“Carissimi amici SMI, con gioia vi comunichiamo che lunedì 23 giugno alle ore 18.30 si terrà un incontro amichevole e missionario, aperto a tutti voi, per condividere il cammino e lo spirito della nostra missione. Il programma dell’incontro prevede: un momento di preghiera, condivisione sulla missione SMI e agape fraterna. Sarà un’occasione preziosa per ritrovarci, ascoltarci, condividere esperienze e rinnovare insieme il nostro entusiasmo missionario. Vi aspettiamo con gioia!”
Iniziava così l’invito a partecipare a un incontro di testimonianza missionaria, e si concludeva con “vi aspettiamo con gioia”. Sì, la gioia, forse il fulcro, il senso della vita, dell’essere testimoni del messaggio del Risorto, sempre e ovunque. Una gioia percepita sin da subito.
Un grande giardino all’ombra di grandi alberi, l’aria mite di un tardo pomeriggio estivo, carica del profumo dei fiori, e loro, le nostre suore missionarie, con i loro sorrisi facevano quasi da cornice a questa oasi di pace! Ma le loro storie di vita nelle missioni, testimoniate, erano tutt’altro che situazioni facili da affrontare!
Io ero solo una semplice spettatrice, e loro, anche se molte sembravano delle minute e fragili suore, in realtà erano donne forti, coraggiose e determinate. E nel guardarle e nell’ascoltarle, come non andare con il pensiero a Maria, che aveva messo a rischio la sua vita per adempiere al progetto di Dio? Il legame con Maria è inevitabile, colei che ha portato in grembo il Salvatore, quel Dio incarnato per toccare e guarire le nostre piaghe.
Ed è questo che fanno le suore di Madre Carla: toccano le piaghe dell’umanità, quell’umanità abbandonata dalla sopraffazione, dalla sete di potere e dall’egoismo dell’uomo. Noi viviamo nelle nostre case, calde d’inverno e fresche d’estate, mentre molta di questa umanità dimenticata vive in situazioni precarie, molti in capanne. Le difficoltà nell’accedere all’istruzione nelle campagne e nei piccoli villaggi sono enormi.
Le suore missionarie, dove riescono ad arrivare, fanno moltissimo: si occupano di istruzione per bambini, per i sordomuti, costruiscono acquedotti, scuole, case di accoglienza per giovanissimi studenti e per giovani donne maltrattate e violate, dando loro la possibilità di imparare un lavoro che consenta loro una vita dignitosa. E tutto questo lo fanno con la gioia nel cuore.
Papa Francesco lo ha detto: “Occorre costruire ponti di amicizia tra uomini e donne di differenti culture, ponti che sono il contrario dei muri che dividono la gente”. Ebbene, queste sono le suore missionarie dell’Incarnazione: gli ingegneri, gli architetti, i muratori, i manovali dei ponti dell’Amore di Dio incarnato.
Ed è proprio in questa giornata che sembra di vedere accanto a loro, sorridente, ma con quella forza che ha saputo trasmettere alle sue Figlie, Madre Carla. E il miracolo che ci aspettiamo sono proprio loro, le sue amate figlie: le suore missionarie dell’Incarnazione.
Patrizia