FILIPPINE

Ognuno vive un suo orto degli ulivi, ognuno porta avanti una battaglia silenziosa di cui non si è a conoscenza, allora proprio per questo siamo chiamati alla conversione, ad alzare il baricentro e guardare l’altro in chiave diversa...

PERCHÉ LA PASQUA DOVREBBE RENDERCI EMPATICI

Pubblicato il: domenica 20 Aprile 2025

Mentre camminavo per andare a fare delle commissioni riflettevo, essendo entrati nel Triduo Pasquale, a quanto deve essere stata dura per Gesù affrontare tutto quello che ha affrontato. Se per molti la Pasqua diventa occasione consumistica, tra uova e colombe, dall’altra siamo chiamati ad entrare in un ottica diversa.

Non mi riferisco solo alla morte in Croce dove Cristo ci ha riscattati, per amore, ma anche a tutte le offese, le menzogne, gli abbandoni che ha patito durante la Passione.

 Vedere gli amici con i quali hai condiviso tanto (banchetti, feste, scarpinate tra un posto e l’altro, condivisioni) voltarti la faccia, non essere presenti lì, sotto la Croce, nel momento più difficile avrebbe destabilizzato chiunque.

Saremmo rimasti tutti delusi, amareggiati, notevolmente arrabbiati, poiché che amicizia è se nel momento del bisogno fuggi? Che legame fraterno è se scappi quando le cose precipitano e non è più così conveniente starti accanto?

Fortunatamente per noi, Cristo ragiona secondo Dio Padre e non secondo la logica di noi uomini fragili!

Però il punto su cui voglio soffermarmi è proprio il comportamento degli amici, degli apostoli e di tutti quelli che nel momento del bisogno sono fuggiti o per paura o perché non era più conveniente stare accanto a un ricercato, a un futuro condannato.

Diciamo che i nostri cari Apostoli non hanno brillato di Empatia.

Ma cos’è l’Empatia?

DEFINIZIONE: “Capacità di porsi nella situazione di un’altra persona o, più esattamente, di comprendere immediatamente i processi psichici dell’altro”.

Nel libro “Intelligenza Emotiva” di Daniel Goleman, noto psicologo e scrittore, il terapeuta evidenzia quanto avere una buona intelligenza emotiva, sviluppare quell’attenzione verso i sentimenti e le emozioni del prossimo, quindi coltivare l’empatia sia la chiave del successo per le relazioni umane e non.

Di conseguenza riallacciandoci al momento della Passione, quanto in quei momenti Cristo, nonostante era intenzionato fino alla fine a compiere la missione per la nostra salvezza, avrebbe voluto accanto delle persone che potessero anche solo stargli accanto, consolarlo, comprendere i suoi sentimenti?

Lo dimostra nell’orto del Getsemani quando chiede a Pietro, Giacomo e Giovanni di pregare con Lui e li ritrova addormentati, segno inevitabile della fragilità umana.

Proprio perché Cristo è sia vero Dio ma anche vero Uomo, doveva vivere tutte le sensazioni più agghiaccianti dell’umanità, quindi anche il bisogno, la voglia di conforto rientrano tra queste.

Cosa possiamo fare, dunque, per prendere spunto da questa vicenda che ha segnato la storia di Salvezza dell’uomo, oltre il significato salvifico-teologico?

Progredire, coltivare la nostra intelligenza emotiva, costruire, anzi meglio, sviluppare la nostra empatia.

Ci troviamo in un periodo storico segnato dallo sviluppo della tecnologia, in cui i social hanno il predominio sulle nostre vite quotidiane, con alcune conseguenze assai devastanti, basti pensare ai vari atti di cyber-bullismo o il semplice atteggiamento che gli Hater hanno contro le persone che si espongono sui social, tanto per fare un esempio, anche nella vita reale la situazione non cambia e i “Getsemani” quotidiani, quei luoghi di lotta, di contraddizione, di sudorazione sanguigna, di estrema sofferenza sono presenti in pianta stabile nella vita di ognuno.

Ognuno vive un suo orto degli ulivi, ognuno porta avanti una battaglia silenziosa di cui non si è a conoscenza, allora proprio per questo siamo chiamati alla conversione, ad alzare il baricentro e guardare l’altro in chiave diversa.

Dove quando davanti ad uno che ci dice “…La mia anima è triste fino alla morte…” noi possiamo accoglierlo con un abbraccio e non con la solita frase fatta che troviamo nei baci perugina.

Che questa sia una Pasqua di risveglio, che questa sia per noi una Pasqua nella quale la nostra Empatia, l’amore e la benevolenza possano uscire dai nostri sepolcri.

Quindi buon lavoro, sapendo che siamo amati fino alla fine anche qualora non riusciamo a dimostrare nulla.

Buona Pasqua!

Alessio

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