“LIFE”: una vita per il popolo
Venerdì 8 novembre 2024 i fedeli della Parrocchia Beata Vergine Immacolata di Torvaianica, alla presenza del vescovo di Albano, Mons. Vincenzo Viva, del parroco Don Andrea Conocchia e del sindaco Veronica Felici, hanno accolto e ascoltato la bellissima testimonianza che il giornalista e vaticanista del TG5, Fabio Marchese Ragona, ha donato ai presenti sugli incontri avuti con Papa Francesco per la stesura del libro “Life. La mia storia nella Storia”.
In questo libro, afferma il Coautore, il Papa racconta la sua vita a cuore aperto partendo dalle sue origini, parlando anche di episodi molto intimi sulla sua famiglia, passando poi per eventi storici come la Seconda Guerra Mondiale, le dimissioni di Benedetto XVI, fino ai giorni nostri. “Lui (Papa Francesco) ci ha messo il cuore e io ci ho messo la penna” spiega il Vaticanista perché è la prima volta che un Papa decide di aprire il suo cuore a tutti.
Il Santo Padre ha accettato di realizzare questo libro per due ragioni, spiega Fabio Marchese Ragona: innanzitutto, vista la sua età, Papa Francesco ha visto e vissuto tante cose in 80 anni di vita e questa sua testimonianza vorrebbe che fosse d’esempio per i giovani affinché non si ripetano gli errori commessi nel passato. “È importante che ciascuno di noi faccia un lavoro di discernimento personale, di riaprire il libro della propria vita e rivedere tutto ciò che è stato, tutto ciò che abbiamo vissuto, tutto ciò che è stato compiuto di bello, di sbagliato, i peccati commessi, i traguardi raggiunti, i doni che abbiamo ricevuto. Un esercizio che andrebbe fatto prima che sia troppo tardi”, questa è la seconda e profonda ragione che offre Papa Francesco al Giornalista.
Fabio Marchese Ragona ha soprattutto voluto far cogliere alla comunità la personalità del Papa, sottolineando quanto sia importante conoscere prima la biografia di una persona perché questa permette di spiegare gesti, parole e scelte. Infatti, grazie ai racconti di Papa Francesco, il Giornalista ha così capito perché parla tanto di migranti, dei poveri, degli ultimi, degli invisibili, perché il Papa stesso viene da una famiglia di migranti e sa cosa significa vivere in mezzo alla povertà. Il Vaticanista ha inoltre sottolineato quanto sia umile e attento il Santo Padre verso le persone, ricordandosi proprio di tutto e tutti. Questo aspetto è stato confermato dal parroco don Andrea Conocchia che, nelle varie corrispondenze con il Santo Padre via mail e durante gli incontri alle Udienze Generali, ha sempre sperimentato la costante attenzione di Papa Francesco alla comunità parrocchiale di Torvaianica, ricordandosi di nomi e situazioni e ringraziando sempre il Parroco per l’operato svolto fin ad ora.
Anche il Vescovo, Mons. Vincenzo Viva, ha raccontato la sua esperienza e la sua visione della “Chiesa di Papa Francesco”. Il Vescovo afferma di essere contento di vivere questa stagione ecclesiale perché Papa Francesco ha una visione molto precisa di Chiesa, quella attenta per il popolo e pronta a condividere e a camminare con il popolo; insomma, una “Chiesa della prossimità e dell’immediatezza” senza troppi filtri perché siamo tutti fratelli. Riportando le parole di Mons. Vincenzo Viva: “In uno degli incontri svolti con i vescovi di recente nomina, Papa Francesco ci ha ricordato che il vescovo non deve stare davanti al gregge, ma in mezzo al gregge e a volte anche dietro. Questa immagine bella vuole dire che è una scelta popolare, cioè una scelta di una Chiesa che è missionaria, estroversa, che cerca di condividere il cammino delle persone del suo tempo, di rimettersi in dialogo con le persone”.
Francesca Amore