ITALIA

Ed è proprio per questo che la Settimana Santa deve invitarci ad una profonda riflessione. È il tempo in cui non dobbiamo solo ricordare la passione, la morte e la Resurrezione, ma dobbiamo viverla nei tanti gesti del quotidiano, con la preghiera, nel perdonare, nella carità verso gli altri...

Dall’osanna alla Croce, il cammino d’amore verso la Pasqua

Pubblicato il: domenica 13 Aprile 2025

«La folla numerosissima stese i suoi mantelli sulla strada, mentre altri tagliavano rami dagli alberi e li stendevano sulla via. La folla che andava innanzi e quella che veniva dietro gridava: “Osanna al figlio di Davide! Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Osanna nel più alto dei cieli!” Entrato Gesù in Gerusalemme, tutta la città fu in agitazione e la gente si chiedeva: “Chi è costui?” E la folla rispondeva: “Questi è il profeta Gesù, da Nazaret di Galilea». Matteo 21:8-11

Gesù, che fino a quel momento aveva sempre camminato a piedi per le strade della Galilea, della Samaria e della Giudea, questa volta per entrare a Gerusalemme, predilige un umile asinello. Un animale presente nella Bibbia, che evidenzia la libertà e umiltà. L’umiltà, quella virtù che apre alla verità.

In quel luogo Santo, dove la gente lo osannava, non sarebbe stato impossibile per Gesù fomentare il popolo alla rivolta o all’insurrezione, in vista anche di quello che lo aspettava. Al contrario, Lui scelse di annunciare al mondo la “rivoluzione della pace e dell’amore”.

Con la Domenica delle Palme ha inizio la Settimana Santa, la settimana in cui Gesù tocca il picco di umanità, caricandosi sopra di sé i peccati, le miserie, le piaghe dell’uomo, fino alla Croce, quella che gli ebrei consideravano la morte per i peggiori criminali.

Ed è proprio per questo che la Settimana Santa deve invitarci ad una profonda riflessione. È il tempo in cui non dobbiamo solo ricordare la passione, la morte e la Resurrezione, ma dobbiamo viverla nei tanti gesti del quotidiano, con la preghiera, nel perdonare, nella carità verso gli altri. Ogni momento, ogni rito di questa settimana, ci testimoniano che Lui è il Figlio di Dio, dalla lavanda dei piedi che testimoniano l’umiltà, all’Ultima Cena, un invito a fare dono di sé agli altri, come ha fatto Lui: “Fate questo in memoria di me”, alla passione, tra le debolezze, le incomprensioni, i tradimenti dei discepoli, fino alla Croce. Poi come accade agli uomini, la morte del corpo. Ma non finisce qui, la sua discesa agli inferi, al regno della morte, per liberare dalla prigionia del peccato e delle nefandezze l’uomo. Per poi, nel giorno di Pasqua, tornare vittorioso tra gli uomini, una vittoria conseguita non con le armi, ma con il sacrificio della propria vita.

Andiamo verso la Pasqua con il cuore aperto e disponibile a vivere questo grande mistero di salvezza.

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