio che andrebbe fatto prima che sia troppo tardi”, questa è la seconda e profonda ragione che offre Papa Francesco al Giornalista.

Fabio Marchese Ragona ha soprattutto voluto far cogliere alla comunità la personalità del Papa, sottolineando quanto sia importante conoscere prima la biografia di una persona perché questa permette di spiegare gesti, parole e scelte. Infatti, grazie ai racconti di Papa Francesco, il Giornalista ha così capito perché parla tanto di migranti, dei poveri, degli ultimi, degli invisibili, perché il Papa stesso viene da una famiglia di migranti e sa cosa significa vivere in mezzo alla povertà. Il Vaticanista ha inoltre sottolineato quanto sia umile e attento il Santo Padre verso le persone, ricordandosi proprio di tutto e tutti. Questo aspetto è stato confermato dal parroco don Andrea Conocchia che, nelle varie corrispondenze con il Santo Padre via mail e durante gli incontri alle Udienze Generali, ha sempre sperimentato la costante attenzione di Papa Francesco alla comunità parrocchiale di Torvaianica, ricordandosi di nomi e situazioni e ringraziando sempre il Parroco per l’operato svolto fin ad ora.

Anche il Vescovo, Mons. Vincenzo Viva, ha raccontato la sua esperienza e la sua visione della “Chiesa di Papa Francesco”. Il Vescovo afferma di essere contento di vivere questa stagione ecclesiale perché Papa Francesco ha una visione molto precisa di Chiesa, quella attenta per il popolo e pronta a condividere e a camminare con il popolo; insomma, una “Chiesa della prossimità e dell’immediatezza” senza troppi filtri perché siamo tutti fratelli. Riportando le parole di Mons. Vincenzo Viva: “In uno degli incontri svolti con i vescovi di recente nomina, Papa Francesco ci ha ricordato che il vescovo non deve stare davanti al gregge, ma in mezzo al gregge e a volte anche dietro. Questa immagine bella vuole dire che è una scelta popolare, cioè una scelta di una Chiesa che è missionaria, estroversa, che cerca di condividere il cammino delle persone del suo tempo, di rimettersi in dialogo con le persone”.

Francesca Amore

COMMEMORAZIONE DEI DEFUNTI

Pubblicato il: sabato 2 Novembre 2024

Il 2 novembre una ricorrenza di dolore, di morte o un giorno di speranza, e di nascita?  I primi cristiani definivano il giorno della morte, il giorno della nuova nascita!  Loro erano certi, che la morte non esistesse, e che, al contrario si nascesse due volte, e la seconda fosse per sempre. San Francesco nel suo cantico chiamava la morte  “sorella morte corporale”.  La morte che è stata sempre rappresentata anche nei testi sacri antichi con dei scheletri, il poverello d’Assisi la definiva “sorella”! Sorella, termine intrinseco di solidarietà e amore! In queste giornate feticismi, tradizioni pagane, hanno sempre calcato la mano, su scheletri, fantasmi ed altre false rappresentazioni della morte. Ma credo sia arrivato il tempo di affrontare una verità, spesso dimenticata, un quasi mistero sacro che spesso si perde nella superficialità del mondo moderno. La notte dei morti, è molto più che ricordare i nostri defunti, è un invito per ciascuno di noi, a vivere questa data, profondamente radicata nella nostra fede cristiana, come una notte di grande speranza, un richiamo alla preghiera, per chi abbiamo amato e che ora non è più con noi. In questi giorni abbiamo la possibilità di  aiutarli nel loro cammino verso la beatitudine eterna! Con la preghiera, oltre a metterci in contatto con loro,  riusciamo a donare  e ricevere pace e amore. Poiché è l ‘amore generato dalla preghiera, che supera ostacoli e barriere. Ed anche se quando li ricorderemo i nostri occhi luccicheranno un po’, come le stelle del cielo, noi abbiamo la consapevolezza come credenti in Gesù che niente finirà mai, e che un giorno siederemo tutti al banchetto del Padre.

In questa occasione mi piace ricordare Madre Carla, il primo novembre è la sua festa, ma anche lei come tutti i Santi,  ha vissuto il momento del trapasso, allora ricordiamola nelle preghiere di questi giorni  più che mai, affinché  dal Cielo possa intercedere  al Padre, per i nostri defunti e per la nostra umanità messa a dura prova dalle vicende del mondo!

USCIRE PER INCONTRARE

Pubblicato il: giovedì 31 Ottobre 2024

Ottobre, mese dedicato alla missione universale nella Chiesa, invita le comunità cristiane a riflettere sulla missione e a promuovere accoglienza, fratellanza e solidarietà; inoltre, per antica e secolare consuetudine, è anche il mese del Santo Rosario.

Per questo le Suore Missionarie dell’Incarnazione, presenti nella Casa di Accoglienza “Cardinal Pizzardo”, hanno avuto una bellissima iniziativa: recitare il Rosario nelle case delle famiglie di Torvaianica invitando anche conoscenti che, per svariate ragioni, non possono andare in chiesa. Come su insegnamento e desiderio di Madre Carla Borgheri, le sue figlie hanno testimoniato così l’Amore di Dio, incontrando e raggiungendo il prossimo.

È stato un gesto molto apprezzato che ha permesso alle famiglie di pregare, in modo particolare, per le intenzioni personali. Il Rosario è una preghiera potentissima che permette di ricevere delle risposte e ottenere Grazie. Ma soprattutto “Recitare il Rosario in famiglia è un momento di crescita spirituale sotto lo sguardo benevolo della Vergine Maria” (Benedetto XVI).

Questa iniziativa è stata anche un momento di condivisione e gioia perché si sono accorciate le distanze e si è vissuto in maniera ancora più profonda la fratellanza reciproca. Papa Francesco infatti, nell’Evangelii Gaudium, utilizza l’espressione “Chiesa in uscita” proprio per ribadire che bisogna farsi vicini all’umanità e offrire parole e gesti di speranza a tutti coloro che ne hanno bisogno.  «La Chiesa “in uscita” è la comunità di discepoli missionari che prendono l’iniziativa, che si coinvolgono, che accompagnano, che fruttificano e festeggiano» (Evangelii Gaudium, 24).

A conclusione di questo mese missionario la Parrocchia Beata Vergine Immacolata di Torvaianica ha condiviso e ascoltato la testimonianza di alcune Suore Missionarie dell’Incarnazione. Suor Assunta ha raccontato, ai fedeli presenti durante la Santa Messa del 27 ottobre 2024, la presenza nel mondo intero delle SMI spiegando che: “La missione è evangelizzare, portare la carità ed essere utili per gli altri portando l’amore di Cristo al prossimo”.

Francesca Amore

XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo

Pubblicato il: venerdì 4 Ottobre 2024

Oggi, 4 ottobre 2024, festa di San Francesco d’Assisi, la Seconda Sessione del 16° Sinodo dei Vescovi sulla Sinodalità continua il suo importante cammino a Roma.

Questo evento storico, che proseguirà fino al 27 ottobre, riunisce 368 partecipanti con diritto di voto, tra cui 54 donne, provenienti da tutto il mondo, per riflettere su come la Chiesa possa vivere in modo più profondo i principi di comunione, partecipazione e missione.

Papa Francesco ha sottolineato, fin dall’inizio del processo sinodale, l’importanza centrale dello Spirito Santo. Nel discorso d’apertura del Sinodo del 2021, ha affermato: “Il protagonista del Sinodo è lo Spirito Santo. Se non c’è lo Spirito, non ci sarà Sinodo”.

Questo ci invita ad aprirci non alle preferenze personali, ma a ciò che Dio vuole per la Chiesa.

In questo spirito, il Cardinale Mario Grech, Segretario Generale del Sinodo, ha ribadito che il Sinodo è soprattutto “un tempo di preghiera”,in cui il primo ascolto di cui abbiamo bisogno è quello del Signore e del Suo Spirito, che parla al cuore dei credenti.

Un aspetto centrale del Sinodo è la chiamata a riscoprire l’importanza dell’ascolto.

Questo tema trova grande risonanza anche nella figura della Serva di Dio Madre Carla, che ricorda quanto sia facile essere distratti dalla vita quotidiana e cosìperdere il contatto con di Dio:“Senza che noi ce ne accorgiamo, le cose occupano il nostro cuore e la nostra mente, e ci rendono sorde alla voce dolcissima di Dio”.

Tutti siamo chiamati ad unirci, in comunione e in preghiera, nell’invocazione dello Spirito Santo, affinché ci guidi nel discernimento di ciò che il Signore chiede oggi alla sua Chiesa e a camminare insieme, come Chiesa sinodale.

Il santo di Assisi ci ricorda la forza dell’umiltà, della povertà e dell’ascolto come strumenti potenti per vivere il Vangelo.

Preghiamo affinché’ il Sinodo, sostenuto dalla preghiera e dal discernimento comunitario, possa continuare a essere un segno visibile di comunione e di missione per la Chiesa universale.

Per seguire il Sinodo: Sinodo 2021-2024

Una settimana di preghiera con Madre Carla Borgheri

Pubblicato il: mercoledì 25 Settembre 2024

(14 – 20 settembre 2024)

vissuta presso la parrocchia dello Spirito Santo a Su Planu

insieme alle Suore Missionarie dell’Incarnazione, il gruppo SMI e la comunità parrocchiale tutta

Pregare, ascoltare, accogliere, annunciare, donare, servire, gioire. Questo, lo stile affidato e consegnato anche alla comunità parrocchiale attraverso il sussidio proposto dalla Congregazione e ispirato agli scritti di Madre Carla Borgheri e agli insegnamenti del magistero di Papa Francesco. Delle vere e proprie tappe, come particolari stazioni spirituali vissute dalla comunità parrocchiale dello Spirito Santo nella settimana dal 14 al 20 settembre u.s. con la recita del Santo Rosario, le riflessioni proposte per ogni giorno, la preghiera d’intercessione e la partecipazione alla Celebrazione Eucaristica.

Particolare e significativo il coinvolgimento dei fedeli che insieme alle Suore e al gruppo SMI non ha mancato di provvedere ad un’alternanza nella lettura delle meditazioni e dei testi, con l’intento di prestare non tanto un servizio alla comunità, quanto piuttosto quello di avvicinarsi alla spiritualità e alle parole di Madre Carla.

Questa spiritualità è stata respirata in un modo più intimo, particolare e familiare come altre volte negli anni e nei mesi scorsi è accaduto, nel pomeriggio di domenica 15 nella casa delle Suore. L’occasione, dopo il momento di preghiera, è stata propizia per vivere in modo insolito un momento di fraternità e convivialità.

Il carisma, l’operato, ma più in generale tutta la missione e la spiritualità della Madre hanno coinvolto i partecipanti in un modo forte, maturando una sensibilità e un desiderio di conoscenza circa la sua figura gradualmente sempre più forte. La meta è per tutti, la Santità attraverso il fascino di testimoni preziosi come lei.

In tal senso, lo stesso parroco don Giuseppe Camboni, accettando e offrendo la sua disponibilità a questa settimana ha voluto rendere più fruibile e accessibile la preghiera attraverso alcune copie del sussidio proposto. Con lui, la giornata di venerdì 20 ha avuto particolarmente risalto perché al termine della celebrazione della Messa è stata letta la biografia, tutta la vita di Madre Carla fino al giorno dell’apertura della causa di beatificazione nella sua prima fase, a livello diocesano.

Non è stato infatti un momento passato sotto silenzio, poiché per i diversi e i tanti che hanno vissuto in preghiera tutta questa settimana, è stata un’ulteriore occasione per osservare il passaggio di Dio, della sua grazia nella vita della Madre. Un filo rosso ha realmente condotto, benedetto e preso per mano la sua storia e il suo cammino. Le stesse immagini contenenti la preghiera d’intercessione per Madre Carla, hanno dimostrato l’attaccamento e la devozione per la sua figura.

A riguardo, le situazioni affidate, anche sentendo parlare i parrocchiani, sono state le più varie e disparate: dalla pace alla serenità del cuore, finanche alle prove e alle fatiche vissute proprio in ambito familiare e domestico. Passano e sono attualmente incisive le meraviglie operate dal Signore nella vita della Madre, proprio in un tempo in cui la chiamata a vivere la speranza chiave del prossimo Giubileo risulta essere l’intento principale per le comunità. È questa, la preghiera dei semplici, dei piccoli, di una porzione eletta e privilegiata del popolo santo e fedele di Dio.

Così, anche una giovane comunità parrocchiale come quella dello Spirito Santo a Su Planu con fiducia e umiltà ha provato a mettersi alla scuola del Vangelo attraverso le orme di Madre Carla.

L’auspicio, così come l’augurio rimangono sfide per osare e rischiare la vita confidando ogni giorno nella Provvidenza, testimoniando il Vangelo lì dove ciascuno è chiamato. È per questo che con le parole della Madre, chi ha vissuto sinodalmente la settimana di preghiera può nel suo piccolo dire: «Cerchiamo insieme la strada che attraverso l’amore ci conduce a Dio» perché la preghiera d’intercessione non si fermerà.

Ricordando Madre Carla Borgheri

Pubblicato il: venerdì 20 Settembre 2024

In occasione del 18° anniversario della sua nascita in Cielo, noi Suore Missionarie dell’Incarnazione sparse nel mondo, insieme ai fedeli abbiamo vissuto “Una settimana di preghiera con Madre Carla”. Abbiamo pregato per i malati, per le vittime di calamità naturali e per la pace nel mondo, chiedendo l’intercessione di Madre Carla. Il mondo ne ha tanto bisogno in questo momento, e noi abbiamo offerto le nostre piccole sofferenze e difficoltà unendole a quelle degli altri. Per Madre Carla la preghiera era un dialogo intimo con Dio, un colloquio che nutre l’anima e dà forza nelle sfide della vita. Durante la settimana di preghiera abbiamo sperimentato una pace profonda, difficile da descrivere a parole, ma che ha toccato ciascuna di noi nel profondo del cuore.

Se anche tu, che stai leggendo queste parole, desideri vivere un’esperienza simile, ti invito a pregare con fede, come abbiamo fatto noi, chiedendo l’intercessione di Madre Carla. (Scarica – Una settimana di preghiera con Madre Carla Borgheri) Vedrai che il Signore ti concederà le grazie necessarie per affrontare la tua vita con gioia e serenità. Invochiamo con fiducia la misericordia di Dio, sotto la protezione di Maria Santissima e attraverso l’intercessione di Madre Carla.

Una settimana di preghiera con Madre Carla

Pubblicato il: venerdì 20 Settembre 2024

La Parrocchia “Beata Vergine Immacolata (Torvaianica), insieme alle Suore Missionarie dell’Incarnazione, hanno organizzato una settimana di Rosario Meditato e una Santa Messa, celebratasi il 20 settembre, in ricordo dell’amata Madre Carla Borgheri, in occasione del 18° anniversario della sua morte.

Dal 13 al 19 settembre i fedeli della Parrocchia hanno pregato, ma soprattutto meditato sulle parole di Madre Carla. In particolare sono stati sette i verbi che hanno accompagnato la comunità in questo cammino di preghiera: pregare, ascoltare, accogliere, annunciare, donare, servire e gioire. Queste azioni sono esattamente parte della vita di ogni cristiano ed è su questi aspetti che Madre Carla si è soffermata nei suoi scritti “Dio solo”.

La Serva di Dio ha infatti affermato che pregare è un modo per colloquiare con Dio. Parlare con Lui ci permette di esprimere tutto il nostro amore e la nostra gratitudine nei suoi confronti, ma anche raccontare le nostre difficoltà e i nostri bisogni. Gesù è stato sempre pronto a comprendere le necessità di chi gli era vicino. Su suo esempio, anche noi dobbiamo essere disponibili ad ascoltare il prossimo.

È importante dunque accogliere chiunque ci circonda e come dice Madre Carla “dobbiamo accettare la diversità come un dono, come una ricchezza” perché è proprio dall’incontro con l’altro che possiamo diventare ricchi di spirito.

Pertanto, ogni cristiano è invitato ad essere “collaboratore di Gesù” e annunciare la Buona Novella. Non è necessario usare tante parole, l’importante è che queste poche siano piene di dolcezza, amore e umiltà verso i nostri fratelli e le nostre sorelle.

Donare una parola di conforto e letizia agli altri, proseguiamo la missione di Gesù che “ha dato la vita per aiutare noi” (Madre Carla Borgheri, Dio solo, 15).

Come detto in Matteo 20, 28 “il Figlio dell’uomo […] non è venuto per essere servito, ma per servire”, anche noi dobbiamo metterci al servizio di Dio e del prossimo. Questa vicinanza e presenza del nostro Signore fa, dunque, gioire il cuore di ogni essere umano.

Madre Carla, nella sua vita, è stata una testimone autentica della volontà di Dio. Un’apostola fedele che ha dato il suo amore e la sua vita per tutti e che si è fatta portatrice proprio di questi sette verbi che abbiamo appena citato.

Il parroco don Andrea Conocchia, durante la Santa Messa del 20 settembre, ha ricordato alcune parole di Madre Carla, tratte proprio dai suoi scritti. In modo particolare si è soffermato sul concetto di Incarnazione, spiegato da Carla come “mistero dell’amore di Dio per l’uomo. È il dono della divina misericordia alla creatura. È il centro dell’unità di tutto il genere umano che per essa diviene in Cristo, unico corpo”. Un concetto molto bello e profondo che tocca i cuori di tutti i presenti. Don Andrea, inoltre, invita tutti ad essere missionari, bisogna che “ci muoviamo, ci mettiamo sulla strada, insieme allo Spirito Santo, Gesù e Madre Carla”. Il Vangelo di Luca (8, 1-3) “ci fa pensare alle donne, a Madre Carla, alle donne nella comunità. È importante tenere conto di questa presenza, di questa preziosità all’interno della Chiesa e della società” sottolinea il Parroco.

Francesca Amore

Un ricordo indimenticabile

Pubblicato il: mercoledì 18 Settembre 2024

Il mio primo incontro con Madre Carla Borgheri è avvenuto in India, nella comunità di Kochi, in Kerala.

È stato un momento che non dimenticherò mai. Avevo solo 24 anni ed ero novizia, il suo sguardo materno e la sua tenerezza mi hanno colpito profondamente fin da subito.

Madre Carla aveva un modo unico di farti sentire accolta, come una madre che si prende cura dei suoi figli con amore e dolcezza.

Quell’incontro speciale mi ha portata fino in Italia. Partimmo insieme, io, Madre Carla e altre tre suore. Durante il viaggio, lei è stata una vera madre per tutte noi: ci amava e ci guidava con affetto, ma anche con quella fermezza amorevole che sapeva correggere, quando era necessario.

In particolare ricordo un episodio che porto ancora nel cuore. Madre Carla era appena rientrata da un lungo viaggio dall’India, e noi tutte eravamo piene di gioia nell’attesa di salutarla e abbracciarla. C’era un’atmosfera di festa, ma io, nel mio cuore, sentivo il bisogno di un momento personale con lei. Così, senza rendermene conto, rimasi indietro, sperando di poterle parlare in privato. Madre Carla, con la sua solita delicatezza, si accorse subito di me e mi chiamò per un colloquio. Parlammo a lungo, e io sentii di poterle aprire il cuore. Le sue parole furono semplici, ma cariche di saggezza: “A volte può bastare poco a sollevare chi soffre, un sorriso, una parola buona detta al momento giusto.”

Quella esperienza rimane impressa nella mia mente ancora oggi, perché mi ha insegnato il potere dell’amore e dell’ascolto, anche nei piccoli gesti.

Madre Carla aveva un dono speciale: sapeva entrare nei cuori delle persone, offrendo loro conforto e speranza.

Quell’incontro con lei è stato un momento di grazia che continua a ispirarmi nella mia vita di fede e servizio.